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In corteo la Manfredonia migliore

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
25 Luglio 2010
Editoriali //

Un momento della manifestazione (image L.Piemontese)
Un momento della manifestazione (image L.Piemontese)
Manfredonia – CIRCA trecento persone hanno partecipato a Manfredonia ieri sera, sabato 24 luglio, al corteo del No Mafia Day, organizzato da gruppi spontanei di cittadini dopo il terribile uno-due di omicidi perpetrati nelle scorse settimane nell’ambito della cosiddetta Faida del Gargano. Il 27 giugno era stato crivellato di colpi il giovane Michele Romito, figlio del boss Franco ( Omicidio Romito e Arresto M.L., omicidio F.Romito) ; dopo appena tre giorni, la pronta risposta della famiglia avversa aveva lasciato per terra, nel suo bar posto in una zona centrale della città, Leonardo Clemente Omicidio L.Clemente , nipote dell’altro boss Ciccillo Libergolis Omicidio C.Libergolis.

La preoccupazione originata dalla tracotanza (derivante presumibilmente dalla certezza dell’impunità) e dalla efferatezza dei comportamenti delle famiglie mafiose era stata tale da far giungere nella città sipontina il ministro degli Interni Roberto Maroni Maroni a Manfredonia, il quale aveva presieduto una riunione tecnica del coordinamento interforze delle province di Bari e Foggia con successivo spiegamento di forze dell’ordine a presidio del territorio e a caccia dei latitanti Nel territorio unità a cavallo e cacciatori.

E la società civile? A partire dalle ore immediatamente successive ai due barbari omicidi, diversi cittadini ed associazioni locali si erano ritrovati presso il Luc (intitolato significativamente alla memoria di Peppino Impastato): non erano solo i ragazzi che animano quotidianamente il Laboratorio Urbano Cittadino, ma tante diverse anime e provenienze, tra cui i ragazzi della Bottega degli Apocrifi, quelli della Curva Sud, i rappresentanti di Libera, i boyscouts, semplici cittadini.

Con fatica, tanta volontà e spirito di sacrificio questi ragazzi e le associazioni aggregatesi giorno dopo giorno al progetto hanno lavorato all’organizzazione del corteo del No Mafia Day. Il giorno è finalmente arrivato ieri, quando le vie di Manfredonia, da piazzale Galli ( dov’è sito il Tribunale) a Piazza del Popolo, hanno visto sfilare una silenziosa processione volta a dire “no” ad ogni forma di mafia, di violenza, di omertosa connivenza.

Erano tutti di bianco vestiti, privati cittadini come le autorità politiche ( sindaco, rappresentanti della giunta e del consiglio, consiglieri regionali, una presenza bipartisan), scelta non casuale ma dettata dal desiderio di rappresentare “la purezza dei valori sui quali la società civile si fonda, ovvero il rispetto, la coesione sociale, la legalità“. Nessuno slogan, nessuna invettiva, nessun nome, ma solo il silenzio sdegnato contrapposto al rumore dei colpi di pistola uditi a Manfredonia fin troppe volte.

Quando intorno alle 22 il corteo è approdato alla sua destinazione finale è stato il momento delle conclusioni, quello in cui si sono tirate le somme. Dai ragazzi che sono stati l’anima della manifestazione un monito: questo è solo l’inizio, da qui nasce il movimento antimafia di Manfredonia. Questo corteo segna l’origine di un presidio permanente che vigilerà sul territorio; mai più ci saranno indifferenza e permissivismo davanti a chi crede di poter spadroneggiare, armato di violenza e di sostenuto dall’omertà.

Il tasto dolente della serata è nei numeri della presenza popolare, sicuramente al di sotto delle aspettative degli organizzatori. “Stasera Manfredonia ha vissuto un momento importante di partecipazione. La partecipazione dei giovani e delle associazioni è un primo passo, ma erano tanti, troppi, gli assenti. Dov’erano i commercianti, le imprese, i lavoratori? A un segnale forte dato dalla società civile, altrettanto forte è arrivato il segnale di una città intorpidita, che non è consapevole della gravità del fenomeno mafioso che la riguarda. Questo occorre dire, fuor di ogni retorica”, è stato il commento di Franco Salcuni (Legambiente).

E anche da alcuni promotori del corteo è trapelato un pizzico di delusione: “Avremmo potuto, anzi, dovuto essere di più. Forse è stata colpa della paura di metterci la faccia, forse dell’indifferenza ancora troppo diffusa a Manfredonia davanti alla criminalità organizzata, la convinzione sbagliata che gli episodi di sangue non riguardino tutti“. Uno degli organizzatori ha commentato: “E’ stato importante vedere tanti giovani, è su di loro che bisogna puntare con il sostegno degli adulti per un reale cambiamento innanzitutto di mentalità. Sono da apprezzare anche quanti, pur restando in casa, hanno esposto un lenzuolo bianco ai propri balconi come da noi richiesto. In definitiva, è vero che il numero dei partecipanti non è stato certo elevato, ma si è trattato comunque di presenze significative. Sono convinto che la prossima volta il numero aumenterà“.

Nel segno della speranza la conclusione della serata, affidata alle parole di don Raffaele Bruno (Libera): ” I ragazzi presenti oggi hanno dimostrato di non essere indifferenti. Ora li attende il passo successivo: svegliare le coscienze di chi non c’era, e capire tutti insieme cosa fare di tale risveglio. E’ il passo chiamato impegno, affinchè i morti ammazzati non restino soltanto ricordi nella comune memoria ma portino ad opere ed azioni concrete, appunto ad impegno”. “Siamo poveri uomini – ha proseguito- ma insieme possiamo cambiare il mondo. Adesso tocca dare un segno di continuità, di presenza costante, dobbiamo provare a far cambiare le cose. Perchè quella alla mafia non è una lotta ai mulini a vento, ma una battaglia che è possibile vincere” Beni confiscati alla mafia con gravame ipoteche.

E nel salutare i presenti, don Bruno ha rievocato le parole di Paolo Borsellino e la figura di Rita Atria, la diciassettenne che proprio grazie all’incontro col giudice ripudiò la famiglia mafiosa divenendo testimone di giustizia.

Alle parole di Borsellino ( “La lotta alla mafia non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità, e quindi della complicità“) le mani di tutti i presenti sono scattate in un unico, appassionato applauso, che ha lasciato l’immagine, bellissima, di una piazza invasa da giovani, famiglie, bambini, che hanno scelto di manifestare in difesa dei diritti di tutti, anche di chi ha ritenuto di non esserci.

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Il pre-manifestazione

Il video della manifestazione (servizio di L.Piemontese – ripr.mont.P2)

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