Nell’Adriatico si possono registrare terremoti sino a magnitudo 7 contro l’ 8,9 del recente terremoto al largo della costa del Giappone, verificatosi a 24 km di profondità causando onde fino a 8 metri di altezza. Maremoti come quelli che si verificano nel Pacifico qui non sono possibili perchè l’Adriatico soprattutto nella parte centro-settentrionale arriva solo fino a 200 metri di profondità e la forza distruttiva di un maremoto non sarebbe paragonabile. “Tuttavia l’ Adriatico ha spiagge molto basse e se si verificasse un’onda anche solo di mezzo metro che avanza e poi si abbatte sulle spiagge, magari piene di bagnanti, può essere una tragedia “. Così ha recentemente dichiarato in un’ intervista, Stefano Tinti , Ordinario di Geofisica dell’Università di Bologna. Il punto è che riscopriamo oggi la necessità di studiare e monitorare anche il “nostro mare” non solo per l’eventualità che si verifichi un maremoto anche da noi (negli ultimi 500 anni sono stati circa 25 nell’Adriatico) ma per il ruolo enorme che esso ha sulla nostra civiltà e sul nostro ecosistema.
Esiste in Italia l’ ISMAR (Istituto di Scienze Marine) del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) che svolge ricerche in aree polari, oceaniche e mediterranee per studiare : l ’evoluzione degli oceani e dei margini continentali per definire l’attività di vulcani, faglie e frane sottomarine e gli scenari di impatto sulle coste; l’influenza dei cambiamenti climatici sulla circolazione oceanica; l’ acidificazione, i cicli bio-geochimici e la produttività dei mari; gli habitat e l’ecologia marina; il crescente inquinamento delle aree costiere e profonde; le risorse alieutiche per mantenerne lo sfruttamento entro limiti sostenibili e migliorare le pratiche di maricoltura e acquicoltura, nonché i fattori naturali e antropici che impattano economicamente e socialmente su coste e lagune dalla preistoria all’epoca industriale.
L’ISMAR ha sette Unità Organizzative di Supporto in Italia e fra queste l’UOS di Lesina la quale si occupa degli aspetti idrobiologici dei nostri ambienti salmastri e costieri studiando le comunità biotiche nel contesto fisico e chimico di sistemi confinati quali quelli vallivi o ad essi assimilabili. Altre ricerche riguardano il funzionamento degli ecosistemi lagunari di Lesina, Varano e della fascia costiera pugliese anche mediante il rilevamento di parametri ambientali. Gli studi ivi riguardano la biologia e l’ ecologia, la geochimica e sedimentologia lagunari e costiere. Per le aree costiere della Puglia settentrionale sono attivi importanti progetti di ricerca nazionali multidisciplinari con finanziamenti anche esterni. L’UOS di Lesina contribuisce quindi a salvaguardare il nostro territorio e non solo, divenendo una realtà da conoscere e far conoscere sempre meglio (www.ismar.cnr.it).
anton.mancini@libero.it
E’ meglio stare allertati anche perchè l’energia accumulata in alcuni punti dell’Italia soprattutto nel sud potrebbe scatenarsi con un violento terremoto. Certo si dice che la magnitudo massimo e 7. Ma attenzione a fare questa previsioni anche perchè gli studi sismici in molte aree italiane sono di epoche molto recenti e quindi non si può dire se ad esempio a Messina e Reggio Calabria e così come in altre zone del centro e del nord un sisma sarà superiore a quella di 7.
Ricercatore in eventi sismici e vulcanologici.