Bari – IL PPTR non è un regolamento; è uno strumento di pianificazione. Come tale esula dall’ambito di applicazione dell’art. 22 dello Statuto regionale che assoggetta all’approvazione del Consiglio regionale con legge “i principi e gli indirizzi delle programmazione generale, intersettoriale e settoriale…”. Cosi’ il coordinatore dell’Avvocatura regionale Vittorio Triggiani nel parere scritto fornito alla V commissione consiliare riunitasi oggi per proseguire nell’esame del provvedimento e degli emendamenti presentati. Il piano ha la sua previsione legislativa nella L.R. n. 20/2009 che, a sua volta, si aggancia al Codice dei beni culturali che prevede i contenuti minimi del Piano Paesaggistico ai quali, nella elaborazione del Piano, la Regione si è attenuta rigidamente, come sottolineato dall’Assessore alla Tutela del territorio Angela Barbanente, che ha anche ricordato che il PPTR è già passato al vaglio del ministero dei Beni culturali.
Ragion per cui il piano, dopo aver acquisito il parere della V commissione, verrà riapprovato dalla Giunta regionale in via definitiva e avrà efficacia per i prossimi cinque anni. Non tutti dello stesso avviso i commissari (Arnaldo Sala, Salvatore Negro, Luigi Mazzei e Eupreprio Curto), secondo i quali il PPTR è un “atto di straordinaria amministrazione” che dovrebbe andare al vaglio dell’assemblea legislativa, tenendo conto, tra l’altro, che si profilano “grossi problemi di tenuta come preannunciano alcuni amministrativisti”. Il parere espresso dall’Avvocatura regionale, infatti, (che si va ad affiancare a quello analogo espresso dal Servizio Legislativo) “non garantisce”.
Successivamente la commissione ha proceduto all’esame dell’articolato con i relativi emendamenti. Sono stati approvati (alcuni all’umanità, alcuni a maggioranza con subemendamenti) gli artt. 52, 53, 59, 60, 66, 73, e 75.
Il presidente della V commissione Filippo Caracciolo ha aggiornato i lavori a domani per ultimare l’approvazione del provvedimento, prima del subentrare della sessione di bilancio.
In precedenza era stata approvata all’unanimità la proposta di legge, ad iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, sulla salvaguardia degli habitat costieri di interesse comunitario. In particolare per chi devasta irreversibilmente, degrada o rimuove anche parzialmente in assenza delle dovute autorizzazione gli habitat costieri di interesse comunitario, è prevista una sanzione amministrativa che va da un minino di 15.000 euro a un massimo di 1250 mila euro.
Redazione Stato