La vicenda, iniziata nel lontano 2007, coinvolge circa 79 mila file protetti dal diritto d’autore e contestati da Viacom a Google, con annessa richiesta di risarcimento quantificabile in circa 1 miliardo di dollari. Una prima istanza aveva dato ragione alla società di Mountain View, ritenuta estranea alle violazioni messe in atto dai propri utenti e non obbligata a monitorare quanto quotidianamente passa attraverso le proprie pagine. Nel frattempo è nato il programma Content ID, ma le parti non sembrano aver raggiunto comunque le basi per una tregua: Viacom ha deciso di ricorrere in appello, sperando in una decisione contraria alla precedente, e porta ora a casa un importante risultato.