Roma – IN FINANZIARIA la “cura Calderoli”: taglio per giunte e consigli negli enti locali, con la cancellazione di posto per il 27% dei 160mila politici locali, e la chiusura di consigli circoscrizionali, soppressione della figura dei difensori civici comunali e dei direttori generali nelle città con meno di 100mila abitanti. Oltre naturalmente alla cancellazione, o ridimensionamento, delle Comunità montane. Nuove regole sul Patto di Stabilità per comuni e province, con previsione di “commissariamento” per i cosidetti recidivi. Per i cittadini, come già anticipato su Stato, previsto il rimborso di un miliardo di euro di Iva pagati negli ultimi anni con la tariffa dei rifiuti, dopo l’obbligo di restituzione dettato dalla Consulta (modifica firmata da Maurizio Leo del Pdl). In verità, i posti in giunta e in consiglio si potranno eliminare solo al termine dei rispettivi mandati, così prevedendo per il 2010 un risparmio per le casse statali pari a 85 milioni di euro (190 per il 2011, 240 per il 2012). I tagli ordinari, come già anticipato da Stato tramite un articolo inerente la protesta dell’Anci, associazione nazionale comuni italiani, del presidente Sergio Chiamparino, potrebbero provocare un “forte dissidio” tra gli stessi rappresentanbti delle amministrazioni e il Governo centrale. I tagli previsti dallo Stato fanno invero riferimento a quanto già previsto dal ddl per la ‘Carta delle Autonomie’, approvato lo scorso 19 novembre 2009 dal Consiglio dei Ministri (ad esclusione di un tetto per le indennità che non potranno superare il trattamento economico dei parlamentari nazionali). I tagli più consistenti non riguarderanno assessori e consiglieri delle province ma gli enti locali, indi le giunte dei comuni. Prevista la cancellazione del 41% attuale dei posti comunali (circa 15mila poltrone). In particolar modo saranno colpiti i comuni con meno di 3mila abitanti (circa 4500) che passeranno infatti, nelle loro giunte, dagli attuali 4 a 2 assessori (possibilità anche di fare a meno del tutto degli assessori con delega a due consiglieri). Per i consigli dei comuni previsti con riduzione da 12 a 8 componenti, mentre nelle province i “correttivi” riguarderanno il 26% degli assessori e il 18% dei consiglieri. I “bacini imbriferi montani” sopravviveranno, ma un da un altro “la soppressione ” entrata in vigore ad un anno dalla riforma lascia il posto ad una delega alle regioni per poter intervenire entro un anno. Per le circoscrizioni: la somma minima per creare i cosiddetti parlamentini è stata fissata (con riduzione da 250mila) a 180 abitanti: i consigli avranno 8 membri che potranno salire a 12 nelle sei città italiane che contano più di 500mila abitanti. Si attende naturalmente l’esame della commissione al bilancio della Camera per comprendere quale di queste misure passeranno effettivamente in esecuzione (possibile anche la non ammissibilità in quanto misure “ordinamentali” e quindi incompatibili con la manovra). Come già detto in precedenza (Il Patto è tratto) le amministrazioni che non rispetteranno i vincoli imposti nei Patti di Stabilità saranno chiamate a riparare entro i 3 anni successivi. In caso contrario: previsto lo scioglimento del consiglio o il commissariamento dello stesse ente locale.
Economia "Cura Calderoli": per le Comunità Montane determinante intervento delega delle Regioni
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