Bari. “E’ legittimo che il piano ospedaliero possa non andare bene per alcuni sindaci (e di riflesso per i loro referenti), così come sono legittimi anche i ricorsi. Quello che non lo è , è approfittare della situazione per fare del marketing politico differenziato”. Così il presidente della Giunta regionale e assessore alla sanità Michele Emiliano nel corso dei lavori della III commissione, presieduta da Paolo Pellegrino in sostituzione del dimissionario Pino Romano a seguito dell’epilogo della seduta della scorsa settimana in cui il Piano ospedaliero approvato dalla Giunta regionale il 30 novembre scorso non ha superato l’esame della commissione.
Il presidente Emiliano ha preso le mosse dalla situazione ereditata e dalla immagine “ai limiti dell’irrimediabilità” che la Puglia aveva ai tavoli dei ministeri dalla Sanità e dell’Economia, definita “inaffidabile, ritardataria e scarsamente credibile”. Tant’è che per evitare eventuali sanzioni è stato necessario accelerare sui tempi. “ll processo di discussione dal basso – ha aggiunto Emiliano – che è un mantra delle mie amministrazioni, ha dovuto tenere conto di queste situazioni”. Nonostante questo il piano è stato discusso per un anno. La classificazione dei presidi ospedalieri prevista dal D.M. 70/15 è stata interpretata da molti come un processo di declassamento. Invece si è cercato di costruire un sistema con un rapporto ragionevole ospedale di base – ospedale di 1° livello. Le chiusure previste avranno luogo con i tempi necessari, a cominciare dal PO di Grottaglie che verrà meno compatibilmente con la costruzione del nuovo ospedale di Taranto. L’assessore ha ricordato “l’invenzione” degli ospedali di base rafforzati, in cui è previsto che le strutture complesse esistenti verranno mantenute fino alla quiescenza degli attuali direttori. Ha giudicato incomprensibile il rilievo di aver favorito la sanità privata, i cui operatori saranno chiamati a breve per il piano di tagli che riguarderanno anche loro. “Non si possono gestire i rapporti – ha precisato Emiliano – attraverso contenziosi che hanno dato lo spunto al ministero di affermare che la Puglia ha una spesa maggiore al riguardo di altre regioni”. Anche il Pronto soccorso presso la Mater Dei rinviene da un accordo contrattuale fatto dall’amministrazione precedente. “Se non avessimo dato corso allo stesso – ha aggiunto – avremo dovuto pagare milioni di penale a seguito dei cospicui investimenti fatti dalla casa di cura per realizzare il PS”.
Nel giudizio di parifica la Corte dei Conti ha rilevato l’importo eccessivo della spesa farmaceutica, che risulta sopra la media nazionale di centinaia di milioni di euro. “Ci sono situazioni epidemiologiche che la giustificano”, si è chiesto ? Per quanto riguarda la situazione di Taranto ha confermato che si stanno cercando deroghe per spostare risorse senza violare il D.M. 70. Il presidente ha anche evidenziato l’anomalia della situazione dei posti letto nella provincia di Taranto: “come è possibile che la provincia di Foggia abbia quasi il doppio dei posti letto di quella di Taranto” si è chiesto ?
Ridurre la mobilità sanitaria passiva è un dovere. Se per la Regione è un vantaggio visto che costa di meno, non lo è per i pugliesi che così risparmiano sofferenza, soldi e la propria vita. “Mi tengo la delega della sanità – ha ribadito – per non consegnarla alla normale prassi: i sindacati devono avere con me l’interlocuzione. La delega la ritengo incarnata nella Giunta regionale che assume le decisioni politiche”. Sull’integrazione dei medici di base occorre lavorare molto per metterli nella condizioni di essere operativi anche il sabato e la domenica. Un passaggio indispensabile per cominciare ad alleggerire la pressione sui Pronto soccorso.
Riconosciuta anche la correttezza del ruolo svolto dalle opposizioni, di cui sono state anche accolte alcune proposte. “Dobbiamo realizzare qualcosa di titanico – ha concluso Emiliano – in cui il disegno generale deve prevalere su quello particolare. Per fare questo occorre la collaborazione di tutti e, in particolare, della commissione sanità e del suo presidente dimissionario Romano”, che ha condotto i lavori in tutti questi mesi con grande dedizione e perizia, mettendoci la faccia. “Il piano ospedaliero va applicato bene e con determinazione, superando questa fase di impasse”.
EMILIANO SE LEGGI MANFREDONIA QUOTIDIANO DOVRESTI LEGGERE ANCHE PARERI DI QUALCHE CITTADINO DI MANFREDONIA. EMILIANO TU NON AI A CUORE LA SALUTE DEI CITTADINI DI MANFREDONIA E PAESI CHE RACCHIUDONO MANFREDONIA COME MONTE SANT ANGELO -ZAPPONETA – VIESTE-MATTINATA.PERCHE SE TU CI PRIVI DELL OSPEDALE DI MANFREDONIA TRASFORMANDOLO IN POLIAMBULATORIO NON AI CUORE LA SALUTE DEL CITTADINO.DEVI TENER PRESENTE CHE PER ARRIVARE A SAN GIOVANNI ROTONDO O A FOGGIA MOLTE VOLTE PUO ESSERE PREZIOSO PER UNA PERSONA CHE VIENE DAI PAESI VICINIO E DELLO STESSO CITTADINO AD AVERE L OSPEDALE PIU VICINO.MOLTE VOLTE D INVERNO COME E SUCCESSO ULTIMAMENTE SE TU NON SAI CHE DICI LA PROTEZIONE CIVILE A FUNZIONATO BE TI VOGLIO METTERE A CONOSCENZA CHE LA STATALE MANFREDONIA FINO ALL INIZIO DEI TORNANTI PER CASA SOLIEVO LA STRADA ERA IMPRATICABILE DAL GHIACCIO PER ALMENO 2 O 3 GIORNI COME SI FA A PORTARE UNA PERSONA A CASA SOLLIEVO D URGENZA SE PER IL GHIACCIO UNA PERSONA CON IL MEZZO CI METTE ALMENO UN ORA PER ARRIVARE ALL INIZIO DEI TORNANTI ED UN ANZIANO CHE NON A LA POSSIBILITA DI MUOVERSI COME FA. TU NON SAI NEMMENO COSA VUOL DIRE OSPEDALE DI BASE.AI FATTO TAGLI PERCHE NON VI TAGLIATE I VITALIZI E DIMINUENDOVI GLI STIPENDI VOSTRI QUELLI SONO GARANTITI LA SALUTE DEL CITTADINO NO.VERGOGNA.
Riordino ospedaliero, Damascelli: “Riunione commissione con Emiliano? Inutile a cose fatte”
“Vorrei che qualcuno mi spiegasse l’utilità della riunione di oggi in Commissione Sanità sul Piano di Riordino, con la partecipazione del presidente Emiliano. Il documento è già stato approvato dalla Giunta regionale ed Emiliano non ha mancato di svilire pubblicamente il ruolo della stessa Commissione, solo per mortificare un’istituzione che ha saputo esibire il disco rosso ad una riorganizzazione sanitaria penalizzante per tutti i cittadini. A questo punto, a cosa è servita?”
Così il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli. “Se una riunione andava fatta –prosegue- era opportuno convocarla, affinché avesse un significato vero, nei mesi scorsi, aprendo una fase di confronto e condivisione con i rappresentanti istituzionali. Era quello il momento giusto per modificare il Piano e apportare le variazioni che comunque non abbiamo mancato di proporre. Ma oggi, a cose fatte, ha il sapore di un incontro ricercato esclusivamente a fini mediatici o, peggio ancora, per dare un contentino a qualcuno che aveva bisogno di ribadire le sue posizioni (e vedremo se le nostre osservazioni saranno effettivamente considerate e vagliate!). Nulla, però, di questa giornata, concorrà –conclude Damascelli- a migliorare anche in corner il Piano di Riordino e il servizio offerto ai pugliesi”.
PIANO RIORDINO, FI: “DODICI ANNI DI CENTROSINISTRA PER PARTORIRE UN TOPOLINO”
“Di positivo c’è soltanto che il Presidente Emiliano abbia deciso di comunicare con la Commissione Sanità, dopo tanto colpevole silenzio. E di avere una pur minima interlocuzione, dopo oltre un anno di discussioni orfane della sua presenza, sui temi più sensibili del Riordino Sanitario”. Così i consiglieri regionali di Forza Italia Francesca Franzoso, Giandiego Gatta e Nino Marmo. “Fermo restando -aggiungono- che il Piano su cui il Governo Regionale si ostina a sbattere la testa rimane un Piano fortemente squilibrato e, soprattutto, privo di quella condivisione a cui il Governatore fa ruffianamente riferimento. Né può reggere il tentativo di Emiliano di scaricare il fallimento del sistema sanitario pugliese in maniera generica sulle amministrazioni precedenti, perché è noto a tutti che il Partito Democratico è stato l’anima, con ben tre assessori, di tale fallimento. Tanto vero che ancora oggi ci ritroviamo a confrontarci con un Piano – quello dei trenta ospedali – che è una fotocopia del progetto del 2005. Come a dire che il centrosinistra su questa materia abbia letteralmente gettato almeno 12 anni! A questo punto non ci resta che prendere atto della protervia volontà di Emiliano di mantenere la carica di assessore alla sanità e di insistere sulla strada intrapresa. Una strada forse lastricata di buone intenzioni ma piena di grosse buche sui cui sarà facile inciampare. Una per tutte: il forte e discriminante squilibrio di posti letto e specialità tra le sei province pugliesi e l’altrettanto iniqua e penalizzante distribuzione di reparti e servizi sul territorio. Frutto, nella maggior parte dei casi, -concludono i consiglieri Fi- di una distorta operazione di geopolitica piuttosto che di una seria e coerente analisi delle esigenze demografiche ed epidemiologiche delle varie comunità locali”.
Riordino ospedaliero, il dibattito in terza Commissione (secondo lancio)
Luigi Manca (Cor)
Presidente Emiliano lei ha sottolineato dell’esistenza di tutto un percorso di ascolto di tutto il settore competente, di tutte le associazioni di categoria. A me sembra, invece che lei abbia deciso a prescindere dall’ascolto. Sarebbe stato meglio prima ascoltare (compresa la Commissione) e poi decidere. Sarebbe stato meglio coinvolgere maggiormente noi consiglieri ed i sindaci delle varie comunità, sulle quali ricadono gli effetti del Piano sanitario. Non v’è dubbio che esistono ospedali che vanno riconvertiti ma ribadisco, il metodo è sbagliato. Io personalmente sono un medico ed immaginavo di poter fornire un contributo maggiore, ma non è stato possibile. Noi non abbiamo presentato emendamenti a conferma che non abbiamo avuto, non abbiamo un comportamento populistico di strumentalizzazione della vicenda. Indietro non si può tornare, spero solo che al taglio ed alla chiusura segua la riconversione e l’integrazione. Abbiamo la necessità di rendere più efficace la rete oncologica, non abbiamo anatomie patologiche con protocolli comuni i reagenti sono differenti e questo crea non pochi disagi. Questo solo per fare qualche breve esempio. Va fatta una battaglia per la qualità degli ospedali senza però avere posizioni pregiudiziali nei confronti del privato. Anche I privati che valgono vanno potenziati, perché spesso colmano dei deficit, dei vuoti importanti.
Mario Conca (M5S)
Il piano di riordino così come strutturato legittima una preoccupazione: non siamo in grado di dare risposte. Non siamo contrari alla chiusura deli ospedali a prescindere perché quando si fanno delle scelte corrette noi non abbiamo difficoltà a dire che avete fatto bene. Però la sanità non vuol dire solo ospedali. Non è chiudendo qua e là che si possa risolvere il grave ritardo strutturale del settore. C’è gente che muore in Puglia senza mai essere ricoverata. Senza mai aver avuto a che fare con una struttura ospedaliera. I ritardi, l’impossibilità di fare un esame in tempi ragionevoli, la carenza di interventi adeguati, questi sono temi importanti da affrontare. Voglio porre l’attenzione anche su tutte le procedure avviate che però non vedono ancora una conclusione. Prima di prendere delle decisioni mi prenderei altro tempo perché così facendo smantellando tutto, il sospetto fondato che si vada verso un potenziamento della sanità privata è del tutto fondato. Abbiate il coraggio di dire che di questo stiamo parlando.
Giandiego Gatta (FI)
Ho sentito in modo ricorrente la parola campanilismo nelle critiche a certi dissensi al Piano. Mi viene di dire che questa è una “terminologia dei bimbi minchia” per citare una canzone di Povia. Non si può parlare di campanilismo quando si vuole difendere l’unico ospedale di base e di interesse nazionale, quello di Manfredonia, che serve quella parte di territorio. Io chiedo che venga rivisitata la delibera nel punto in cui si depauperano le strutture sanitarie. L’ospedale di Manfredonia ha un bacino di utenza importante ed una interventistica qualificata. Privare un bacino corposo creerebbe un disagio agli ospedali di primo livello ingolfando tutto il sistema. Lasciamo gli ospedali di base così come sono e non per una esigenza campanilistica ma perché davvero lo chiede la popolazione, è legittimo nei fronti dei cittadini immaginare di riconsiderare le scelte relative agli ospedali di base. Esigiamo una riconsiderazione di questo tema attesa la complessità del territorio.
Francesco Ventola (Cor)
Il Presidente Emiliano oggi avrebbe dovuto parlare delle priorità del Piano di Riordino ed ero convinto che, visto che ha deciso comunque di andare avanti, sarebbe venuto in Commissione a illustrarci con quale risorse ed entro quali termini sarebbe stato attuato il Piano, a cominciare dalle riconversioni degli ospedali chiusi e adibiti ad altri servizi sanitari. Non è una polemica pretestuosa, ma voglio solo evidenziare che l’ospedale di San Pietro Vernotico è stato chiuso sei anni e la riconversione non è mai iniziata! Accadrà la stessa cosa per gli ospedali di Trani e Canosa, in una provincia che ha già visto la chiusura di Spinazzola e Minervino? La mia è una provincia alla quale sono stati chiesti i maggiori sacrifici, con meno posti letto in base alla popolazione e con servizi sanitari vergognosi. Forse il presidente non sa che nella Bat mancano anche le autoambulanze e la gente muore nell’attesa di essere trasportato a Barletta o ad Andria.
Sapere con quali risorse e con quali tempi Emiliano intende attuare il Piano era perciò oggi la priorità per tranquillizzare cittadini che da questo Piano vengono considerati di serie B. Per questo invito il presidente Emiliano a venire personalmente nella Bat per rendersi conto di persona che all’enfasi con la quale parla di grande partecipazione e discussione non gli crede nessuno, neppure il presidente della Commissione, Romano, che si è dimesso proprio per questo motivo.
Francesca Franzoso (FI)
Condivido al 50%. Mi spiego. Sono d’accordo sull’apertura di nuovi ospedali perché quelli piccoli e impreparati strutturalmente possono diventare delle trappole mortali. Non ho apprezzato il fatto che si accusi di strumentalizzazione coloro che tentano di attivarsi a difesa della popolazione dei cittadini che hanno paura che venga loro leso un diritto fondamentale. Questa è la vera molla che muove le proteste territoriali. Vorrei ricordare che quando Fitto iniziò a parlare di riforma in questa direzione ci furono delle vere e proprie rivolte con aggressioni fisiche. Serve su questo tema una corretta informazione sulla tempistica. Ai cittadini va spiegato quello che si vuole fare, il perché ed i tempi. Per Taranto, per esempio, non esiste un cronoprogramma e questo naturalmente crea disagio e poca fiducia nel sentire comune. Vorrei fare una precisazione circa l’ospedale di Martina Franca promosso ad ospedale di primo livello. Sarebbe stato utile fare la stessa scelta per Manduria attese le difficoltà logistiche di raggiungimento del nosocomio in questione.
Mario Pendinelli (Emiliano sindaco di Puglia)
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da programmazione solo sulla carta. Oggi siamo in un momento particolare, è il momento di mettere bene a fuoco lo stato dell’arte per poter porre in essere interventi mirati e soprattutto efficaci. Servono servizi altamente specialistici. La Regione è la vera depositaria della salute dei cittadini e quindi è fondamentale che sia la Regione a chiarire il rapporto con gli operatori per mettere in campo controlli sui tempi di attuazione del Piano. Non credo la sanità privata sia il contraltare di quella pubblica e non ci deve essere una scelta che prediliga l’una a discapito dell’altra. Se il pubblico è in grado di garantire le prestazioni e garantire un certo livello, tutto funziona al meglio. Ma se così non è, se le prestazioni non sono adeguate e si è costretti ad andare in altre Regioni, a quel punto meglio una scelta privata in Puglia. Serve una riflessione sulla spesa farmaceutica. La Regione ha interesse a verificare quello che accade sul territorio. Abbiamo raggiunto l’obiettivo in modo parziale ed in questo modo rischiamo di vanificare gli sforzi per l’utilizzo di risorse per servizi al cittadino. È necessario approfondire tempi e modalità con patti con i medici, scardinando quei piccoli centri di potere, di interesse.
Marco Lacarra (segretario regionale Pd)
Sono fermamente convinto che il presidente della III Commissione, Pino Romano, abbia ben svolto il suo ruolo e mi auguro che vorrà ritirare le dimissioni. Ha svolto un lavoro competente e grazie a lui si è sempre tenuto in Commissione un confronto franco e produttivo.Per quanto riguarda il tema specifico del Piano e dello stato dell’arte del settore, devo dire che il disagio non si risolve con soluzioni tampone. Deve funzionare il sistema, la rete rinnovata, tutte le reti devono essere efficienti e risolvere problemi dei cittadini. Come si fa a mettere in piedi un sistema di emergenza urgenza efficace? Innanzi tutto va spiegato che un centro di primo intervento non adeguato a trattare il paziente rischia di fare danni e quindi va chiuso, riconvertito. Meglio, invece avere sul territorio ambulanze medicalizzare attrezzate. I Presidi territoriali di assistenza (Pta) sono esperienze riuscite. Riguardo alla spesa farmaceutica, bisogna evitare assolutamente la farmacodispersione così come fanno in Emilia Romagna. Vigilare per evitare l’inappropriatezza della prescrizione. Serve una regia che coordini i servizi di tutto il territorio regionale per evitare danni tangibili dal punto di vista finanziario. Alcune cose si possono fare presto e bene. Il Piano offre una visione strategica e si spera che non ci siano spinte che con la distorsione del progetto possano comprometterlo pericolosamente.
Riordino ospedaliero, il dibattito in III commissione (primo lancio)
Al termine dell’intervento del governatore Michele Emiliano, il vicepresidente della III commissione Paolo Pellegrino ha avviato il dibattito.
Nino Marmo (FI). “Il presidente Emiliano continua ad attribuire al passato le responsabilità dell’attuale situazione del sistema sanitario, dimenticando forse che tre dei cinque assessori alla Sanità del governo Vendola erano espressione del Partito democratico, di cui lui era segretario. Con riferimento al Piano di riordino ospedaliero, su cui è mancata l’interlocuzione con il governo regionale, registriamo un ritorno al piano elaborato dalla Giunta Fitto, con l’aggravante che il centrosinistra in Puglia ha perso dodici anni per attuare oggi quello che era stato previsto già nel 2005. L’attuale programmazione non ha in alcun modo recuperato lo sbilanciamento del numero dei posti letto tra le diverse province pugliesi, che vede in particolare la Asl Bat fortemente penalizzata per l’applicazione di un coefficiente di posti letto pubblici per numero di abitanti addirittura inferiore a quello previsto nel DM 70 e che sulla carta le attribuisce 640 posti letto. Mancava e manca ancora una rete oncologica efficiente, che offra un’assistenza completa e freni la mobilità passiva verso le altre regioni. L’invito quindi è a riconsiderare l’assetto complessivo all’interno della Asl Bat, chiudendo le strutture che non offrono un’assistenza adeguata e rafforzando invece le specializzazioni con maggiore richiesta”.
Ignazio Zullo (CoR). “Oggi mi è sembrato di assistere ad una riunione di maggioranza piuttosto che all’indicazione delle priorità della politica sanitaria che il presidente Emiliano intende attuare. Il Piano di riordino è diventato terreno di scontro politico, mentre vorremmo il presidente a non procedere in mancanza di una valutazione economico-finanziaria. Il rischio è quello che molti ospedali sforino il limite di 10 milioni di euro di deficit e vadano quindi in Piano di Rientro. Per questo ribadiamo la richiesta che il Piano sia sottoposto al vaglio della Commissione Bilancio, anche per verificare che le percentuali di spesa per gli ospedali non superino il 44 per cento della spesa sanitaria regionale in modo da destinare il resto alla prevenzione e alla medicina territoriale. E’ necessario provvedere inoltre alla riorganizzazione della rete-emergenza urgenza, ad eliminare le disparità di distribuzione tra posti letto e discipline per garantire un’assistenza sanitaria degna di essere chiamata tale. La Puglia è stanca di dover sostenere un sistema perennemente in deficit”.
Mino Borraccino (SI). “L’intervento del presidente Emiliano testimonia la volontà del governo regionale di procedere secondo un piano fortemente osteggiato dalla società civile. Non possiamo non rilevare che si assegni maggiore attenzione al privato rispetto al pubblico, che non si intervenga sulla mobilità passiva extraregionale, che non si attivino oltre 1000 posti letto per acuti pur potendolo fare. Le critiche mosse al Piano sono concrete e noi continueremo a lavorare, come abbiamo sempre fatto, per la Puglia, per l’intera regione e non solo per interessi campanilistici. Abbiamo tentato di dare il nostro contributo presentando numerose proposte emendative riguardanti gli ospedali di Casarano, Ceglie Messapica, Taranto (Moscati e SS. Annunziata), Grottaglie, Trani, Altamura, Molfetta, Triggiano, Putignano, Di Venere di Bari. Quindi respingiamo l’accusa a voler fare del marketing politico differenziale, ma invitiamo piuttosto il presidente Emiliano, che di certo non è allergico alle critiche, a fronteggiare la complessità della situazione in atto”.
Pino Romano (Pd). “Tengo a precisare che non sono il paracolpi di nessuno e che le mie dimissioni sono state il frutto di una scelta dettata dal senso di responsabilità per il ruolo che ricoprivo. E soprattutto per chiudere definitivamente la discussione sulla classificazione delle strutture ospedaliere, che non è di certo il punto nodale della questione. Piuttosto la politica deve preoccuparsi di far sì che le cose previste vengano poi attuate e nel modo migliore. E non consentire che si ripetano casi come quello dell’ospedale di San Pietro Vernotico per il quale la riconversione non è mai iniziata. La vera sfida è valutare la funzionalità dei reparti, abbandonare la vecchia concezione degli ospedali perché i PTA (presidi territoriali di assistenza) previsti dal Piano rappresentano la concezione di assistenza del futuro. Tra le questioni da dirimere, una è sicuramente quella riguardante il divario tra l’offerta pubblica e quella privata. E’ necessaria inoltre una riorganizzazione dei pronto soccorso dei centri di emergenza-urgenza e di rilevare il fabbisogno reale per riallocare l’offerta nei centri con maggiore richiesta.
Paolo Campo (Pd). “Il voto contrario espresso in Commissione non voleva mettere in discussione il ruolo del presidente Romano, né tantomeno mettere in dubbio la fedeltà al gruppo o alla maggioranza. Resta però un aspetto su cui chiedo al Governo regionale di riflettere ancora. Quello di rimuovere cioè una previsione che non intacca il DM 70 e che riguarda l’impossibilità di istituire o mantenere negli ospedali di base strutture complesse. Una richiesta che, ribadisco, non deriva dalla volontà di tutelare interessi companilistici, ma che a mio parere determina il pratico venir meno della funzione stessa di questi presìdi di salute. Il rischio inoltre è quello di generare equivoci e confusione in merito all’autonomia funzionale delle singole strutture”.
Ma finitela con questo Ospedaletto da quattro soldi,fa bene Emiliano se fosse per me io lo chiuderei del tutto e lascerei aperto solo un grande Pronto Soccorso, e poi ve la prendete con Emiliano, e chi ci rappresenta dalla politica ai sindacati alle associazioni che cosa a fatto fino ad oggi hanno dormito apposta di fare il referendum su NOENERGAS facessero SI all’ospedale,ma come lo sappiamo tutti quell’ospedale e solo un contenitore di voti, e poi ecco uno dei tanti motivi che bisognerebbe staccarsi dalla Puglia.
DC NON CAPISCI NIENTE.L OSPEDALE SAN CAMILLO E DI FONDAMENTALE IMPORTANZA. SE UNA PERSONA ANZIANA CADE O UN BAMBINO CADE E NON A LA POSSIBILITA DI ANDARE A CASA SOLLIEVO O AL RIUNITI L ACCOMPAGNI TU. L ORTOPEDIA E FONDAMENTALE COME E FONDAMENTALE LA GASTRO O LA CHIRURGIA ALLA MEDICINA COME LA CARDILOGIA. E FACILE DIRE CHIUDETE L OSPEDALE. E PER CHI NON A LA POSSIBILITA DI MUOVERSI E PER I PAESI VICINI I DISAGI CHE SI CREANO .PRIMA DI SCRIVERE PENSA NON SCRIVERE COSE SENZA SENSO SERVE L OSPEDALE SAN CAMILLO PER I CITTADINI DI MANFREDONIA E PER I PAESI VICINI ALTRIMENTI CASA SOLLIEVO AVRA MOLTO AFFOLLAMENTO OLTRE A RACCHIUDERE ALTRI PAESI DEL GARGANO COME ANCHE I RIUNITI .
Appello a tutti i politici ed amminstratori pubblici ed imprenditori, in particolare di sinistra, indigeni e dell’intera Capitanata, fate pervenire al presidente Emiliano questo mio pensiereo:
spettabile Presidente, la cosa più ridicola ed assurda e che mantenere la provincia di Foggia nello stato di “colonia interna” danneggia, anche a voi “della bari”, l’intera regione Puglia. Vede una delle poche leggi vere dell’economia è quella dei ” RENDIMENTI MARGINALI DECRESCENTI”, ribadita tante volte anche dalla Banca d’Italia. “Alla femminile”, in soldoni, investire in zone arretrate RENDE IL 30% IN PIU’ CHE INVESTIRE IN QUELLE GIA’ SVILUPPATE. Ed il Dott. Troiano potrebbe spiegarle , dati alla mano, che mantenere l’ospedale di Manfredonia, renderebbe tutto il sistema capitanata più efficiente, l’alta specializzazione a Foggia, si risparmierebbero soldi. Casa Sollievo e i Riuniti sono troppo distanti per ad esempio un infartuato, ci arriverebbe morto. Le chiedo: anche con lei la Puglia finisce a Barletta?
No a marketing politico sanitario “HAI ACCONTENTATO I POTENTI DELLA POLITICA E HAI DELUSO UN’INTERA CITTÀ” credevano fossi un uomo del giusto invece ti sei rivelato uomo di compromessi.
Leggete la denuncia fatta da Lello Castriotta candidato con la lista di Fitto in campagna elettorale per le regionali del 2015 sull’ospedale di Manfredonia e successivamente il 29 dicembre 2015 su Stato Quotidiano un articolo col titolo ” Cronaca di una morte annunciata” tutti i politici di Manfredonia da destra a sinistra l’hanno deriso e dicevano che era strumentale per motivi politici però aveva ragione i nostri rappresentanti dai consiglieri comunali a quelli regionali non fatto niente per salvare l’ospedale con lui sicuramente la città sarebbe stata tutelata visto la sua caparbietà.
Povera Manfredonia che fine orrenda ti hanno destinata.
EMILIANO NON SEI UN UOMO DI PAROLA! HAI PROMESSO NEL PALAZZO DEI CELESTINI DI REVOCARE LO SCIAGURATO PROVVEDIMENTO DI VENDOLA! CHE FAI PARLI SOLO DELLA TUA BARI E DELL’ILVA MENTRE NON PARLI MAI DI MANFREDONIA!! CHE TENEREZZA IL TUO DISCORSO..IO VI ASCOLTO..SIETE VOI CHE MI AVETE VOTATO..NON CI SONO PROBLEMI A FIRMARE LA REVOCA..DOTT. EMILIANO SEI UNA FRANA E UNA DELUSIONE PER LA NOSTRA MANFREDONIA!
La città di Manfredonia notoriamente balocca e masochista ti voterà alla grande e non solo a te ma anche a tutto il Pd! Bravi continuate cosi più fate male a Manfredonia e più otterete consensi.