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Eolico selvaggio, Delle Noci: no “obolo” per i silenzi

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
2 Luglio 2013
Manfredonia //

Pino Delle Noci (ST)
Manfredonia – LA questione pale eoliche senza una precisa regolamentazione rischia di favorire contestazioni e infiltrazioni di vario genere nell’affare pale eoliche. Urge una regolamentazione Europea, nazionale, regionale comunale atta a destinare parte dei territori a tali insediamenti. Non è possibile disseminare parchi eolici e fotovoltaici ovunque in barba ad ogli vincolo e sottraendo anche terreni coltivabili a produzione energetica. Si rischia di arrivare al punto di doverci alimentare con l’energia alternativa. Oltretutto sono strutture prodotte altrove, quando in Italia c’è peluria di posti di lavoro. Breci periodi per le installazioni e poi si ritorna, come al solito, alla fame. Non stupirebbe se, dietro a certi atteggiamenti, venisse applicata la pratica dell’obolo per le autorizzazioni e i silenzi.

COMUNICATO. Pensando che i contenuti possano suscitare interesse, rimettiamo il comunicato trasmesso in relazione alla conferenza stampa tenutasi presso il sito Unesco di Matera, sulla drammatica situazione che l’eolico sta determinando sul territorio della Lucania e nel Mezzogiorno in generale.

Enzo Cripezzi – LIPU coord. Basilicata e Puglia

COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI NAZIONALI A TUTELA DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIO LUCANO Altura, Amici della Terra, Comitato Nazionale contro Eolico e Fotovoltaico, INU, Italia Nostra, LIPU

BASTA EOLICO !

Matera, 29 giugno 2013 – In continuità con la manifestazione nazionale di Orvieto del 13 aprile scorso, oggi dal prestigioso sito Unesco di Matera, il Coordinamento delle associazioni contro l’eolico industriale ribadisce il proprio netto “BASTA EOLICO” e invita a considerare la drammaticità della situazione Lucana, sintomatica di una aggressione al Mezzogiorno senza precedenti: da un giorno all’altro piovono autorizzazioni per nuovi impianti e, in poco tempo, il patrimonio paesaggistico e ambientale lucano potrebbe essere definitivamente sconvolto per effetto dell’installazione di altre duemila pale eoliche dietro l’angolo, oltre alle circa 300 torri già installate nel corso degli ultimi dieci anni, senza contare le numerosissime non censite, poiché scandalosamente insediate con semplici Dichiarazioni di Inizio Attività.

Per fermare questo rischio, il Coordinamento chiede impegni precisi alla politica nazionale e locale. Alla Regione chiede la rivisitazione del PIEAR, per altro fuorilegge poiché privo di obbligatoria Valutazione di Incidenza, e il suo adeguamento alle Linee Guida nazionali secondo la interpretazione più stringente, la riadozione dell’Atto di indirizzo approvato dalla giunta nel 2004 e la rimozione della disastrosa deregolamentazione dei cosiddetti mini impianti (tutt’altro che mini !). Al Parlamento e al Governo chiede la rimozione immediata degli incentivi ai nuovi impianti eolici e la tassazione delle grandi rendite garantite agli impianti in esercizio o in realizzazione, rendite ancor più sconcertanti in questo momento di crisi drammatica.

L’’intervento dello Stato è determinante in un momento in cui l’aggressione è talmente virulenta, con la mortificazione del paesaggio, della biodiversità, della storia e, in definitiva, della stessa identità del Paese su cosi vasta scala, da richiedere azioni drastiche, rapide e improcrastinabili.

Ai due livelli chiediamo, inoltre, politiche per dirottare una parte di questo fiume di denaro cosi risparmiato verso opzioni ben più convenienti per la lotta ai gas serra: efficienza energetica, risparmio, fonti rinnovabili termiche di piccola taglia, microimpianti per la produzione di energia elettrica, allocati su capannoni, aree industriali e similari, quindi con la compartecipazione di famiglie e piccole imprese. Solo così si può uscire dalla crisi economica e sostenere davvero l’occupazione attraverso imprese nazionali e aziende locali di costruzione, installazione e manutenzione.

In considerazione delle difficoltà contingenti dell’ amministrazione regionale, le Associazioni propongono anche alcune misure che sono nelle competenze del Consiglio Regionale in carica fino a novembre, da attuare con provvedimenti a carattere di massima urgenza, nel primo consiglio utile:

– Emanare direttive per rendere efficaci le conferenze dei servizi, nel senso di non incoraggiare il “defilamento”dei soggetti partecipanti, favorendo invece la loro piena partecipazione attraverso convocazioni concordate con anticipo. Gli Enti coinvolti infatti si trovano ad affrontare la valutazione di circa trecento voluminosi progetti con gli stessi mezzi, le stesse risorse umane e finanziare che avevano col normale lavoro e questa è una situazione insostenibile che deve essere risolta.

– Attivare il Comitato Paritetico Stato-Regione (già istituito), cui affidare, in attesa della definizione del Piano Paesistico regionale, l’individuazione delle aree strutturanti il paesaggio regionale, delle aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità e/o di particolare pregio.

– In particolare occorre incrementare da subito mezzi e personale nelle Soprintendenze e negli uffici preposti alla tutela del territorio ed in particolare del paesaggio.

I fondi? Prelevarli dalle somme che la Regione incassa per l’esame dei progetti.

– Emanare indirizzi e disposizioni affinché gli uffici preposti all’esame dei progetti siano in grado di predisporre istruttorie accurate e possano applicare pienamente Linee Guida nazionali. In particolare, occorre che gli uffici possano controllare l’ esatta descrizione della situazione dei territori quo ante e siano protetti nell’esercizio delle loro funzioni di controllo da ogni eventuale indebita pressione.

– Garantire l’accessibilità su internet di TUTTI i progetti, autorizzati e non, e di TUTTI i provvedimenti adottati, nella loro completezza cosi che l’opinione pubblica possa prendere atto della vergogna nazionale in corso.

– Inoltre, considerando che ogni nuovo impianto sarà, solo e inconfutabilmente, un ulteriore, inutile scempio paesaggistico oltre che finanziario, occorre che anche il Consiglio regionale adotti un ordine del giorno con cui sostenga, “senza se e senza ma” nei confronti del Governo, il taglio immediato di ulteriori incentivi e la tassazione delle megarendite garantite alle società.

Prima che sia troppo tardi, il Coordinamento chiede alla politica lucana e nazionale una rapida corsa ai ripari rispetto agli errori compiuti negli scorsi anni che hanno già determinato danni gravissimi al territorio e al paesaggio della Lucania e alla sua futura economia.

Redazione Stato@riproduzioneriservata

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