Quando si avrà la possibilità di tornare a visitare il territorio senza restrizioni sanitarie i cittadini di Manfredonia dovrebbero concedersi una passeggiata distensiva e illuminante sui vari saliscendi della piana di Macchia. Le pietre solcate, la vegetazione mediterranea, i riflessi del crepuscolo e il silenzio caratteristico del luogo permettono infatti di far emergere i pensieri più profondi, quelli che non si ha mai il tempo di fare quando si è nel traffico e nelle tante cose da fare del quotidiano andirivieni.
I pensieri profondi hanno connotazione molto personale ma spesso tendono a convergere su alcuni temi di riflessione condivisi da molti come il senso di appartenenza ad un territorio, le motivazioni che ci spingono a fare delle scelte e anche una visione del futuro prossimo, quello che vivranno le generazioni successive ma non tanto lontane da non considerarle estensioni del proprio vivere.
La piana di Macchia per un cittadino di Manfredonia potrebbe riassumere in pochi scorci il passato, il presente e il futuro della città e dei suoi abitanti. E’ li da millenni quasi senza aver subito modifiche, mille anni fa le medesime rocce, nuvole e piante che chissà forse contribuirono alla ispirazione di Manfredi e dei suoi architetti nel scegliere il luogo della nuova città.
E’ positivo e luminoso riconoscersi in un flusso storico. Tutte le sensazioni positive svaniscono quando si volge lo sguardo verso il mare: sutura di un’operazione mal riuscita è quanto si riesce a vedere. Un oscuro scrutare diventa quello della piana di Macchia quando l’evidente cicatrice di metallo balza agli occhi del viso sfregiato del Golfo e ricorda che esistono ancora interessi dei sempre presenti “pochi e ben informati” che continuano a decidere per tutti.
Non è bastato annullare una intera generazione operaia con statistiche oncologiche da record, non è bastato precludere uno sviluppo “luxury” della costa, non è bastato avere le terre piene di inquinanti come certificano i dati scientifici. I pochi di allora vendettero come desertico quel territorio, i pochi di oggi vendono come necessario un non piano industriale di cui nessuno ha letto i dettagli, anche se già sembra che tutti ne conoscano le minime postille.
Ancora una volta “pochi” stanno decidendo per tutti perché sembra che le cicatrici possano convivere felicemente su un medesimo volto sfregiato
Diventa allora ancora più oscuro lo scrutare, quasi tetro e l’unica domanda che rimane da farsi è cosa davvero ci sia nel cuore degli uomini quando sostengono che le mutilazioni facciano più bello un corpo già colpito. Estetica macabra spacciata per progresso.
Ci sono panorami mozzafiato , li guarderesti per ore , questo è il vero miracolo . Viviamo in un meraviglioso scenario .
Peccato che Manfredonia sia stata è sara preda di mostri.