Nel corso degli ultimi anni come medico ho affermato che si è manifestato un incremento di tumori a Taranto rispetto alla provincia, sia per i maschi che per le femmine, e ciò comprova che il fenomeno non è legato al lavoro che una persona compie”, e “nemmeno è addebitabile alle abitudini alimentari”, ma che sicuramente c’è correlazione tra malattia ed inquinamento perchè “Taranto città ha un qualcosa di diverso sul piano ambientale rispetto al resto della provincia”, e mi auguro che il resto del lavoro della maxi inchiesta pervenga a quanto fino ad oggi ho enunciato.
Auspico di non sentire mai più parlare di eco compatibilità delle industrie inquinanti col territorio ionico e neanche che “Taranto è a vocazione industriale” e rilancio sull’unica possibilità di salvare Taranto sia sul piano sanitario ed ambientale che sul piano economico lavorativo attivando, con tutte le disponibilità finanziarie possibili, in un percorso di operosità economica alternativa alla grande industria inquinante, che è invece da chiudere e riconvertire. Indico da ora un cammino di cambiamento radicale civico, etico ed economico, con “Cambiamo Taranto”, che non è uno slogan ma l’impegno leale e costruttivo di cittadini che vogliono cambiare il destino delle future generazioni di Taranto e provincia esclusivamente in meglio. Mediante una comunione di idee e progetti che riguardano l’ambiente, il lavoro, la cultura e la tutela delle fasce deboli si vuole coraggiosamente ribaltare il sistema dei poteri che gestiscono le sorti e il destino di una città stuprata da anni di inquinamento massivo, umiliata da affarismo politico ed economico, da ignoranza e declassamento sociale. Bisogna dare dignità ad una città attraverso chi la abita e ne vive tutti i disagi, solo i cittadini sensibili e consapevoli possono recuperare il ruolo di protagonisti . Non esistono più a Taranto categorie sociali privilegiate, tutti devono essere coinvolti nel risorgimento di Taranto; non esistono alibi nel defilarsi dall’impegno politico da demandare ai soliti incompetenti.
“Cambiamo Taranto” deve essere l’impegno dei cittadini a fare e costruire una Taranto secondo le regole di diritto, secondo le migliori aspirazioni del vivere quotidiano. E ora di finirla col ricatto occupazionale delle industrie inquinanti e la migrazione in altri luoghi d’Italia, o fuori da questa, dei nostri migliori cervelli, di intere nuove generazioni.
Patrizio Mazza è consigliere regionale della Puglia per l’Italia dei Valori)
Grande articolo! Sono stufo dell’indifferenza e del senso di impotenza tra le parole dei cittadini.
Noi insieme possiamo tanto!
Basterebbe della sana informazione, coesione..e togliersi dalla mente che Taranto deve dipendere dalle industrie.
Eppure, il circolo tarantino di una lega ambientalista locale, per bocca di due suoi miopi o finti tonti responsabili, ha ribadito l’opportunità di una massiccia riduzione del carico inquinante prodotto dall’ILVA, ribadendo, sotto sotto, la solita favoletta per gli ignoranti sulla possibile eco-sostenibilità di una mostruosa azienda che insiste nel centro cittadino, quasi che il disastro ambientale colposo e doloso che ha distrutto la vita e l’economia di una popolazione e di un intero territorio, non fosse ancora sufficiente a farla chiudere e a costringere i responsabili, Stato e padroni, a un maxi risarcimento che, comunque, non potrà restituire alle famiglie i congiunti uccisi dall’inquinamento e ai cittadini gravemente ammalati la salute cui avrebbero avuto diritto. Strano che a Genova proprio questa stessa lega abbia invece costretto gli stessi inquinatori di Taranto a chiudere l’area a caldo, salvando migliaia di vite e il territorio dalla stessa orribile fine che invece ha fatto la nostra amata città.
Perchè invece di far sottintendere non si fa il nome di una ben affermata LEGA AMBIENTE con i suoi personaggini ? E’ chiarissimo il loro intento di non farsi nemici e quindi con l’ondivago andazzo continuare a prendere in giro i tarantini che credono di avere dalla loro parte chi invece vuole gabbarli