Dedicata al patrono della città di Manfredonia, interlocutore privilegiato dell’arcangelo S. Michele
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Manfredonia – UNA delle vie più antiche ed emblematiche dell’identità sipontina è quella dedicata al patrono di Manfredonia, San Lorenzo Maiorano,che si commemora il 7 febbraio. La storiografia sul santo è concorde che San Lorenzo fosse originario dell’Oriente, più precisamente di Costantinopoli, sede dell’Impero Bizantino. L’imperatore Zenone, ancora vivo prima del 491, designò Lorenzo suo parente, e si dice che raggiunse Roma per essere consacrato da papa Gelasio I (492-496). Divenuto vescovo di Siponto, città strategica per la sua posizione sul mare, la figura del Santo è fortemente legata alle apparizioni dell’Arcangelo San Michele al suo cospetto. La strada a lui dedicata solca profondamente il centro storico, dal largo Seminario alla chiesa di San Michele, intramezzata dalla maestosa piazza Duomo. E’ intrisa di odori, colori ed umori tipici del vissuto manfredoniano. I bianchi cortili, le logge decorate, i balconi spagnoleggianti, gli odori del pane di un antico forno (“zi zije”), il garrire delle rondini, fanno da cornice a questo proscenio mediterraneo.
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Ma torniamo al santo. La prima apparizione avvenne l’8 maggio del 490, dopo il prodigio, cosiddetto del “toro”, accaduto ad Elvio Emanuele. La notizia dell’evento mistico raggiunse il Vescovo di Siponto, dopo di che l’Arcangelo apparve a lui stesso in sonno dicendogli di aver scelto la grotta sul Monte Gargano come dimora del suo culto. La seconda apparizione avvenne il 29 settembre del 492, quando San Michele gli consigliò come vincere la battaglia contro gli Eruli di Odoacre, che avevano attaccato Siponto. Durante la battaglia scoppiò all’improvviso una tempesta di sabbia e grandine, che si rovesciò sui barbari, i quali spaventati si diedero alla fuga. Dopo questo avvenimento, Lorenzo Maiorano con sette vescovi pugliesi, salì sul monte in processione per ringraziare il Santo della vittoria riportata sui nemici. Fu allora che l’Arcangelo riapparve, rivelando che la grotta era stata da lui stesso consacrata con la sua apparizione. l’Arcangelo Michele si manifestò per la terza volta al vescovo, dicendogli che non era necessario consacrare la grotta, perché già consacrata con la sua presenza, quindi poteva entrare e innalzare preghiere e celebrare la Messa. Quando il vescovo Lorenzo entrò nella grotta, dice la leggenda, trovò un altare coperto di panno rosso, con sopra una croce di cristallo. Egli fece poi costruire all’entrata della grotta una chiesa, che dedicò a S. Michele il 29 settembre 493. Via San Lorenzo ospita oggi in un palazzo storico, l’ex Ospedale Orsini, il Corso di Laurea in “Economia dell’ambiente e del territorio”, una facoltà che vanta un primato, quello di essere l’unica struttura situata nel centro-sud che si propone di far acquisire particolari capacità tecniche ed operative per la protezione e la tutela dell’ambiente. Anche S. Lorenzo “difese” il nostro territorio, infatti, un altro episodio di rilievo riguardo la sua vita fu l’incontro del santo con Totila, re degli Ostrogoti, al quale ottenne che Siponto venisse risparmiata dalla distruzione. Morì a Siponto il 7 febbraio, forse del 545.