“Io penso che si tratti di una boccata d’ossigeno, indispensabile per la sopravvivenza di quei posti di lavoro, ma non penso che questa sia la soluzione. Per fortuna si è scampato il pericolo maggiore, ma governo e ministero devono, per il futuro, cambiare le regole, ottemperando, fra l’altro, a sentenze e leggi, operando in piena legittimità. Quei lavoratori, cioè, che si occupano della scuola pubblica italiana, devono essere stabilizzati, dipendere direttamente dalla scuola, dal ministero della istruzione. Il risparmio calcolato per le casse pubbliche sarebbe notevole, non ci sarebbero speculazioni, né condizioni di lavoro vergognose, come per esempio quelle previste dalla tedesca Dussmann per gli ex LSU pugliesi, con un taglio del 60% su ore di lavoro e stipendi, oltre al rischio dei licenziamenti. Un modo per evitare tale epilogo, ora come ora, era la priorità, ma non ci si può fermare qui. Scampato il pericolo si deve cambiare il sistema”.
Redazione Stato