MANFREDONIA è da considerare la cartina al tornasole per verificare la possibilità di un vero rinnovamento della politica e del PD nell’intera provincia di Foggia, dato il ruolo storico determinante che i dirigenti manfredoniani hanno avuto nella gestione del partito in Capitanata (il cosiddetto fattore M) e tutt’oggi altrettanto fondamentale alla luce di quanto è avvenuto nelle primarie per l’elezione dell’attuale segretario provinciale. Ciò non tanto perché è l’ultima roccaforte dei dalemiani, o ex o presunti tali o che dalemiani non sono più, ma soprattutto perché è l’espressione più evidente ed immediata dell’immobilismo e del più sfacciato trasformismo nella politica. Da tempo immemorabile sono sempre gli stessi che comandano a Manfredonia, professionisti della politica e gestori di interessi personali e di gruppo, pronti a costruire o semplicemente a salire sul carro del vincitore, qualunque esso sia. L’immobilismo è totale ed impressionante, aldilà di ciò che l’apparenza della contrapposizione tra possibili candidati sindaci suggerisce.
IL PD DI MANFREDONIA È GIÀ IL PDN, IL PARTITO DELLA NAZIONE (RENZIANO). Esaminiamo perciò i dati. La politica a Manfredonia sembra si riduca al solo PD, a vedere cosa succede nel PD, dato che si è sostanzialmente già realizzato quello che Renzi vorrebbe a livello nazionale: il PDN, Partito Della Nazione. Perciò il PD di Manfredonia non è una parte ma il tutto, è il partito della città che tutto ha assorbito ed assorbe come una spugna. Dall’NCD a SEL tutti vogliono far parte, direttamente o indirettamente, in alleanza od in assorbimento, del grande PDN, riconosciuto già da ora come sicuro ed indiscutibile vincitore delle prossime elezioni amministrative. Anche persone, associazioni, forze politiche, movimenti civici che fino a ieri si dichiaravano, formalmente, all’opposizione o addirittura messe inopinatamente da parte e sfiduciati dall’attuale Sindaco. Non si tratta di larghe intese a livello locale; è qualcosa di più e peggio. È come se ormai le idee e le proposte non contassero più, conta solo partecipare al potere in qualsiasi modo, poter partecipare alla spartizione della torta, anche delle sole briciole. È come se una persona, un’associazione, un soggetto, una forza politica, non avesse senso e valore, letteralmente non esistesse se non riuscisse a far parte della grande abbuffata.
CON LE IDEE NON SI MANGIA. In tal modo si conferma totalmente il senso comune: con le idee non si mangia. Esse sono solo chiacchiere, un maschera, una copertura a ciò che veramente conta: curare i propri interessi, ce poi, in ultima analisi sembra ridursi a come utilizzare la politica per fare soldi ed arricchirsi, in coerenza col valore denaro. “A Francè che vuoi, che ti serve?” sembra questo il nuovo motto di andreottiana memoria l’idea guida della politica locale. Tu Francesco, parli, parli, ma dimmi che vuoi, vedrò di accontentarti. E così sarà silenzio. C’è un degrado totale della politica e contemporaneamente una sua liberazione da ogni ipocrisia e pudore: si può fare e chiedere qualsiasi cosa pur di restare a galla e continuare a curare i propri interessi, senza più nascondersi o vergognarsi.
SENZA OPPOSIZIONE POLITICA E SOCIALE NON C’È DEMOCRAZIA E RINNOVAMENTO, MA IMMOBILISMO, TRASFORMISMO, SUDDITANZA. Questa situazione viene favorita anche dal fatto che a Manfredonia da molto tempo non c’è alcuna forma di opposizione politica e sociale e, quindi, non essendoci alcuna articolazione dialettica tra soggetti e forze diverse, non c’è democrazia. È un processo che è venuto avanti a Manfredonia soprattutto in questi ultimi vent’anni, a poco a poco e quasi senza accorgersene, a partire dalle elezioni amministrative del 1995, quando Gaetano Prencipe fu eletto Sindaco per un pelo in competizione con altri due candidati, espressione di forze ed orientamenti politici, ideali ed interessi diversi. Oggi quegli stessi esponenti, tranne uno, sono tutti ancora sulla breccia, tutti insieme dentro il PD o in alleanza col PD, mantengono tutt’ora ruoli importanti e decisivi, ed economicamente remunerativi.
TUTTO È NELLE MANI DEL SINDACO CHE HA POTERE MONOCRATICO, SE MANCA IL DINAMISMO DEI CORPI SOCIALI INTERMEDI. Ciò porta ad un totale immobilismo della politica a Manfredonia, col favore di altri tre fattori:
1. Praticamente. A Manfredonia la politica da tempo immemorabile è nelle mani delle stesse persone che ne hanno fatto il loro unico mestiere, la loro professione, la loro fonte di guadagno e di accumulazione di ricchezze e beni materiali ed immateriali, che per mantenere il loro potere sono diventati simili nell’operare politico, mettendosi al centro di una rete di interessi, forti, meno forti ed anche spiccioli, costruendo ed accumulando una massa di clientele da mobilitare quando serve, quando cioè c’è da dimostrare una forza ed un “consenso” che è la fonte della loro posizione.
2. Sociologicamente. Le due culture storiche che hanno dato origine al PD non solo non si sono integrate e sono rimaste separate, anche visibilmente e fisicamente in persone e luoghi specifici, ma oggi stanno passando da un conflitto latente ad una contrapposizione esplicita. Ciò avviene sia a livello nazionale che locale perché manca ogni mediazione che può venire solo dal dinamismo dei corpi sociali intermedi di qualsiasi natura, dai sindacati alle associazioni, ed ancor più dal valore prepolitico che la formazione, la cultura e l’etica assicura, consentendo un confronto di idee e proposte e non solo l’affermarsi di interessi materiali. La riflessione culturale ed etica consente elaborazione, dà possibilità di allargare l’orizzonte, consente mediazioni e punti di incontro, cosa che invece non è possibile se la politica diventa semplicemente il collocarsi da una parte o dall’altra, o se la politica si fonda solo su interessi personali e di gruppo da far prevalere sull’altro gruppo, senza tenere conto che si è in realtà parte dello stesso partito, il PD. Un tutt’uno collettivo in cui far prevalere il positivo per far crescere il bene comune nella città.
3. Istituzionalmente-Giuridicamente. Una volta eletto il Sindaco non è “primus inter pares” ma è l’unicum, l’amministratore unico, il decisore totale dell’amministrazione comunale, con poteri, forse, maggiori di un podestà, visto che non c’è nessun tipo di controllo sul suo operato, non c’è opposizione di qualsiasi natura. Il Sindaco può sostituire chiunque a suo insindacabile giudizio, può, dimettendosi, far sciogliere il Consiglio Comunale e, quindi, il suo potere personale è maggiore di qualsiasi coalizione od organo collegiale, pur essendo egli espressione di tale collettività. Bel paradosso e contraddizione democratica!
È chiaro che affinché ci sia democrazia è fondamentale che in ciascuno di questi tre ambiti si debbano prevedere ed organizzare iniziative stabili e momenti di controllo sociale e partecipazione attiva, tali che consentano il prevalere di decisioni ed orientamenti collegiali e collettivi rispetto a quelle individuali e personali.
Nel prossimo articolo sarà esaminata la questione del rinnovamento della politica a Manfredonia ed il paradosso delle primarie.
(A cura di Silvio Cavicchia – Sociologo e Ricercatore Sociale del Centro Studi e Ricerche “Eutopia” silviocavicchia@libero.it)
Redazione Stato@riproduzioneriservata
Il problema locale forse è proprio quello di sposare una linea senza saperne i contenuti…Come si fà a dare il proprio favore, in termini politici, a uno schieramento che attacca con forza una delle parti economiche più deboli del paese con l’attacco a quota cento…seono troppi i soldi stanziati? Per una parte di paese che ha lavorato una vita, donando anche il suo lavoro gratutio? si è passati dal ridurre il numero dei parlamentari (circa € 20000 mensili) ad attaccare quota 100 (quant’è? dalle crica € 500 a un €1000 e poco più? E glistipendiati di quelle sedie istituzionali di cui quasi nessuno sà? E quei finanziamenti all’europa che ci doveva finanziare? E tutti quiei fondi che non sono perduti ma sono andati persi? E tutti quei collaboratori? Ci manca che facciano il calcolo dell’elemosine e un’altra vergogna nazionale è completa…non si fà in tempo a notare un cambiamento in serietà che subito qualcuno sà bene come colpire…e la gente applaudiva anche…richiesta e dichiarazioni del tutto incostituzionali…e scrivo senza colore politico…Ma chi li ha, i genitori cosa dicono? Di toccare la semplice gente? Volete togliere anche la tavola alla gente? Al massimo si potrebbe parlare di lavoro integrativo alle pensioni previste da quota 100 che limitino le uscite e mantengano in vita coloro che hanno fatto del lavoro la prorpia vita…ma ugualmente, se fosse possibile, dato che in Italia escono dei principi normativi sempre ad impedire l’aiuto concreto delle realtà, si potrebbe integrare una minima parte…ma…
A Manfredonia il problema è che non si è fatto più sistema da anni…tra problemi esistenziali, personali, di rigetto per il lavoro svolto, paure nel voler cambiar lavoro (cosa che dovrebbe essere garantita dalla costituzione)…Una mattina, recandomi presso gl’uffici comunali, m’indicarono una targa…andai nella direzione, ma non trovai l’ufficio, cioè, non c’era la stanza…in certe circostanze sarebbero dovute intervenire atorità ed uffici comunali quali servizi sociali, ma ad oggi non si è ancora in condizione d’interventi simili se non dopo un’articolata burocrazia il cui sistema causa un cambio di comando; perchè se si adottano sempre delle denunce personali, senza comunicazioni tempestive ai PM o a chi per loro a comunicazione verbale ricevuta, la volontà agente da governativa diventa personale, e ancor di più, dato il dovuto intervento, la volontà personale và a sostituire una volontà governativa mancante…e non è assolutamente oppoertuno e legittimo…Ricevi la comunicazione, effettui le dovute comunicazioni istituzionali che devono provvedere a risolvere il fenomeno che si è generato, e poi inviti il singolo ad una procedura personale per risarcimenti e comunicazione personale-pubblica di danni ricevuti, per limitarne le conseguenze. Se si riceve una comuniczione di fumo nelle case, non esiste ragione, il sistema pubblico deve mandare qualcuno in quella zona, identificare il luogo d’origine del fumo ed intervenire…E poi la si deve finire che non si può dire una parola…pochi si mantengono in piedi almeno in pubblico, altrimenti minimo ci si tocca le parti intime (segno di mancanza d’equilibrio oltre che di richiesta di necessità corporea ed altro…)…ma mquando si deve parlare si deve parlare…uno, due, tre…quasi tutti…poi i cani slegati o che ti abbaiano da cancelli mentre cammini, o si avvicinano anche al guinzaglio…se uno vesse voluto un cane , lo avrebbe preso con sè…si capiscono le difficoltà, ma si devono trovare altre soluzioni, dato che ci sono…Cavalli sulle strade…bè, come si fà a passare? se un cavallo di colpo sferra un calcio, cosa accsde a macchina e passeggeri? Ci devono essere degli spazi opportuni…Quindi la politica locale cosa ha fatto? Fare dei servizi da tavola in senso giuridico quanto è orinario? Prima fai vivere almeno e poi reagisci…la maggior parte di donne per strada è un pericolo costante…libera di andare dove vuole, sì…ma gl’altri? Dobbiamo decidere in conseguenza? Nei locali? Ai tempi antichi almeno si diceva qualche parola per farti spostare, oggi neanche lo sguardo…o ti sposti con le buone o altrimenti ti devi spostare lo stesso…
Poca educazione e possibilità educativa…
E si dovrebbe ancora iniziare a trattare l’argomento…Quei mezzi militari con la canna rivolta verso la strada? Quelle autorità in mezzo ad una strada dove solo all’alzar la paletta metti in pericolo la gente (difficile a 90 km/h vedere una paletta e fermarsi…opportuno nei pressi, se proprio si deve, di sbocchi, sentieri…)…e poi si è costretti a stare nel passato per speigare i propri comportamenti che dopo determinati racconti trovano lìapprovazione della gente che invece dà ti condannava…
Che sia fatta la Sua Volontà…
Con Fede e diritti…
Grazie.