FOGGIA- Dal 2016 a oggi versati appena 367,71 euro (cioè 46 euro l’anno, pari a 11 centesimi al giorno) per l’uso di parco San Felice, in base a una convenzione del 2014 rinnovata nel 2020.
Per il Comune è «un’autorizzazione impropria»
Il parco più popolare di Foggia è un riconosciuto presidio di legalità e al tempo stesso un groviglio di anomalie.
Si chiama parco San Felice, ospita un anfiteatro che dieci anni fa l’amministrazione concesse in gestione a privati.
Come per tutti i beni in concessione quei privati avrebbero dovuto pagare un canone, che però non c’è. Per cui dal 2016 a oggi, per l’uso di un anfiteatro in cui molto spesso risuona il sostantivo «legalità», sono stati versati 367,71 euro, per una media di 46 euro all’anno.
Cosa prevede la convenzione con il Comune
Un mese prima della scadenza del mandato, nel 2014 la giunta guidata da Giovanni Mongelli approvò l’affidamento dell’anfiteatro di parco San Felice all’associazione temporanea di scopo Parcocittà. L’obiettivo era sottrarre la confinante area urbana al degrado che la caratterizzava.
L’esperimento riuscì. Attraverso l’organizzazione di spettacoli, proiezioni, presentazioni e altre iniziative, Parco Città divenne «presidio di legalità» così come lo chiamano soci, volontari e molti cittadini.
Nel 2020 la convenzione scadde, così la proroga che salvò quel progetto ereditòtutti i difetti del contratto originario. Fin quando, meno di un anno e mezzo fa, fu lo stesso Comune a inviare ai commissari prefettizi un documento dai contenuti imbarazzanti.
«La concessione è impropria perché autorizzata con deliberazione di giunta anziché di consiglio, ai sensi dell’art. 42 Tuoel». Inoltre «da segnalazioni pervenute risulta che l’Ats conceda la struttura anfiteatro a terzi, per spettacoli ed eventi a fronte di un’entrata economica non autorizzata. Di fatto una “sublocazione” della quale questo Ente non è a conoscenza».
Circa gli obblighi del locatario si aggiungeva «non è stata riversata all’Ente l’intera somma corrispondente alla percentuale degli incassi per gli eventi, come stabilito in convenzione.
Attualmente la somma versata è pari a soli 256,71 euro dal 2016 ad oggi». Oltre al documento rinvenuto dal Corriere, esiste anche una proposta di delibera che avrebbe introdotto un canone di utilizzo di 14 mila euro annui.
Difatti l’anomalia più evidente risiede proprio nella formula della convenzione, in cui è previsto che solo «il 3% sull’importo degli incassi dell’attività di sbigliettamento dovrà essere versato all’amministrazione comunale», rinunciando così a ogni altra entrata provenga dall’uso privato di un bene pubblico.
Le cifre
«Il calcolo si basa sullo sbigliettamento accertato dalla Siae con relative ricevute di pagamento, tutte agli atti – argomenta Simona Padalino, presidente di Energiovane, l’associazione capofila di Parcocittà –. Non è vero che c’è stato un solo pagamento.
Sono stati effettuati dal 2016 al 2023, quest’ultimo interamente a ingresso gratuito come spesso accade a Parcocittà.
Tutti comunicati al Comune di Foggia, con allegati i report degli eventi relativi al 2016-20; 2021; 2022 e 2023». Al versamento da 256,71 se n’è effettivamente aggiunto un altro da 111,00 (eseguito nel 2023), per complessivi 367,71 euro.
Ma perché furono trascurate queste incongruenze? Perché a nessuno venne in mente che non si potesse perseguire legalità a scapito degli interessi (anche economici) della collettività?
Lasciò correre l’ex sindaco Franco Landella (2014-21), dopo di lui i commissari prefettizi (2021-23). E l’attuale giunta? «Faremo un nuovo bando – assicura Giulio De Santis, assessore proprio alla legalità –, spero entro fine anno.
Abbiamo ereditato situazioni complesse, Parcocittà tra queste. Ma l’invito che rivolgo è quello di incoraggiare le associazioni che si battono per la legalità, di sostenerle anche a costo di penalizzare economicamente l’amministrazione… ».
L’auspicio è che la stessa generosità sia rivolta anche alle altre associazioni che ogni giorno si battono per restituire dignità ai territori, operando nel silenzio – anzi nell’oblio, come i casi di Emmaus e Sacro Cuore – e rispettando le regole.
«Rivendichiamo l’assoluta trasparenza del nostro operato» ribadisce Padalino, mentre l’opposizione invoca le dimissioni dell’assessora alla cultura Alice Amatore (dal 2019 al 2021 coordinatrice di Parcocittà) per omesso controllo e conflitto di interesse.
Paradosso nei tanti paradossi di questa vicenda, stasera a Parcocittà (ore 21) va in scena lo spettacolo Io sono Franco ispirato alla vita di Francesco Marcone: il funzionario ucciso per aver scoperto una frode a scapito della res publica.
Lo riporta foggia.corriere.it