Foggia/Manfredonia – PROTESTE di un gruppo di nigeriani con occupazione del C.A.R.A. di Borgo Mezzanone: stamani un incontro in Prefettura a Foggia tra gli stessi ospiti della struttura, la Presidente della Commissione territoriale e vertici istituzionali, in seguito ai disordini verificatisi ieri.
Alla base delle proteste – che hanno spinto i dipendenti dell’ente gestore della struttura ad abbandonare il campo – il diniego della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale ad alcune istanze presentate dagli immigrati. Da qui, dopo aver censurato i comportamenti degli ospiti, che potrebbero anche originare provvedimenti di tipo penale per gli autori degli stessi (causa gli scontri di ieri con le forze dell’ordine, da registrare alcuni feriti), i rappresentanti della Prefettura hanno garantito il sostegno da parte degli enti proposti – Commissione territoriale, associazioni e soprattutto legali dell’ente gestore del Cara – per una risoluzione positiva delle singole istanze.
Naturalmente resta la necessità di un’attestazione ufficiale di quanto dichiarato dagli stessi immigrati per il parere favorevole della Commissione. Da parte della Prefettura di Foggia anche un sostegno per l’assistenza agli ospiti del Cara per i ricorsi contro possibili dinieghi delle istanze. Come risaputo, un parere negativo per le richieste comporterebbe, in assenza di ricorso o analogamente in caso di ulteriore diniego, l’emissione di un decreto di espulsione a carico degli immigrati interessati che dovrebbero per legge tornare nei propri Paesi di appartenenza.
Stamani la situazione al Cara di Borgo Mezzanone non avrebbe destato particolari attenzioni. Regolarmente al lavoro i dipendenti della cooperativa Senis Hospes di Bari.
Come detto, il parere favorevole per il riconoscimento della protezione internazionale non viene rilasciato dalla Prefettura di Foggia ma dalla Commissione territoriale, composte da 4 membri di cui due appartenenti al ministero dell’Interno, un rappresentante del sistema delle autonomie e un rappresentante dell’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (Acnur/UNHCR). All’audizione del richiedente asilo partecipa anche un interprete.
Come spiegato sul sito del Ministero dell’Interno, “le Commissioni territoriali sono state istituite in numero di dieci, oltre alla Commissione Nazionale che ha compiti essenzialmente di indirizzo e coordinamento e formazione dei componenti delle Commissioni Territoriali, nonché di esame per i casi di cessazione e revoca degli status concessi. La Commissione territoriale può riconoscere lo status di rifugiato e in questo caso rilascia un provvedimento che consente al richiedente di ritirare in Questura il permesso di soggiorno per asilo. Il permesso di soggiorno per asilo ha una durata di 5 anni ed è rinnovabile ad ogni scadenza.
La Commissione può anche non riconoscere lo status di rifugiato e concedere la protezione sussidiaria, se ritiene che sussista un rischio effettivo di un grave danno in caso di rientro nel Paese d’origine. In questo caso, la Commissione informa il richiedente che può ritirare il permesso di soggiorno per protezione sussidiaria negli uffici della Questura. Questo tipo di permesso ha una durata di 3 anni ed è rinnovabile ad ogni scadenza, dopo che la Commissione Territoriale abbia rivalutato il caso, talvolta anche senza una nuova audizione. Il permesso di soggiorno per protezione sussidiaria può anche essere convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro.
Se non può essere riconosciuto lo status di rifugiato, tuttavia la Commissione può ritenere che sussistano gravi motivi di carattere umanitario e, pertanto, chiede alla Questura che venga dato al richiedente un permesso di soggiorno per motivi umanitari.
La Commissione può non riconoscere lo status di rifugiato oppure rigettare la domanda per manifesta infondatezza. Contro le decisioni della Commissione territoriale si può ricorrere al Tribunale la sospensione quando ricorrono gravi e fondati motivi, che deve decidere nei cinque giorni successivi.
La Commissione nazionale per il diritto di asilo individua le linee guida per la valutazione delle domande di asilo e collabora con altri organismi
istituzionali nonché con gli analoghi organismi dei Paesi membri dell’Unione europea. Provvede ad aggiornare una banca-dati informatica contenente le informazioni utili al monitoraggio del fenomeno delle richieste di asilo nel nostro Paese”.
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(ANSA) – ROMA, 3 MAR – Sono 7.882 i migranti sbarcati sulle coste italiane nei primi due mesi dell’anno, il 43% in più rispetto allo stesso periodo del 2014, quando gli stranieri arrivati via mare furono 5.506. Complessivamente gli sbarchi sono stati 69 contro i 46 dello scorso anno. Lo indicano dati del Viminale. Gli immigrati presenti nelle strutture d’accoglienza sono attualmente 67.128. Le presenze più numerose si registrano in Sicilia (13.999 persone, pari al 21% del totale nazionale).
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