Quello di Pierre Lemaitre è un nome che sì è imposto all’attenzione dei lettori italiani negli ultimi anni, grazie a una serie di romanzi di successo, come questo del 2016.
TRE GIORNI E UNA VITA. Natale 1999. A Beauval, una piccola cittadina della provincia francese, Antoine, dodici anni, figlio unico di genitori separati, vive con la madre Blanche, una donna rigida e opprimente, conducendo una vita piuttosto solitaria. Il padre da anni si è trasferito in Germania e ha pochi contatti con lui. Antoine non lega molto con i coetanei e il suo migliore amico è Ulisse, il cane di Roger Desmedt, il suo vicino di casa. Il giorno in cui Desmedt, un uomo rozzo e brutale, uccide Ulisse, Antoine, sconvolto e disperato, in un accesso di rabbia cieca compie un gesto che in pochi secondi segnerà per sempre la sua esistenza. Terrorizzato all’idea di essere scoperto, Antoine passa giorni di angoscia indescrivibile, immaginando scenari futuri cupi e ineluttabili. Ma, proprio quando sembra che per lui non ci sia più scampo, un evento imprevisto sopraggiunge rimettendo tutto in gioco.
ANALISI. I temi affrontati dallo scrittore francese in questo romanzo sono piuttosto scabrosi: è estremamente delicato parlare di drammi che coinvolgono bambini. Come un bravo equilibrista, Lemaitre cammina sul filo senza tentennamenti né inciampi, e si porta con sé il lettore, chiamato a sfidare la vertigine e le paure archetipiche. Si segue lo sviluppo della vicenda, che non si può svelare, davvero col fiato sospeso, con una tensione costante che diventa anche ansiogena, per l’evidente mancanza di possibili soluzioni positive. In più è impossibile solidarizzare col protagonista Antoine, che resta personaggio estremamente negativo per tutto il racconto. Lemaitre ci suggerisce che gli errori gravi, le menzogne e soprattutto le colpe non si possono mettere da parte e dimenticare, perché sono sempre lì a reclamare un’espiazione.
L’AUTORE. Pierre Lemaitre, nato a Parigi, ha insegnato per molti anni letteratura e ora è scrittore e sceneggiatore. Con i suoi romanzi, tutti premiati da critica e pubblico, si è imposto come uno dei più grandi nomi della narrativa francese contemporanea. Le sue opere sono tradotte in più di venti lingue e i diritti sono stati acquistati dal cinema. Sono stati pubblicati la serie noir del commissario Camille Verhoeven “Irène”, “Alex”, “Camille” e “Rosy & John”, e nel 2014 il romanzo “Ci rivediamo lassù”, vincitore del Premio Goncourt.
Il giudizio di Carmine
Pierre Lemaitre
TRE GIORNI E UNA VITA
2016, Mondadori
Valutazione: 4/5
(A cura di Carmine Totaro, Redazione StatoQuotidiano.it – Riproduzione riservata)