MODENA, 05/10/2022 – Tribunale presidiato da decine di agenti della polizia nel giorno in cui ha preso il via il processo per l’assalto al portavalori sull’A1. Era il 14 giugno del 2021 quando un commando con fucili e bande chiodate fermarono il traffico dando alle fiamme alcune auto e scatenando l’inferno sull’autostrada all’altezza di San Cesario.

Oggi in aula erano presenti tre dei quattro imputati, tutti originari di Cerignola in provincia di Foggia. Per loro è stato incardinato il processo che si svolgerà con rito abbreviato a partire dal gennaio. Dovranno rispondere di accuse pesantissime: tentato omicidio, ricettazione, blocco stradale e rapina pluriaggravata. Quella sera presero di mira un blindato della Battistolli che conteneva due milioni di euro.
Una preparazione militare e scientifica dietro al colpo, che poi fallì, nonostante fosse stato organizzato da tempo nei minimi dettagli. Le bande chiodate realizzate ad hoc, le vie di fuga con basisti ad attendere gli assalitori, l’acquisto sul mercato nero di armi da guerra e i veicoli rubati utilizzati per arrivare in autostrada dati poi alle fiamme. Un’organizzazione impeccabile che però non aveva tenuto conto del livello del corazzamento dei nuovi portavalori blindati, costruiti con tecnologie sempre più all’avanguardia. Il mezzo ha resistito a decine di colpi di mitragliatrice sia sul fianco che sul parabrezza. E non solo: i quattro furono catturati sei mesi dopo, a dicembre. (modenaindiretta)