Analisi molecolari e morfologiche combinate di resti fossili di canidi dai siti di Grotta Paglicci e Grotta Romanelli, nel sud Italia, attestano la presenza di cani almeno 14.000 anni fa. Uno studio, pubblicato su Nature ad opera dell’Università di Siena, documenta in modo inequivocabile i primi casi di addomesticamenti nel Paleolitico superiore dell’Europa e nel Mediterraneo.
I cani sono stati i primi animali addomesticati dall’uomo, molto prima dell’avvento dell’agricoltura. Oltre ad occupare un posto speciale nella nostra vita odierna, i cani hanno avuto importanti ruoli funzionali e simbolici nel corso della storia umana.
Le prime testimonianze di cani del tardo Pleistocene provengono da due siti del Paleolitico superiore nell’Italia meridionale: Grotta Paglicci (Puglia, Foggia) e Grotta Romanelli (Puglia, Lecce). Queste sono le più antiche testimonianze di cani nel Mediterraneo.
Grotta Paglicci si apre a circa 143 m slm sul versante sud-occidentale del promontorio del Gargano (Puglia, Italia meridionale). L’attuale grotta e un riparo roccioso di questo sito facevano originariamente parte di un più ampio sistema ipogeo. Le ricerche a Paglicci sono condotte da oltre 50 anni, prima dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona e, dal 1971, dall’Università di Siena, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta – Andria – Trani e Foggia.
Oltre al gran numero di reperti e resti faunistici , Grotta Paglicci ha restituito diversi esemplari umani, oltre a oggetti simbolici mobili (pietre e ossa incise) e le uniche pitture murali del Paleolitico superiore scoperte in Italia finora. Tra i resti faunistici, qui si analizzano dodici resti di Canis che mostrano dimensioni notevolmente ridotte o una dimensione ridotta del primo molare inferiore.
I quindici elementi dentali e scheletrici di Grotta Paglicci e Grotta Romanelli analizzati rappresentano individui di piccolo corpo o individui con un primo molare inferiore di dimensioni ridotte. Oltre a questi resti di canidi, gli esemplari di Canis dei livelli del Paleolitico superiore di questi due siti italiani includono anche individui di grandi dimensioni, simili per dimensioni ai lupi europei esistenti, con una notevole variazione dimensionali.
I piccoli esemplari di Canis di Grotta Paglicci e Romanelli erano grandi circa quanto quelli del cosiddetto gruppo di cani di piccola taglia del Paleolitico superiore dell’Europa occidentale, che differisce per dimensioni dagli individui più grandi dell’Europa orientale e della Russia. I dati (dimensione corporea, genetica e struttura interna dentale) indicano che individui simili a cani erano presenti in Puglia almeno 14.000 anni fa e probabilmente già 20.000 anni fa. I risultati dalle prove archeologiche confermano l’ipotesi basata sui modelli genetici, che hanno limitato i tempi di addomesticamento del cane a 20.000-40.000 anni fa.