Edizione n° 5455

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Precari stressati

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
5 Dicembre 2010
Psicologia //

Crisi, precariato (blog.cronaqui)
Crisi, precariato (blog.cronaqui)
Manfredonia – LE regole del lavoro atipico, precarietà e flessibilità, sono le condizioni attuali di diversi lavoratori spesso costretti a convivere con ansie, conflitti e frustrazioni, lasciando in un angolo i sentimenti positivi. Il mondo del lavoro è costituito, oltre che di forza muscolare, anche di competenze tecniche-culturali, fattori che svolgono un ruolo principale nel comportamento interiore della persona.

Spesso i giovani subiscono delle forme indirette di precarietà psicologiche, intese come carenza di risorse psichiche-emotive. La flessibilità intesa come necessità e come strategia del mercato viene imposta a volte da norme che non considerano il lavoratore come persona avente relativi diritti.

IL SENSO DELLA PRECARIETA’ PSICHICA – Il sistema citato impedisce di raggiungere un livello di dignità diffusivo. Per esempio nei contratti a progetto la malattia non è tutelata e lo stipendio di solito viene dimezzato. Dal momento che le aziende traggono benefici notevoli per poter usufruire di lavoratori interinali o a progetto la quota dell’incertezza dovrebbe corrispondere anche ad una quota elevata delle retribuzioni. Una proposta potrebbe essere quella di una percentuale salariale maggiore rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato.

La precarietà è ravvisata soprattutto dalla scarsa remunerazione rispetto al costo della vita, al lungo periodo di inattività e alla bassa tutela previdenziale e al diritto (labile) di assentarsi per motivi di salute. Queste le cause di un sentimenti negativi quali stress, incapacità di progettare il proprio futuro, tanto da provocare un abbassamento del livello di autostima.

Frantumati i sogni e le ispirazioni di autonomia, gli aspiranti lavoratori non dovranno abbandonare l’entusiasmo, la determinazione e la convinzione di perseverare nella ricerca del lavoro. Risvegliare le attenzioni sulle persone e verso l’ambiente sociale e professionale potrebbe favorire quel processo di consapevolezza e condivisione insieme agli altri enti coinvolti nei programmi di ricerca e selezione del personale. Ciascuno dovrà gestire efficacemente il proprio microsistema di vita e di lavoro, per costruire un futuro degno dell’essere umano, coltivando quindi la capacità progettuale e fare il possibile per realizzarla è l’unico modo di combattere lo stress della precarietà.

LA FORMAZIONE E IL FURTO DEL TEMPO – Ad esempio il Decreto Legislativo 276/2003 introduce tre forme di contratto di apprendistato: l’apprendistato per il diritto-dovere di formazione; l’apprendistato professionalizzante e l’apprendistato per il diploma o percorsi di alta formazione. Nel primo caso il contratto ha la durata massima di tre anni, nel secondo da due a sei anni. Questa forzata dilatazione del tempo formativo (se si aggiungono ai cinque anni di università, più il master post- universitario) diventa un pericoloso metodo che minaccia la capacità progettuale della persona. La persona sarà inevitabilmente attaccata dal virus dell’instabilità emotiva, relazionale ed esistenziale. L’avvilente furto legalizzato del tempo si manifesta puntuale per ogni tipo di professione.

Il mistero burocratico e la miopia delle leggi favoriscono una scarsa considerazione delle qualità e delle professionalità che subisco un rallentamento, un ritardo affannoso dei futuri e precari dipendenti.
Francesco Delzio, ex Direttore dei Giovani Imprenditori di Confindustria (il più giovane dirigente nella storia dell’associazione imprenditoriale) e ancora prima giornalista professionista in Rai definisce i trentenni e quarantenni come a “generazione tuareg”, persone formate in un deserto privo di prospettive, di certezze salariali e garanzie dei propri diritti, oltre che di doveri. L’unica soluzione è non cadere negli artigli del pessimismo generato dalla precarietà, e magari abituare la nostra mente alla flessibilità come sistema di vita che permette e garantisce i primi passi verso esperienze diverse e formative. Soltanto una sana combattività potrà sollevarci dal baratro del dolore psichico provocato dalla precarietà.

(Fonti tratte da Stefano Greco, da Risorse Umane a Persone).

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