Fra le prime dimore stabili nei pressi della grotta di San Michele di Monte Sant’angelo dovettero esserci quelle di religiosi, ovvero preti, monaci eremiti.
Non pare attendibile la notizia, che già nel 494 sorgesse nei pressi della grotta dell’Apparizione un’Abbazia benedettina; in quell’anno il fondatore dell’ordine monastico in Occidente, San Benedetto, era appena quattordicenne.
Se i monaci benedettini, raccolti in una loro Badia, o nell’ospizio dei pellegrini, che certamente sorse sin dai primi tempi, hanno avuto cura del Santuario, ciò può essere avvenuto nella seconda metà del VI secolo e non alla fine del V secolo.
Oltre ai religiosi, dovettero stabilirsi sul posto, sin dai tempi dalla prima Apparizione, cacciatori, pastori e contadini dalla contrade più vicine, ed in seguito, con il crescente afflusso dei pellegrini, piccoli commercianti, specie dalla vicina Siponto, mulattieri, e modesti artigiani.
Questi nostri lontani progenitori, rudi e robusti montanari, erano temprati dal sole e dalle intemperie, bruni, incolti nella barba e nella capigliatura, ravvolti in pelle di capre e con semplici calzari.
L’esistenza su quella montagna non è facile, perchè la conquista dell’essenziale comporta una dura lotta quotidiana.
La terra non si presta alla coltura, l’uso dei veicoli è impossibile. L’attività più facile è la pastorizia, ma un pò tutti devono cimentarsi con l’arco, le frecce ed il pugnale per procurarsi la selvaggina ( cervi, caprioli, cinghiali, tassi, lepri, folaghe ed anitre), di cui il Gargano doveva essere molto ricco.
Monte Sant’Angelo 02 ottobre 2023 – Michele Piemontese
Sempre attento alla nostra terra il nostro storico letterario Michele Piemontese con ologio e rispetto.
Però siamo rimasti la come tu affermi la terra non si presta alla coltura è l’attività è la pastorizia ormai decimata chi rimangono statali infermieri questa e la cruda realtà a Monte.
Sempre con rispetto è ammirazione apprezzo i suoi articoli.