Illegio, Dieç in friulano, questo piccolo borgo della Carnia, da oltre un ventennio ha scelto la bellezza dell’arte dei grandi maestri, prevalentemente pittorica, perché essa sia un apprezzatoveicolo d’attrazione turistica per lacomunità, incastonata in una scenografia montana, rinascimentale e medievale.
A pochi chilometri, volendo, ci si può addentrare nella borgata di Cercivento, per una magnifica passeggiata nelle vie, doviziose di immagini bibliche, mosaici, dipinti e fotoceramiche, insomma un originale cammino tra un’iconica scenografia a cielo aperto.
Quest’anno, a Illegio, nella Casa delle Esposizioni, il visitatore, attraverso larassegna dal titolo “Carne la materia dello spirito” potrà compiere un viaggio dal VI sec aC sino ai primi del Novecento,
duemilacinquecento anni di formidabile estetica le cui opere, tra le quaranta, sono a firma di Bronzino, Canova, De Chirico, Delacroix, Donatello,Rubens, Tiepolo, van Honthors, Per citarne qualcuna, la mostra conta il “Silenzio” di John Henry Lorimer, “La risurrezione di Lazzaro” e “Madonna col Bambino” di Rubens, la “Venere italica” del Canova, “Incredulità di Tommas” di Abraham Janssens.
Ciò che tuttavia può oltremodo emozionare, pur in prevedibile coerenzacon il titolo assegnato all’evento, sono,
per esempio, le tele “Nuda” 1910 di Giacomo Grosso e “Nuda alla luce del sole” 1920 di George Spencer Warson, nudi integrali femminili di straordinaria perfezione, a rendere omaggio alla inimitabile scultura della creazione.
Sui tratti della carne, parafrasando gli organizzatori dell’esposizione, tendono a concentrarsi gli sguardi e si scopre così che essa è la dimensione fondamentale dell’uomo; non è assoluta materia ma il confine tra due mondi, la frontiera con lo spirito, il momento del loro contatto e del loro intreccio.
L’uno, qui mi richiamo al manifesto dell’Omologismo, un mondo in cui s’è preferito unicamente soddisfare le richieste energetico-muscolari a beneficio della teca (il corpo, la carne), traducibili in capacità di forza, sia fisica sia verbale, ricorrendo all’invenzione d’idonee protesi, quali armi, mezzi di trasporto, mass media, cosmesi e chirurgia …
e dove con essi l’umanità ha ormai doppiato il punto di non ritorno \\ impossibile farne a meno \\. E dove i progrediti diritti naturali suggeriscono anche libertà d’istruirsi, per esempio, nell’essere guardone, Il grande fratello televisivo.
Esiste però una sfera, un mondo altro, immediatamente nata nell’uomo quale unità energetico-spirituale ma che egli ha voluto accantonarla nei remoti anfratti cerebrali.Ed è la sfera in cui l’uomo, soddisfatte le impellenze naturali di teca – sessualità, casa, cibo, vestiario – nutre dedizione alla propria spiritualità.
Priva di persuasori occulti, archetipi… egli profonde, via via ne sorga l’opportunità, risolutive ed esaustive risposte a ogni quesito, nel rispetto degli altri e di sé stesso, insomma lesoluzioniche l’umanità aveva irrimediabilmente smarrito e che, oggi più che mai, ha il dovere, la missione, di recuperarle.
Una sfera in cui ogni uomo, ogni unità umana, tende a plasmarsi quale segmento dell’umanitàunico rispetto a tutti gli altri suoi simili.Una sfera in cui alle domande tutte prodotte a beneficio della teca, in cui l’uomo insiste a optare per essa, così come gli hanno insegnato e imposto dai persuasori, occulti e no, può finalmente riemergere con una propria rispostadi arcaica e sana natura energetico-spirituale.
In questo mondo dualistico, infatti, ha imparato una scala sentimentale, che tocca via via la tolleranza, l’affetto, l’amore, la passione… in contrapposizione a una seconda scala
dei contrari, quali l’intolleranza, l’insensibilità, l’odio, la repulsione… potrebbe abbatterle per innalzarne, finalmente, una terza e sola.
L’individuo, insomma, capace di palesarsi in tale dimensione è già sul corretto cammino per ritrovare la mitica terza risposta: la virtù cosmica di vera originalità umana.
A cura di Ferruccio Gemmellaro, 4 agosto 2023