Da stamattina non sarà più possibile, temporaneamente, presentare domande per il Reddito di dignità pugliese. Lo ha stabilito la giunta, nell’attesa del coordinamento tra le misure di assistenza regionali e il Reddito di cittadinanza del governo Conte per il quale, invece, le domande dovrebbero aprirsi il 6 marzo. Lo stop alle richieste del Red non riguarda alcune categorie particolari: i genitori separati che risultano senza reddito e senza fissa dimora, le donne che sono state vittime di violenze e le persone che per una difficoltà applicativa nel calcolo della situazione reddituale equivalente – si sono ritrovate escluse sia dal Red sia dal Rei del governo Renzi, e che ora potranno invece avanzare domanda per il Reddito di dignità. Sono escluse dallo stop anche le domande che verranno presentate d’ufficio dai Servizi sociali dei Comuni a fronte di particolari situazioni di fragilità dei nuclei familiari.
La scelta, spiegano dalla Regione, è stata presa per non creare confusione tra i cittadini, anche perché l’Inps deve disattivare l’attuale piattaforma informatica utilizzata dai Comuni per l’istruttoria del Red e deve attivare un portale ad hoc per le domande relative al Reddito di cittadinanza. Dal 1° marzo, peraltro, anche i pagamenti bimestrali del Red verranno effettuati per bonifico direttamente dalla Regione per conto degli Ambiti territoriali, e non più attraverso un accredito sulla carta acquisti dell’Inps.
L’assessorato al Welfare dovrà dunque procedere a una revisione completa dello strumento di sostegno al reddito, per fare in modo che si integri con il Reddito di dignità e che non ci siano doppioni: nessuno potrà ottenere entrambi i sussidi. Con l’occasione, il Red verrà allargato per includere altre categorie a rischio di povertà: i disabili tra i 18 e i 64 anni che non hanno supporti familiari e che devono essere inseriti in un percorso «dopo di noi», le persone che hanno in famiglia un parente con la necessità di assistenza specializzata (caregiver), e le persone nel cui nucleo familiare figurano tre o più minori. Tre nuove categorie che vanno ad alleviare, almeno in parte, le necessità non coperte dall’assegno di cura e che dovranno essere definite in relazione ai limiti di reddito. Il Reddito di dignità della Puglia, lanciato a luglio 2016 con l’utilizzo dei fondi europei, prevede fino a 600 euro mensili a fronte della sottoscrizione di un patto di inserimento lavorativo che impegna il proponente a svolgere determinati compiti, anche di pubblica utilità.
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