Statoquotidiano.it, 02 ottobre 2022. Stornara – Sarebbero ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni quelli che, da alcune sere ormai, nella zona 167 del paese in via Salvator Rosa, tra le 21.00 e le 22.30, starebbero “mettendo a soqquadro il quartiere riempiendo di insulti i passanti, con lancio di pietre contro auto e sui balconi” e, sembrerebbe, “dando fastidio a donne”.
Interpellati, intanto, forze dell’ordine e autorità.
Così, il sindaco Roberto Nigro ai microfoni di Statoquotidiano: “Ho incontrato gli abitanti della zona ed ho parlato con i carabinieri presenti nella nostra comunità. Stiamo monitorando l’area con il maresciallo di zona”.
Raccontano gli abitanti del posto, sulla pagina Facebook di STORNARALIFE, che i ragazzi in questione girerebbero per le strade della zona “con cappucci in testa” pronunciando “parole allucinanti” e darebbero l’impressione di essere una delle cosiddette “baby gang”.
Generalmente, con tale espressione, baby gang, si fa riferimento al fenomeno di microcriminalità che vede protagonisti bambini e ragazzi dell’età compresa fra i 7 e i 14 anni. Fenomeno che si sviluppa, di solito, in contesti urbani ed ha come epicentro le periferie, pur interessando spesso anche i centri cittadini.
Le baby gang agiscono in branco, facendosi forza l’un l’altro e coprendosi le spalle a vicenda. Ogni azione, dunque, così come la modalità di esecuzione, prevede che ci sia a monte una visione di gruppo.
Lo scopo non è tanto il valore di quanto i ragazzi coinvolti ottengono, ma la dimostrazione chiara e precisa di quanto si è forti e coraggiosi di fronte agli amici.
Secondo alcune teorie, le azioni criminose delle baby gang si ricollegano al contesto familiare e affettivo in cui sono cresciuti i minori.
Altre teorie “razionaliste” sostengono la tesi secondo cui l’adesione alle baby gang è volontaria e spontanea, quindi non strettamente collegata al contesto familiare di bambini e ragazzi coinvolti. Secondo questa prospettiva, i giovani, influenzati da determinati contesti valoriali, scelgono la strada delle baby gang per ottenere un guadagno in termini economici o di autostima.
Vi sono poi le teorie che fanno leva sul concetto di aggressione-frustrazione. In questo senso, il fenomeno delle baby gang avrebbe origine nella psiche di soggetti frustrati. E quando la fonte di una frustrazione non può essere controllata, l’aggressività si rivolge verso un obiettivo debole.
Il gruppo attira coetanei e coetanee che vivono in forti situazioni di disagio psicologico, con sentimenti di rabbia che si sviluppano in contesti multiproblematici.
Tuttavia, il ceto sociale non è discriminante in quanto si registrano gang i cui componenti appartengono a famiglie di rango sociale elevato.
Secondo l’Osservatorio Nazionale sull’adolescenza, istituito presso il Ministero della famiglia, il 6,5% dei minori fa parte di una banda, il 16% ha commesso atti vandalici, 3 ragazzi su 10 hanno partecipato ad una rissa.
Ora, stando a testimonianze varie raccolte da questa testata, il fenomeno starebbe insorgendo anche nei Cinque Reali Siti, non solo a Stornara.
È emergenza?
Forse, perlomeno, gli episodi di Stornara devono far pensare. Indurre l’universo degli adulti, nei vari ambiti familiari, educativi, politici, a riflettere su possibili misure e soluzioni preventive.