De Sario. L’altro grosso scoglio ai progetti di Gianni Mongelli si chiama Alfonsina De Sario. Il primo cittadino ha scelto la numero due della Questura come responsabile alla Sicurezza e Legalità (e vicesindaco). Per l’ingresso della terza donna in Giunta, però, ci sarà da attendere. Il nulla osta di Via Gramsci non è giunto. La pratica è avviata e non è affatto detto – nonostante l’ottimismo del sindaco – che si concluda in positivo. E, per il momento, Mongelli tiene la delega per sé (non è la sola. Il sindaco ha in sua mano: Aziende Partecipate, Controllo di Gestione, Comunicazione istituzionale, Pari opportunità, Parco Regionale Bosco dell’Incoronata, Sport, Cultura, Grandi Eventi, Emergenza Abitativa).
La Giunta che non piace. “Quando tutti sono scontenti vuol dire che il sinadco o ha sbagliato tutto oppure ha deciso in autonomia senza condizionamenti”, glissa Mongelli prima ancora di dare spazio alle domande. Sa, e bene, che le polemiche sono molte più delle pacche sulle spalle. D’altra parte la fuoriuscita certificata del Psi, il gelo dei Moderati e Popolari (non c’erano né Claudio Sottile, né Paolo De Vito), i mugugni di Sinistra ecologia e Libertà, e qualche sbuffo dei nove indipendenti non lasciano esattamente quieto il capo di Palazzo di Città. Che, anzi, ha aperto più d’una porta al centrodestra. “Non so se ci sarà, a questo punto, un dialogo più costruttivo – devia Mongelli a domanda – Bisogna che chiediate a loro”. Ma Franco Landella, pure gongolante di fronte ai nuovi (si fa per dire) volti, non si sbilancia. A margine dell’aula, anzi, ribadisce che “abbiamo più volte posto all’ordine del giorno la discussione, il confronto. Avremmo anche proposto dei nostri nomi”. Al momento, quindi, di collaborazione non se ne parla. Sta a Mongelli gettare l’amo. Ed in parte lo fa anche: “Non so – dice – se si tratti di una Giunta tecnica o di una Giunta non tecnica. Non so dire di che colore sia. So che è una Giunta che nasce per governare la città e per dare risposta ai suoi bisogni”. Che sono, nell’ordine: “qualità urbana, questione ambientale, questione sicurezza, programmazione strategica”.
Partiti. Mongelli non ha dubbi. Alla stampa racconta la storia dello ‘scontentati tutti’. “Oggi ci troviamo di fronte ad una vittoria della politica che non si arrocca”. Ad essere sconfitto “è il metodo Cencelli”, afferma. Eppure, a sentire i consiglieri, non tutti ci credono. “Le personalità chiamate a gestire il Mongelli bis stanno ai partiti come il ghiaccio all’inverno”, commenta un grande elettore mongelliano traendo spunti dalla cronaca delle ultime ore. Ed il più discusso di tutti è Roccop Lisi. Commercialista del tesoriere provinciale del Partito Democratico, con forti interessi nel mondo delle imprese della città, Lisi è in odor di conflitto di interesse. “Prenderò tutte le precauzioni del caso”, dice, secco, il primo cittadino. Riflettendo perplesso: “Foggia è una città strana che viene aiutata a far nascere i mostri”. Una stoccata alla stampa ed una richiesta esplicita: “Non gettiamo fango a prescindere”. S’impegna il sindaco. “A gestire tutto con assoluta trasparenza, alla luce del sole”.
Urbanistica: “In un anno Pug o dimissioni”. Ma l’obiettivo degli obiettivi della nuova Giunta, quello che, insieme con la riorganizzazione di Amica disturberà i sonni di Mongelli e degli assessori si chiama Pug. Il numero uno di Palazzo di Città ci ha vinto, ormai tre anni fa, una campagna elettorale. La sua promessa era quella di una rivoluzione urbana ed insieme civica che partisse dalla riorganizzazione degli spazi. Disattesa quella promessa, con l’assessore Gino Fiore (PD) a pagare per tutti le conseguenze, si punta a non tradire la sua replica. “Ho dato all’assessore Marasco un anno di tempo”. E se nulla cambierà, dice serio, “io e lui ci impegniamo a dimetterci”. Una promessa? “No, una minaccia”, scherza.
Cultura. Nessuna nuova, al contrario, giunge sul fronte politiche culturali. Non c’è l’assessore erede del compianto Rocco Laricchiuta. Mongelli mantiene nelle sue mani l’incarico ma già lancia una sfida. “Chiedo agli organismi di questa città di mettere in campo le migliori competenze”. Compagnie teatrali, mondo della formazione e dell’istuzione, associazioni: Mongelli chiama a raccolta tutti. Per loro, è già pronta l’idea: una Consulta per la Cultura che sarà gestita in accordo con uno o più consiglieri. Peppino D’Urso o, più verosimilmente, Michele Sisbarra. Un’accelerata, poi, Mongelli la dà anche sulla questione strutturale. “La pratica Teatro Giordano passa oggi nella mani di Agnusdei e Cavaliere e contiamo di sbloccarla una volta per tutte”. Stesso discorso per quel che attiene l’anfiteatro Mediterraneo. In più, rispunta un vecchio pallino delle amministrazioni comunali foggiane, il Teatro Tenda. Sotto il Governo Ciliberti pareva cosa fatta. E già si era pensato di intitolarlo a Ninni Maina, jazzista foggiano scomparso un lustro addietro. Poi, il silenzio. Fino al sussulto del Gianni due.
Capitanata Mongelli presenta la nuova Giunta. "In un anno il Pug". Psi lo...
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Pug….Disattesa quella promessa, con l’assessore Gino Fiore (PD) a pagare per tutti le conseguenze.
Per fare il PUG occorre investire anche in risorse economiche. Non sono state fornite, erano altre le emergenze e le priorità.