Foggia – L’ETERNA questione meridionale, riproposta e analizzata in chiave moderna. Se n’è discusso alla libreria “Ubik” di Foggia, confermatasi luogo di dibattito su tematiche culturali del nostro territorio, nel corso della presentazione del libro “La scossa – sei proposte shock per la rinascita del Sud”, a cura di Francesco Delzìo, autore non nuovo alla descrizione e analisi delle problematiche del Mezzogiorno, cui è intervenuto anche il Presidente dei Giovani Imprenditori di Capitanata, Giusy Albano.
“CONTRATTO D’AREA DI MANFREDONIA UN FALLIMENTO” – Il titolo dell’opera richiama il concetto di “rinascita”, reazione del Meridione, abbandonato sempre più al suo destino, e in preda ad una sorta di “rassegnazione etica”, come la chiama Delzìo: “Nel Sud diminuiscono sempre di più gli investimenti dei grande enti, diminuisce la spesa pubblica, per cui si è creata l’idea che qualsiasi cosa in cui ci si cimenti non può servire a risollevare la situazione”.
La colpa di tale situazione di sottosviluppo, secondo l’autore originario di Barletta, è da additare principalmente a politiche regionali sbagliate: “Il vero fallimento degli ultimi 15 anni è delle Regioni. Ci sono regioni, come la Basilicata, che attuano le cosiddette “politiche di attrazione dei turisti”, dove ogni anno si spende 3 volte in più del necessario rispetto a quanto spenderebbe un turista per la sua vacanza una volta arrivato”. E non va meglio in Puglia, dove “le spese per il turismo non hanno prodotto risultati soddisfacenti”. Né il federalismo fiscale, di cui tanto si sta parlando ultimamente, alla luce anche dell’exploit della Lega Nord alle ultime elezioni regionali, servirebbe, secondo Delzìo, a riaccendere i motori dello sviluppo al Mezzogiorno: “Se questo sistema nasce dall’idea che un territorio debba gestire i soldi che produce, è evidente che per il Sud, dove c’è un’alta percentuale di sperpero di denaro pubblico, le cose non potrebbero migliorare”. Il futuro non concede tempo da perdere: tra due anni, infatti, termineranno i Fondi Comunitari per il Sud da parte dell’Unione Europea, segnando la fine delle “politiche di coesione”, finalizzate a “promuovere uno sviluppo equilibrato, armonioso e sostenibile della Comunità, riducendo le disuguaglianze tra le diverse regioni europee” attraverso appositi strumenti finanziari, i cd. Fondi strutturali. Per il periodo 2000-2006, la dotazione finanziaria assegnata a tale politica è stata di 213 miliardi di euro, di cui 195 miliardi destinati ai Fondi strutturali (FSE, FESR, FEAOG e SFOP) e 18 al Fondo di coesione. Tale importo rappresentava il 35% del bilancio comunitario, ovvero la seconda voce di spesa. Il quadro normativo che disciplina i Fondi strutturali 2007-2013 è stato pubblicato sulla GUUE il 31 luglio 2006 ed è costituito da un pacchetto di 5 regolamenti, ovvero un Regolamento generale che stabilisce disposizioni comuni per l’attuazione dei tre strumenti finanziari della politica di coesione 2007-2013; tre Regolamenti specifici, uno per il Fondo europeo di sviluppo regionale, uno per il Fondo sociale europeo e uno per il Fondo di coesione; un Regolamento che istituisce il Gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT).
PROPOSTE – Quali possono essere allora le proposte per tentare di risolvere i problemi da cui è affetto ormai da decenni il Mezzogiorno? Secondo l’autore del libro vanno individuate principalmente nell’azzeramento degli incentivi alle imprese, “uno strumento che si è dimostrato un fallimento” e che consentirebbe di risparmiare circa 3 miliardi di euro l’anno, che verrebbero utilizzati in investimenti “che facciano leva sul territorio e lascino su di esso un’impronta importante”. Tra gli strumenti di incentivazione andati perduti figura, secondo Delzìo, il Contratto d’Area di Manfredonia, “che non ha portato ad uno sviluppo aggiuntivo del territorio”.
Un’altra iniziativa utile alla rinascita del Mezzogiorno potrebbe essere la “no tax area”, un meccanismo “mai provato al Sud”, che esclude una parte del reddito dalla tassazione. La parte di reddito non soggetta a tassazione ed è inversamente proporzionale al reddito percepito fino ad annullarsi dopo un certo limite. Ma Francesco Delzìo va oltre, proponendo l’ ineggibilità per i politici locali che si rendono colpevoli di sperpero di denaro pubblico, con un parametro di sforamento da stabilire mediante una legge e che riguardi anche gli amministratori pubblici; oppure una proposta di “tax free” per chi frequenta facoltà scientifiche all’università, con incentivi alle famiglie mono-reddito e meno tasse per quelle a basso reddito. Infine, per risollevare il Mezzogiorno dal torpore della crisi è necessario anche una “scossa culturale”, in modo che vengano “accesi i riflettori sul Mezzogiorno”, i cui problemi vengono troppe volte sottaciuti.