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L’ho ascoltato attentamente, ma mi dispiace, il Presidente di Confindustria della Provincia di Foggia ragiona come si ragionava 20 anni fa. Oggi le sue aspettative sono perlomeno aleatorie.
Un qualsiasi presidente che assume una carica dopo un commissariamento ne dovrebbe conoscere i motivi per cui si è arrivati al commissariamento e saper constatare se quelle molteplici cause storiche e radicate nel territorio di Capitanata siano state rimosse o almeno combattute efficacemente o quanto meno individuate e analizzate adeguatamente.
Inoltre, la ricetta di potenziare le infrastrutture per rilanciare fa parte di un altro mondo come quello previsto già da almeno 10 anni, cioè dall’approvazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.
Si è storicamente constatato e accertato che l’economia che nasce dall’alto produce il forte arricchimento di pochissimi capitalisti con basse ricadute sulla cittadinanza appartenente a quel territorio. In buona sostanza si vuole commettere lo stesso “errore” di prospettiva economica del porto turistico di Manfredonia.
Sarebbe auspicabile che, invece di spendere milioni e milioni di euro per consulenze, progettazioni e per lavori a rischio continuo di varianti e aumenti dei costi per la cittadinanza, l’utilizzo di somme inferiori per il micro credito, per incentivare le piccole attività artigianali, di piccole imprese di trasformazione e conservazione di prodotti ittici o agricoli, per favorire tutta quella selva di attività individuali o micro imprese che girano intorno al turismo e alla fruizione dei beni archeologici o artistici del territorio.
Sarebbe auspicabile che quella marea di soldi vengano spesi per creare per ogni edifico micro impianti per la produzione di energia elettrica o di acqua calda sanitaria, oppure per riciclare i rifiuti o per stimoalre la raccolta differenziata in modo che le famiglie abbiano un risparmio delle proprie spese fisse.
Sarebbe auspicabile che quei soldi venissero spesi per creare laboratori di ricerca verso la biologia marina oppure quella agricola, in modo da migliorare la pesca e l’agricoltura.
Sarebbe, infine, auspicabile, che gli imprenditori in quanto tali sapessero assumersi il rischio d’impresa senza scaricare sulla collettività i loro debiti o i loro fallimenti.
Confindustria ha tantissime colpe dell’attuale crisi economica italiana, mentre per la Capitanata essa rappresenta solo un fulcro di potere che è stato sempre mal gestito!