Bari. “Gli elementi raccolti dalla polizia tributaria consentono di provare che il Tavasci ed il Corriero siano intervenuti nella gestione della Gema, affiancando di continuo interessi propri a quelli della società e rendendosi, quindi, responsabili contabilmente dei mancati riversamenti nei confronti di tutti gli enti per i quali la società ha esercitato l’attività di riscossione, come ripetutamente fatto palese dal materiale probatorio raccolto nel corso delle indagini svolte. Entrambi i soggetti, in conseguenza del compimento degli atti di apprensione e gestione del denaro incamerato dalla Gema per conto dei Comuni, hanno inevitabilmente acquisito la qualifica di agenti contabili di fatto e divengono quindi, responsabili delle somme non riversate in questa sede al Comune di San Paolo di Civitate, non avendo fornito giustificazione alcuna per gli inadempimenti nell’obbligo di riversare i fondi raccolti nelle casse comunali“. Con recente sentenza, la Corte dei conti – Sezione giurisdizionale per la Regione Puglia, definitivamente pronunciando, nel giudizio di responsabilità iscritto al n. 32428 del registro di segreteria, ha condannato la società Gema Spa in fallimento, Corriero Giuseppe e Tavasci Lanfranco, in solido tra di loro, al risarcimento del danno, a favore del Comune di San Paolo di Civitate, nell’importo di € 701.617,11, aumentato della rivalutazione monetaria secondo gli indici ISTAT (fino alla data di pubblicazione della presente decisione). Inoltre GEMA Spa in fallimento, Corriero Giuseppe e Tavasci Lanfranco Maria, sono stati condannati al pagamento delle spese legali. E’ quanto stabilito con provvedimento depositata in Segreteria il 08 APR.2016.
L’ATTO. Come riportato nel provvedimento in essere, l’atto di citazione è stato depositato il 22.09.2015. Testualmente: “La Gema SpA è agente di riscossione dei tributi locali di molti Comuni della Provincia di Foggia, tra i quali quello di San Paolo di Civitate, a seguito dell’aggiudicazione di gare di appalto e di convenzioni stipulate con i rispettivi Enti locali. Nel giugno 2012 il Nucleo P.T. ha comunicato alla Procura che la GEMA spa, con riferimento al periodo dal 01/01/2011 al 31/05/2012, non aveva versato, in favore dei Comuni della provincia di Foggia, le somme relative alla riscossione dei tributi locali. Dalla documentazione in atti, la GEMA SpA risultava aver maturato un debito nei confronti di tali Comuni per complessivi €. 21.268.678,18, determinato dalla differenza tra le somme riscosse, i riversamenti eseguiti ed i compensi maturati per la propria attività di riscossione; in riferimento al Comune di San paolo di Civitate il debito per somme non riversate ammonta ad €. 701.635,11. Nel periodo in argomento i poteri di rappresentanza legale della società spettavano esclusivamente e congiuntamente al presidente del Consiglio di Amministrazione, Lanfranco Maria Tavasci, ed all’amministratore delegato, Giuseppe Corriero, entrambi con nomina del 03.05.2010. La Procura regionale ha rappresentato che, nell’ambito di due procedimenti penali (n. 3620/12 e 7108/12 R.G.N.R.), la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia aveva delegato apposite indagini di polizia giudiziaria al Nucleo di Polizia Tributaria di Foggia della Guardia di Finanza e che l’esito delle stesse aveva consentito di individuare un’associazione per delinquere che avrebbe posto in essere vari reati (peculato continuato, falso in bilancio, fittizia formazione del capitale sociale, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità di vigilanza), consentendo alla GEMA spa di non decadere dall’autorizzazione ministeriale e di conseguenza di continuare il servizio di riscossione dei tributi degli Enti impositori della provincia di Foggia , regolato da specifiche convenzioni, aggravando la situazione economica, patrimoniale e finanziaria della stessa GEMA e nel contempo creando vantaggi personali agli amministratori di questa società, causando altresì danni finanziari agli Enti impositori a causa del mancato riversamento dei tributi riscossi nelle casse dei medesimi enti”.
“Il Nucleo di Polizia Tributaria di Foggia , con informativa del 26.6.2012, aveva comunicato che la suddetta società, concessionaria a partire dall’1.3.1995 della riscossione di tributi per l’ambito territoriale della Provincia di Foggia , contravvenendo a quanto stabilito dalle convenzioni sottoscritte, per il periodo dal 1.1.2011 al 31.5.2012 non aveva versato, in favore dei Comuni della provincia di Foggia , l’importo complessivo di €.21.268.678,18 – determinato dalla differenza tra le somme riscosse, i riversamenti eseguiti ed i compensi maturati per la propria attività di riscossione – e in riferimento al Comune di San paolo di Civitate la somma di €. 701.635,11. All’esito dell’attività di indagine, il Nucleo di Polizia Tributaria di Foggia , con informativa del 31.10.2012, aveva individuato diversi ipotesi di reato a carico di vari soggetti tra cui: TAVASCI Lanfranco Maria, nella sua qualità di presidente del consiglio di amministrazione della GEMA (dal 03.05.2010 al 19.07.2012), direttore generale (dal 27.09.2006 all’01.03.2008) e amministratore delegato (dall’01.03.2008 al 03.05.2010); Corriero Giuseppe, nella sua qualità di amministratore delegato e consigliere del C.d.A. della GEMA (dal 03.05.2010 al 19.07.2012).”
“In relazione a tali soggetti ed alla stessa GEMA il Procuratore contabile ha riportato le imputazioni penali formulate all’esito delle indagini di polizia giudiziaria. Si tratta, per le persone fisiche, dei reati di associazione per delinquere di cui all’art. 416 c.p., di peculato (314 c.p.),per le quali il processo è ancora in fase dibattimentale (sentenza depositata l’08.04.2016,NDR). Ha aggiunto il Procuratore regionale che l’esame della documentazione contabile della GEMA, acquisita nel corso delle indagini in trattazione, ha evidenziato una grave posizione debitoria del Tavasci e del Corriero nei confronti della stessa società. Il debito de quo risulta generato da un elevato numero di prelievi finanziari, sia di danaro contante sia a mezzo banca”.
QUI COMUNE DI MANFREDONIA – No ad insinuazione stato passivo Gema, opposizione Comune Manfredonia
Redazione Stato Quotidiano, ddf – riproduzione riservata
In pratica, quindi, noi manfredoniani ci abbiamo rimesso 162.000 Euro (forse, riferito all’importo , la perdita comunque è certa), e tutti i nostri amministratori, dopo la delibera, hanno “scotolaro” le spalle e nessuno ha ricevuto il minimo addebito, non in soldi, ma almeno un monito, tipo “Oh frechete!!!