“Quando, finalmente, ciò avverrà -aggiunge Marasco- dobbiamo confrontarci con la città per trovare la soluzione più equilibrata e funzionale ad impostare una nuova politica dei rifiuti fondata su riduzione, riuso e riciclo a garanzia dello sviluppo di un’impresa in cui la collettività foggiana entra versando 7 milioni di euro, a garanzia dei lavoratori che hanno bisogno di una prospettiva industriale moderna e a garanzia di cittadini, artigiani, commercianti, professionisti e imprese gravati da un’imposizione fiscale insopportabile”.
“Non sono io ma la Federazione delle Imprese di Servizi e la Fondazione Sviluppo sostenibile di Edo Ronchi -prosegue il candidato sindaco- ad aver lanciato l’allarme sull’ingente volume di investimenti necessario, proprio in Puglia, per realizzare moderni impianti di gestione e smaltimento dei rifiuti oltre che per sviluppare un capillare sistema di raccolta differenziata, cosa che l’AMIU perfino a Bari non è in condizione di fare, come accade alla quasi totalità delle aziende tutte pubbliche in Italia”.
“La mia provocazione circa il cambio dei segni distintivi sui mezzi e cassonetti in modo che si valorizzi l’apporto di lavoratori e risorse economiche foggiane -conclude Marasco– va nel segno di una ritrovata dignità di una Città che, malgrado le promesse del sindaco uscente, si trova ancora una volta col fiato sospeso dell’ennesima proroga della gestione straordinaria”.
Redazione Stato