Statoquotidiano.it, Cerignola (Fg), 6 luglio 2022 – Ritrovato un manoscritto inedito di Giuseppe Di Vittorio: la lettera in cui si dice costretto, a difesa della sua dignità politica, a rifiutare un omaggio natalizio inviatogli dal conte Giuseppe Pavoncelli.
Il documento è stato inviato dal Conte Stefano Pavoncelli al responsabile del Progetto Casa Di Vittorio, Giovanni Rinaldi. L’occasione è scaturita nell’ambito della visita fatta nell’azienda Santo Stefano (come sopralluogo per individuare possibili location) insieme allo scenografo Luciano Ricceri, che cura le ambientazioni della fiction su Di Vittorio, e a Flavio Tallone, direttore di produzione.
Di seguito la trascrizione del documento, ricevuto via fax:
AMMINISTRAZIONE
CONTE STEFANO PAVONCELLI
CERIGNOLA
Cerignola li’, 21/09/2007
Alla cortese att.ne del Dr. Gianni Rinaldi
Come d’intesa con il conte Stefano Pavoncelli Vi invio copia della lettera a firma Giuseppe Di Vittorio
L’amministratore
“LA FALCE”
COOPERATIVA ANONIMA DI PRODUZIONE E LAVORO
Fra Contadini – Muratori ed affini smobilitati
– CERIGNOLA –
li 24 Dicembre 1920
Egregio Sig. Preziuso.
In mia assenza, la mia signora ha ricevuto quel po’ di ben di Dio che mi ha mandato.
Io apprezzo al sommo grado la gentilezza del pensiero del suo Principale ed il nobile sentimento di disinteressata e superiore cortesia cui si è certamente ispirato.
Ma io sono un uomo politico attivo, un militante. E si sa che la politica ha delle esigenze crudeli, talvolta brutali anche perché – in gran parte – è fatta di esagerazioni e di insinuazioni, specialmente in un ambiente – come il nostro – ghiotto di pettegolezzi più o meno piccanti.
Io, Lei ed il Principale, siamo convinti della nostra personale onestà ma per la mia situazione politica non basta l’intima coscienza della propria onestà.
E’ necessaria – e Lei lo intende – anche l’onestà esteriore.
Se sul nulla si sono ricamati pettegolezzi repugnanti ad ogni coscienza di galantuomo, su d’una cortesia – sia pure nobilissima come quella in parola – si ricamerebbe chi sa che cosa.
Si che, io, a preventiva tutela della mia dignità politica e del buon nome di Giuseppe Pavoncelli, che stimo moltissimo come galantuomo, come studioso e come laborioso, sono costretto a non accettare il regalo, il cui solo pensiero mi è di pieno gradimento.
Vorrei spiegarmi piu’ lungamente per dimostrarle e convincerla che la mia non è, non vuol essere superbia, ma credo di essere stato già chiaro. Il resto s’intuisce.
Perciò La prego di mandare qualcuno, possibilmente la stessa persona, a ritirare gli oggetti portati.
Ringrazio di cuore Lei ed il Principale e distintamente per gli auguri alla mia Signora. (www.casadivittorio.it)
Chi era Giuseppe Pavoncelli?
“E’ il nome più fulgido nella storia di Cerignola; è stato uno degli uomini più illustri, che onorano non una regione soltanto, ma l’intero paese, una delle più autorevoli, simpatiche e stimate figure del Parlamento Italiano, che senza distinzione di partito pendeva dalle sue labbra quando alla Camera con indiscussa competenza parlava di agricoltura, di enologia o di tariffe doganali… Creò le sue cantine, tra le più vaste del mondo…il nome glorioso di Cerignola e di Puglia per opera di Pavoncelli i cui vini in bottiglie si trovaron presto alle mense di principi, di Re e d’Imperatori. Creò scuole e cooperative, mezzadri e fittavoli e Casa Pavoncelli divenne un faro luminoso, cui tutti miravano diffondendo i suoi vividi raggi nel mondo…Per lunghi anni componente la Giunta del Bilancio, delegato del Governo per la stipulazione dei trattati di commercio.
Presidente della Giunta italiana all’Esposizione di Parigi, componente i Consigli superiori del Lavoro e dell’Agricoltura, fu nel 1898 Ministro dei Lavori Pubblici…” da NICOLA PESCATORE, GIUSEPPE PAVONCELLI, in AA.VV., IN MORTE DI GIUSEPPE PAVONCELLI…, op. cit.. Proprio nel XIX secolo , l’agricoltura della Puglia e, particolarmente, del Tavoliere, risentiva dell’arretratezza dei metodi di coltivazione, compromesse spesso dalla condizione dei territori e dalle condizioni atmosferiche. La Casa Pavoncelli fu esempio nel Tavoliere per il rinnovamento agrario: e “ questo esempio fu dato da Federigo e Giuseppe Pavoncelli…Dei loro cinquemila ettari, la metà fu trasformata in vigne con grandi stabilimenti vinicoli; e metà nella coltivazione razionale del grano e dei foraggi: con l’aumento del bestiame da lavoro: con piantate di olivi; con drenaggi e canali di scolo, con costruzione di case coloniche e stalle e ricco corredo di macchine e attrezzi. La grande industria agricola si sostituiva alla vecchia agricoltura”. Giuseppe Pavoncelli dette impulso nella costruzione dell’Acquedotto Pugliese. Fu il primo Presidente di tale Ente perché “tenace promotore” Nel 1911 fu posta una “Targa” marmorea a Caposele all’ingresso della Grande Galleria dell’Appennino, a ricordo di Giuseppe Pavoncelli.
PAVONCELLI”– CERIGNOLA 1905, Edito da STAB. TIP. L. PIERRO e FIGLIO – NAPOLI. Si tratta di un pregevole ALBUM fotografico fatto realizzare dalla Casa Pavoncelli a ricordo del VII Congresso Internazionale d’Agricoltura tenutosi a Roma nell’aprile del 1903. I congressisti, dopo i lavori, visitarono le maggiori aziende agricole italiane, il 20 dello stesso mese invitati sia da Giuseppe Pavoncelli che dal Signore de La Rochefoucauld Duca di Doudeauville e Bisaccia – Cerignola, visitarono la Cantina “Santo Stefano”. L’on. Giuseppe Pavoncelli fu tumulato nella loro Cappella funeraria nel Cimitero di Cerignola. (Archeoclub Cerignola)
A cura di Gianluigi Cutillo, 6 luglio 2022
Concetti e parole intramontabili. Attuali.