Dalla denuncia di scomparsa risultava che l’ultimo era stato tale Michele di Troia, che veniva identificato in Mandara Michele, agricoltore 41enne. Lo stesso, quindi, veniva sentito unitamente a tutti componenti della sua famiglia nei primi giorni di dicembre e dalle dichiarazioni si evidenziavano già una serie di contraddizioni, circa i suoi movimenti e i suoi rapporti con la donna. Le indagini si concentravano, pertanto, sull’uomo e da subito emergevano indizi tali da ritenere che lo stesso si fosse invaghito della prostituta.
L’epilogo nella mattinata di sabato scorso quando, al termine di un drammatico interrogatorio, l’uomo confessava di averla uccisa la sera stessa della scomparsa, nella sua masseria, dove si erano appartati per consumare un rapporto sessuale, con 2 colpi di fucile esplosi con il fucile da caccia del padre legalmente detenuto, in preda ad uno scatto d’ira nel corso di un litigio per motivi economici. Mandara aveva chiesto alla HASHENKO la restituzione della somma di 4.000 euro che gli aveva prestato nei mesi precedenti, ma la donna aveva opposto il suo rifiuto a restituirglieli.
Dopo alcune ore dall’omicidio, l’uomo aveva occultato il corpo della vittima buttandolo nel pozzo, poco distante, dove poi è stato ritrovato su indicazione dello stesso Mandara che accompagnava gli investigatori sul posto. Il corpo veniva quindi recuperato grazie all’intervento dei Vigili del Fuoco, in avanzato stato di decomposizione.
Per i fatti esposti è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Foggia a carico di Mandara Michele un provvedimento di fermo d’indiziato di delitto e lo stesso, dopo le formalità di rito, è stato associato in carcere.
Redazione Stato@riproduzioneriservata
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