Foggia. “Non abbiamo il tempo per inseguire il Pd che fa scouting a destra e sinistra, dobbiamo andare per la nostra strada, loro vogliono condividere con noi il disastro”. “Loro”, il Pd, “noi”, Mdp. E’ Gerardo Valentino, di Cerignola, che interviene nel lungo dibattito precedente la nomina dei venti delegati nazionali. Il 19 novembre si riuniranno a Roma. Si parla di aeroporto Gino Lisa e delle aspettative deluse da Emiliano, del “fiume carsico di questa sinistra che deve tornare ad ascoltare le persone tradizionalmente sue elettrici, di un Bersani di nuovo grintoso che “se avesse avuto nel 2013 questo piglio avremmo vinto”. Il punto – dice il coordinatore provinciale Ciro Mundi “non è Renzi sì, Renzi no ma ingrossare questa corrente che è tornata ad interessarsi di politica”. Il movimento sta cercando di interloquire, come si dice in politichese, con vari amministratori locali. Fra questi ci sono alcuni consiglieri di Manfredonia, Tonino Prencipe, ad esempio, ex presidente del consiglio comunale che ha lasciato il Pd. Contatti in corso anche con il sindaco di San Giovanni Rotondo Cascavilla, a San Severo una militante e dirigente storica, anche ex consigliere provinciale Anna Maria Carrabba, ha ripreso a partecipare, fa la sua prima uscita pubblica in un’assemblea foggiana Antonello Summa, ex dirigente del Pd.
Italo Magno: “Movimento a sinistra incompatibile col Pd”
In platea come “osservatore” si vede Italo Magno, presidente dell’associazione Manfredonia Nuova: “No a tanti movimenti che a sinistra valgono l’1 virgola, bisogna creare un movimento unitario incompatibile col Pd. Si fanno leggi per nominare senza partecipazione, a Manfredonia sono stati prima con Folena, poi con D’Alema, bersaniani, ora orlandiani, i nominati non capiscono i problemi della gente”. Aggiungerà di seguito che, nel caso questo movimento unitario si formasse, Manfredonia nuova si riunirà per discutere a chi dare il voto. Gli umori della sinistra nei confronti del Pd sono abbastanza freddi, se non polemici, del resto il deputato Arturo Scotto lo afferma con nettezza in assemblea: “L’apertura di Renzi è un esercizio di bob ton, sui contenuti è fermo sulle gambe, se pensa di fare una coalizione con una lista a favore del jobs act e un’ altra contraria è una lista Arlecchino, gli italiani vogliono cambiare rotta, dopo le sconfitte un allenatore va a casa”. Su Emiliano aggiunge: “Esprime un modello di governo plebiscitario, personalizzato, incapace di affrontare i nodi strutturali del lavoro, della sanità. Il civismo al sud talvolta coincide con il trasformismo. Con questa scelta politica sta tradendo le speranze di cambiamento di Nichi Vendola”.
Colangelo: “Emiliano fa a politica dei due forni”
Rita Chinni, consigliere comunale per 13 anni, racconta del suo addio al partito di Renzi: “Avevo lasciato la politica ma sono tornata, chi stava intorno a me nel pd si occupava di cercare la soluzione migliore per se stessa”. Risuonano antiche parole come “masse, parlare alle gente, compagni” ma l’invocazione all’unità, tanto in voga in altri momenti, non è rimarcata, anzi Sabino Colangelo afferma proprio il contrario, con qualche distinguo: “E’ in atto una mistificazione nei teatrini della politica. Ci sono i populisti e quelli che sono antipopulisti ed europeisti, cioè il pd. Il ragionamento è: o mangi questa ministra, mentre risuona la parola magica “unità,” oppure sei fuori. Noi dobbiamo rimarcare la differenza, dobbiamo parlare non alla politica ma al paese. In Puglia la situazione è particolare, abbiamo due Renzi. Emiliano lo critica e poi si mette d’accordo. Dobbiamo scoperchiare questo scenario, il Pd non è forte dovunque, ci sono anche i civici, inserirci fra il Pd ed Emiliano è difficile, in Regione vanno evidenziati i problemi con i nostri 3 consiglieri. Per far capire che i nostri voti non sono gratis ad una politica dei due forni, dovrà considerarci una forza che può aumentare la sua rappresentanza”.
(A cura di Paola Lucino, Foggia 18.11.2017)
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Mi pare di ricordare che Renzi aveva conquistato il primato nel PD partendo dal principio di ROTTAMARE il vecchiume ivi presente.
Perché oggi si rivolge al VECCHIO FASSINO, perché riannodi il filo col VECCHIO BERSANI, il VECCHIO PISAPIA, il VECCHIO D’ALEMA ”???????