Foggia – DAL 28 al 31 ottobre il sistema universitario ha affrontato il difficile appuntamento con il test d’ingresso alle Scuole di specializzazione. Il nuovo metodo di selezione su scala nazionale, annunciato come il trionfo della meritocrazia, ha però fortemente deluso le aspettative: il Cineca – consorzio interuniveristario che da anni si occupa dell’organizzazione dei Test di ingresso – ha invertito i quiz per l’Area Medica del 29 ottobre con quelli dei Servizi Clinici del 31 ottobre. Quando il Ministero si è reso conto dell’errore era troppo tardi. Si tratta dell’ennesima gaffe organizzativa, che denota una completa leggerezza e negligenza nell’organizzazione di un concorso che deciderà le sorti di quasi 12.000 medici e che costringerà il 50% dei concorrenti all’inattività lavorativa (i posti disponibili sono solo 5000).
I giovani medici sono in rivolta, pronti a ricorrere a vie legali contro il Cineca è contro il Ministero pur di non ripetere la prova. Dura la condanna della Confederazione degli Studenti, che, nella persona del Presidente del Consiglio degli studenti dell’Università Federico II di Napoli, Luca Scognamiglio, studente di Medicina e chirurgia dichiara: “La superficialità mostrata ancora una volta dagli organi statali preposti alla buona riuscita del test è inaccettabile e denota un’assoluta mancanza di rispetto per i sacrifici e l’impegno che i partecipanti al concorso hanno profuso nell’arco del proprio corso di studi”. Rincara la dose il Consigliere Nazionale Francesco Testa che si dice “preoccupato e spiacevolmente stupito dall’ennesima debacle di questo sistema e per le conseguenze di un imperdonabile errore, che va solo ad aggiungersi a quelli accumulati negli ultimi anni, anche in riferimento ai test di accesso alla Facoltà di Medicina e chirurgia”, assicurando che “si lavorerà in sede ministeriale affinché gli interessi di tutti i partecipanti siano tutelati”. Fresca di stampa la notizia della decisione del Ministro Giannini di non ripetere il test, ma di neutralizzare le domande invertite. In questo clima tensione e incertezza, l’associazione studentesca Area Nuova non può non pronunciarsi, esprimendo un profondo sdegno per questo fatto che ha dell’incredibile, non solo per l’inaudito è scandaloso errore che è stato commesso, ma anche perché siamo convinti che ai concorrenti quelle domande, seppur invertite, sono suonate come dei quesiti normalissimi per dei nuovi medici.
Ci stiamo, pertanto, impegnando all’organizzazione di un incontro con Francesco Testa, membro del CNSU, organo consultivo del Ministero dell’istruzione, università e ricerca, con i Direttori dei Dipartimenti, con le associazione studentesche e con gli studenti tutti, al fine di sensibilizzare alla tematica delle scuole di specializzazione. Vi terremo aggiornati augurandoci di darvi notizie più concrete nei prossimi giorni.
(Comunicato stampa, Foggia, 4 novembre 2014 – Area Nuova)
Redazione Stato@riproduzioneriservata
TEST DI MEDICINA: DOPO DIETROFRONT MIUR CODACONS VALUTA PIOGGIA DI RICORSI DA PARTE DEI BOCCIATI
MINISTERO APRA LE PORTE DELLE SCUOLE DI SPECIALIZZAZIONE A TUTTI I CANDIDATI CHE HANNO SOSTENUTO LE PROVE
UNICA SOLUZIONE PER EVITARE GIGANTESCO CONTENZIOSO
La decisione del Ministero dell’istruzione di risolvere il pasticcio dei test d’ingresso alle Scuole di specializzazione in Medicina riconoscendo la validità di 28 quesiti su 30 nonostante l’inversione delle domande dell’area medica con quella dei servizi clinici, potrebbe scatenare una pioggia di ricorsi da parte dei candidati bocciati.
Lo afferma il Codacons, che sta valutando la fattibilità di una azione collettiva al Tar del Lazio per conto dei medici che non hanno superato le prove del 29 e 31 ottobre.
In presenza di un errore materiale accertato e di tale portata, non si può pensare di chiudere la vicenda cambiando le regole del gioco – spiega l’associazione – Questo perché chi si è iscritto al concorso lo ha fatto sulla base di criteri fissati dallo stesso Ministero, che non possono essere modificati a posteriori per correggere gli effetti di un errore. La decisione del Ministero, quindi, potrebbe legittimare i ricorsi di migliaia di medici bocciati ai test.
“Il Ministero dell’istruzione non ha altra scelta: deve consentire l’ingresso alle Scuole di specializzazione a tutti coloro che hanno sostenuto le prove del 29 e 31 ottobre – spiega il presidente Carlo Rienzi – Se non lo farà, ci sarà un gigantesco contenzioso nelle aule di tribunale con il Tar che potrebbe rimettere in gioco gli esclusi con conseguente paralisi delle scuole di specializzazione”.