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Forme vincenti di autosostentamento: Webbin, il lavoro che premia

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
2 Maggio 2010
Lavoro //

Lo staff aziendale della Webbin (image Stato)
Lo staff aziendale della Webbin (image Stato)
Manfredonia – ALLE continue invasioni a Manfredonia di imprenditori dell’Oriente si contrappone, nella zona artigianale della città, la sede di un’attività dedita alla distribuzione di materiale informatico. Un’attività che ha fondato sulla continuità di gruppo, e su forme di autosostentamento finanziario, i canoni principali della propria filosofia di operatività aziendale. Un’isola commercialmente felice, dunque, quella della Webbin di Manfredonia, fra le poche realtà imprenditoriali locali riuscita ad emergere grazie ad erogazioni di banche ed istituti di credito (ricompensati all’unisono) senza attingere pertanto a finanziamenti comunitari. Per la Webbin (Feliciano Ciociola – amministratore, Pasquale Rinaldi – area internet, un passato come giornalista e conduttore radiofonico, Rete Smash, Rossana Forte – responsabile acquisti, Mattia Potenza – ufficio commerciale, Agnese Olivieri – ufficio commerciale, Davide Leone -ufficio commerciale/logistica, Matteo Trotta – ufficio resi/magazzino, Raffaele Ognissanti -Agente Puglia, oltre all’apporto “morale ed economico dato negli anni” da Matteo e Giovanna, fratello e sorella di Feliciano) quello che sta per arrivare rappresenta l’anno numero dieci di attività aziendale. Una ditta che vede in Feliciano Ciociola un imprenditore che ha intrapreso un percorso di operatività aziendale distante rispetto alle tradizioni commerciali della famiglia (il nonno è il fondatore della Silac, nota azienda latteo-casearia locale).

LA DITTA – “La Webbin – dice Feliciano – è nata nel febbraio del 2001 da una mia inizativa e del mio socio Pasquale (Rinaldi). Inizialmente eravamo una ditta dedita alla creazione di pagine e siti web”. Poco dopo l’idea di abbinare al nostro lavoro il settore commerciale per espandere la nostra rete. “Oggi – dice Feliciano – non posso nascondere i risultati conseguiti, per i quali devo ringraziare di cuore l’apporto della famiglia. Ma se dovessi tornare indietro – dice ancora Ciociola – non sarei certo di reintraprendere questo percorso. Se poi pensiamo alle attuali difficoltà dovute dalla congiuntura economica, non sarei proprio partito”.

Pasquale Rinaldi, Feliciano Ciociola (image Stato)
Pasquale Rinaldi, Feliciano Ciociola (image Stato)
LI’ DOVE C’ERA UNA WEB AGENCY ORA C’E – “All’inizio eravamo solo io e Pasquale poi si sono aggiunti tutti gli altri. Siamo partiti con un bilancio nel 2001 di 120 milioni. Oggi ? Abbiamo un volume di affari che sfiora i 4 milioni di euro”. La Webbin non importa i prodotti dall’estero ma ha contratto degli accordi commerciali diretti con brand come Acer, Asus, Hp. L’azienda esporta fino ad un 10% del suo materiale in Europa. La maggior parte della clientela è della Puglia, “ma anche Molise, Abruzzo”. “Fino a poco fa eravamo obbligati noi a chiamare i clienti, oggi sono loro a chiamarci. Siamo un ingrosso ma con un servizio di consegna interno nelle 24 ore. Oggi contiamo su una rete di almeno 400 clienti”.

Por Puglia, 2000-2006 per 247mila euro a fondo perduto (finanziamento per oltre 460mila euro). Poi – dice Ciociola – abbiamo ritenuto gravoso l’impegno di assumere nel tempo 4 unità operative. Un dipendente, oggi, costa mediamente 22-23 mila euro. Non credo che saremmo riusciti a gestire queste spese. Ma una scelta che oggi rifarei: sono 10 anni che siamo su piazza, mai una ricevuta indietro, mai un conto corrente scoperto. Il nostro segreto ? – dice Feliciano – serietà e competenza. Non siamo una multinazionale. Qui non si può nascondere nessuno: se qualcuno del nostro gruppo non lavora, automaticamente la ditta accusa una carenza d’organico. Di struttura”.


NEL FUTURO DELLA DITTA – “Il prossimo passo da fare sarà quello di comprare un magazzino nuovo – dice ancora Ciociola – oggi abbiamo 300 metri di magazzino completamente impegnati. Il nostro è un settore difficile. Si compra oggi ma domani il prezzo è già cambiato con il rischio di vedere andare in fumo 300mila euro di materiale se cambiano i listini. Certo rimane la strategia dell’abbinamento di un prodotto in calo con uno che sale (per riuscire a salvare parte del fatturato), ma non sempre può andare bene. Il lavoro c’è ma incassare diventa sempre più difficile – dice Ciociola – il nostro settore è un settore a margine. Dalla distribuzione, casa madre, al primo rivenditore per 5 punti massimo 6 nei casi particolari. Ma i risultati finora conseguiti, a livello imprenditoriale, non possono che spingerci ad andare innanzi”.

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