Davide Iannelli, un uomo di 49 anni originario di Napoli, è attualmente sotto processo presso la Corte d’Assise di Sassari con l’accusa di aver ucciso il suo vicino di casa, Toni Cozzolino, coetaneo e concittadino. L’episodio, avvenuto a Olbia l’11 marzo 2022, ha visto Cozzolino essere brutalmente aggredito e dato alle fiamme in piena strada. Nonostante il tempestivo intervento dei soccorritori, Cozzolino è deceduto dopo dieci giorni di atroci sofferenze in ospedale, lasciando dietro di sé un profondo senso di sgomento nella comunità locale.
In merito alle condizioni psichiche di Iannelli al momento del crimine, la Corte ha disposto una perizia psichiatrica, il cui esito è stato depositato oggi. Secondo il rapporto stilato dalla psichiatra forense Claudia Granieri, Iannelli era pienamente capace di intendere e di volere quando ha commesso l’atrocità. La dottoressa Granieri ha descritto l’imputato come una persona con una personalità complessa, tendenzialmente manipolativa e incline a strumentalizzare la realtà a proprio vantaggio. Tuttavia, ciò non ha offuscato la sua capacità di agire in modo consapevole e deliberato.
La valutazione psichiatrica è destinata a diventare un elemento cruciale durante il processo, che sta già attirando notevole attenzione mediatica e pubblico. Martedì 10 settembre, la perizia sarà discussa in aula, con la psichiatra Granieri chiamata a rispondere alle domande del pubblico ministero, Davide Rosa, e della Corte. Saranno presenti anche gli avvocati difensori di Iannelli, Cristina e Abele Cherchi, e gli avvocati di parte civile, Giampaolo Murrighile, Antonio Fois e Massimo Perra.
L’accertamento della capacità di intendere e di volere di Iannelli al momento del delitto è fondamentale per stabilire la piena responsabilità penale dell’imputato. Nel diritto penale italiano, infatti, la condizione psichica di un soggetto al momento della commissione di un reato può incidere significativamente sull’imputabilità e, di conseguenza, sull’entità della pena.
Secondo quanto emerge dalla perizia, Iannelli non soffriva di alcuna patologia mentale tale da compromettere la sua capacità di comprendere la gravità delle sue azioni o di controllarle. La sua condotta, sebbene caratterizzata da una personalità manipolativa, era guidata da una piena consapevolezza e volontà. Questo elemento potrebbe orientare la Corte verso un giudizio di colpevolezza, qualora venisse accertata la responsabilità materiale del delitto.
L’omicidio di Toni Cozzolino ha scosso profondamente la comunità di Olbia, sia per la brutalità dell’atto sia per l’apparente mancanza di un motivo chiaro. L’attenzione si è quindi concentrata non solo sugli aspetti giuridici, ma anche sul profilo psicologico di Iannelli, nel tentativo di comprendere cosa possa averlo spinto a compiere un gesto tanto estremo.
La difesa di Iannelli, rappresentata dagli avvocati Cherchi, potrebbe cercare di mettere in discussione la validità della perizia, o quantomeno di ridimensionarne l’importanza, puntando a dimostrare che lo stato mentale dell’imputato, sebbene non patologico, possa aver influito in qualche modo sulla sua capacità di controllo. Tuttavia, la perizia di parte, redatta da un esperto nominato dalla difesa, dovrà confrontarsi con le conclusioni della dottoressa Granieri, che appaiono particolarmente dettagliate e fondate su un’analisi approfondita.
Per gli avvocati di parte civile, Murrighile, Fois e Perra, l’esito della perizia rappresenta un punto fermo per sostenere la piena imputabilità di Iannelli e quindi la richiesta di una condanna esemplare. La morte di Cozzolino, avvenuta dopo un lungo calvario, ha lasciato una ferita aperta nei familiari e negli amici della vittima, che ora chiedono giustizia e verità.
Il processo prosegue in un clima di grande attenzione, con le prossime udienze che si preannunciano decisive per stabilire la verità su quanto accaduto. L’esame della perizia psichiatrica sarà un momento cruciale, durante il quale tutte le parti in causa cercheranno di far emergere gli elementi necessari per la ricostruzione dei fatti e per la definizione delle responsabilità.
In attesa del verdetto finale, la comunità di Olbia rimane in attesa, con la speranza che il processo possa portare chiarezza e giustizia, restituendo un senso di sicurezza a un territorio profondamente turbato da questo tragico episodio.
Lo riporta l’Ansa.