Gentile direttore
vorrei, se possibile, offrire alcune riflessioni, senza pretese, a margine dell’omicidio dell’innocente Saverio Grieco, consumatosi la notte del 31 ottobre, notte in cui i paesi occidentali, e Manfredonia, hanno preso l’abitudine di “festeggiare” Halloween, giorno che invece dovrebbe appartenere alla memoria di tutti i santi, e poi a quella dei defunti. Non so se le due cose siano collegate, ma la relazione oggettiva serve per introdurre un concetto che chiariremo alla fine.
Punto primo, cosa è Halloween. Halloween è, tecnicamente, una rappresentazione di un “sabba”. Le modalità espressive e rappresentative sono quelle. Il “sabba” è la celebrazione dell’incontro fra il diavolo e le sue streghe, che “festeggiano” l’evento nella frenesia della loro arroganza. La cosa che mi viene immediatamente da pensare, ora, guardando alla combinazione dei fatti, è che il sabba nel 2014 ha avuto il suo sacrificio. Ma cercherò qui di non andare oltre il dicibile.
Punto secondo. Alle 23,45 del giorno 31 ottobre un automobilista, con patente sospesa per guida in stato di ebbrezza, ha investito e ucciso una persona. L’ha investita in una violenta quanto frenetica retromarcia e poi è andato via lasciando agonizzante la vittima, che forse prontamente soccorsa si poteva salvare. La vittima era un brav’uomo, che non ha mai fatto male ad una mosca e che, forse, non ha vissuto una vita molto facile, una persona innocente a pieno titolo. Dopo l’impatto l’investitore è corso alla “festa” in maschera. Qui non si vuole giudicare nessuno; constatiamo solo che non c’è stata pietà in quanto è successo: fermarsi era un gesto di responsabilità e un dovere, ma soprattutto un gesto di pietà.
Possiamo ora dire che quei trenta secondi hanno mietuto due vittime: la vita di Saverio, e l’anima dell’investitore (speriamo che entrambe ritrovino il proprio posto).
Punto terzo. La sera del 31, venerdì, intorno alle 19,30 mi sono recato presso la Polizia di Stato per presentare una denuncia, per una questione sgradevolissima che riguarda l’ordine pubblico (sulla quale ora sorvoliamo).
Nella notte fra il 31 e l’1 ho chiamato ripetutamente Polizia e Carabinieri per segnalare situazioni oltre il limite della legalità che registravo dalla mia abitazione del centro storico: i “festeggiamenti” di Halloween imperversavano. La notte fra il giorno 1 e il 2 novembre la situazione è stata la medesima. Durante le festività e nei fine settimana è ormai la norma per numerosi residenti del centro storico, e per parecchi manfredoniani in genere, fare costantemente appello alle forze dell’ordine per contrastare il degrado e le pericolose abitudini emergenti dei sipontini.
Intorno alle ore 2,00 del giorno 1, visto che era impossibile dormire con la musica sparata a volumi tali da sembrare immersi nella sfilata del carnevale, scendevo in strada per osservare da vicino la situazione.
In strada incontravo diversa gente normale ma anche molti ubriachi schiamazzanti, gruppi di persone “confuse”, mascherate, ondeggianti che si avvicinavano minacciosi agli altri passanti; assistevo a gimkane di macchine sul lungomare e fra le traverse del corso; notavo persone che facevano i propri bisogni o davano di stomaco agli angoli dei palazzi. Ragazzini con bicchieri di alcolici nei pressi di bar e baretti.
“Sballo”, aggressività, ubriachezze, cattiva educazione, assenza di consapevolezza del proprio essere presente, erano i tratti distintivi di questi comportamenti. Le cronache ci dicono che anche altri episodi inquietanti, oltre l’omicidio, hanno caratterizzato quei giorni: una rissa a Siponto, danneggiamenti in alcune zone della città, disturbi vari in via Maddalena, e via dicendo.
Osservazioni. Sappiamo ormai che a Manfredonia ogni “festa” è così: non c’è differenza tra la commemorazione dei defunti, il carnevale, il venerdì di pasqua, natale e capodanno, o un sabato qualunque. Ogni “festa” si contraddistingue solo per gli alti decibel e per l’alcool a fiumi, lo “sciroppo”, in gergo, indispensabile per il “binge drinking” (il bere fino allo stordimento). A carnevale di tre anni fa, se lo ricordate, il fenomeno emerse drammatico. Riguardo ad altre sostanze, non entro nel merito.
Ma ciò che notavo, questa volta, negli atteggiamenti, nelle espressioni, di un po’ tutte le persone sciamanti a “festeggiare”, anche in buona fede, Halloween, era una sorta di “spietatezza”, una mancanza di “pietà”.
Parlo di un’espressione di autoreferenzialità chiara ed evidente, quasi autistica: al di fuori del “me” non c’è nulla. Una voglia di bruciare il momento, di correre a fare non so che cosa, una specie di frenesia angosciata e spesso alcoolica, quasi una paura di perdersi l’attimo, di non riuscire a “vivere” senza quell’attimo nel pieno dell’autunno.
Notavo inoltre che ci vuole una certa dose di supponenza per sballarsi al suono dei bassi che pompano nella notte in cui dovresti ricordare i tuoi defunti: i tuoi nonni, i tuoi cari, persone alle quali hai voluto bene e che ora non ci sono più.
Perché a qualcuno avrai pur voluto bene, no?
Riflessioni. Pare dunque che, appena può, la città si lanci in nottate di “sballo” a base di “sciroppo” (o peggio), nelle quali pensa di poter esorcizzare il vuoto che si è creata dentro, e intorno. Sembra sia l’unica cosa che riesce a progettare, ad esprimere, altre cose non sono previste.
La nota vivacità sipontina era solare, purificatrice, rigeneratrice; ora questa frenesia è cupa e morbosa. Impunità, degrado, trascuratezza, la città in quelle notti è abbandonata a se stessa, in balia di chiunque voglia fare i propri comodi senza legge né giustizia, con l’alcool che scorre. Non c’é diritto, non c’é rispetto nelle notti dei venerdì, dei sabati, in quelle precedenti le festività e nelle festività stesse.
A fronteggiare, sole, ridotte pattuglie di forze dell’ordine che devono coprire un territorio vasto e corrono da una parte all’altra.
Ciò è ormai chiaro a tutti. Ma questo è solo ciò che emerge, e se emerge ha sotto qualcosa.
E’ forse il segnale di allarme.
Eventi tragicissimi, prima impensabili, hanno colpito la città in questi anni, fra i tanti ricordiamo l’assassinio di Giusy Potenza e le efferatezze di “Romanzo criminale”. E’ possibile intravedere un filo rosso, anzi nero, spesso sotterraneo, che lega questi drammi, nell’evolversi dell’anima della città, e poi emerge di tanto in tanto?
O è forse l’anima della città ad esser abbandonata a sé stessa? Che fine hanno fatto la solidarietà, la partecipazione; il rispetto, il gusto per il buon vivere; l’umanità, il buon senso.
L’amministrazione, la politica, riescono a vedere questa situazione che precipita? Vogliono, riescono ad intervenire con provvedimenti amministrativi, o con l’esempio personale? I genitori, gli educatori, la società civile, coloro i quali devono assumersi responsabilità, hanno la voglia o la forza di dare un’impronta di svolta?
Conclusione. Non ho mai avuto paura di camminare nei cimiteri quando la luna è alta e brillano solo i lumini delle tombe; né dei morti, né di parlare con loro. Non si può aver paura di chi è venuto prima di noi e, per amore, ha fatto sì che venissimo al mondo. I morti sono dalla nostra parte e ci indicano la luce.
Il “sabba” invece vuole sempre un sacrificio, di un innocente, di un indifeso. Il sabba ha come principale nemica la pietà: è questa che si intende umiliare nel sabba, la pietà.
Pietà, partecipazione, responsabilità, erano le caratteristiche principali dell’anima sipontina, che hanno accolto nella conversione san Camillo de Lellis, che attiravano forestieri per farli rimanere e divertire, che hanno cresciuto famiglie e quartieri nei momenti più drammatici del dopoguerra, che hanno reso seducente la città cantata da Lucio Dalla in “4/3/1943” ed in altre canzoni.
Senza pietà, senza partecipazione, senza responsabilità, una comunità non esiste. Ed è allora, che al loro posto arriva il sabba.
(A cura di Andrea Pacilli, editore Andrea Pacilli Editore – Buenaventura di Manfredonia)
Redazione Stato@riproduzioneriservata
AL SIGNORE CHE A PUBBLICATO QUESTO ROMANZO,CE DA DIRE SOLO DUE PAROLE,SE NON CE GIUSTIZIA SU TUTTI I REATI LE POLEMICHE NON SERVONO, LA GENTE FA CIO CHE VUOLE PERCHE SA CHE E IMPUNITA, LE BESTIE DI ROMANZO CRIMINALE SONO STATI CONDANNATI A PENE PESANTI PER ORA POI DOPO NON SI SA E COSI VIA DICENDO
… e peggio è il constatare che ormai a Manfredonia è “sabba” tutti i giorni!
Comunque, io per parte mia mi sto adeguando: loro non hanno nessuna pietà umana?! Ed io se ne avrò a tiro qualcuno, farò peggio di loro. Li schiaccerò come serpi, come fece San Michele Arcangelo.
Andrea scrive: “L’amministrazione, la politica, riescono a vedere questa situazione che precipita? Vogliono, riescono ad intervenire con provvedimenti amministrativi, o con l’esempio personale? I genitori, gli educatori, la società civile, coloro i quali devono assumersi responsabilità, hanno la voglia o la forza di dare un’impronta di svolta?”.
Bene, ma i maggiori responsabili restano i genitori! Questi imbecilli di ragazzi, caro Andrea, il primo cattivo esempio lo ricevono molto spesso in famiglia. Ma te li ricordi i bei tempi andati?! Il professore ti tirava uno schiaffettino in classe, andavi a casa, lo raccontavi ai tuoi genitori e loro giù con il resto delle mazzate. Adesso invece?!?! Le mazzate le rischia il docente. Caro Andrea, il problema sono le famiglie di questi animaletti, e lì che va ricercata la responsabilità principale. Se mi avessero sospeso la patente con condanna definitiva e me ne fossi andato in giro lo stesso con la mia auto, anche con la certezza assoluta di non danneggiare niente o di non investire qualcuno, se solo mio padre l’avesse saputo, il carcere se lo sarebbe fatto lui dopo avermi mandato all’ospedale! Non per aver danneggiato un’auto o per aver investito qualcuno, mentre mi trovavo alla guida dell’auto sprovvisto di patente, MA GIA’ SOLO PER ESSERMI MESSO ALLA GUIDA DEL VEICOLO SENZA LA PATENTE, sarebbero state mazzate!!! E invece qui ti trovi davanti anche qualche coglione che sta ancora a dire che alla fin fine sono BRAVI RAGAZZI. Del tipo, per es., girava armato, ha avuto un acceso alterco con un altro giovane, magari per una banale questione di precedenze, ha estratto l’arma ed ha fatto fuoco sul “rivale”. Sì, vabbè, ma alla fine era comunque stato un BRAVO RAGAZZO (fino ad allora, forse!). E, credimi, non è un ipotesi surreale quella appena fatta: quando eravamo ragazzi, fatti del genere sono accaduto davvero, proprio a Manfredonia!
Non ho mai lasciato un commento, perché il più delle volte, mi sembra di vedere puritani che danno la caccia alle streghe, gridando: “Al Rogo; Al Rogo” , ma vorrei solo lanciare un invito ad ascoltare e a riflettere su questo articolo.
Comunità di Manfredonia siete tutti colpevoli del modo in cui si vive a Manfredonia, anche chi si crede giusto non lo è, perché inerte.
Inoltre lasciate che esprima tutto il mio stupore nel fatto di aver sentito tante lamentele ma mai nessuno che si sia attivato per chiedere al Sindaco un ordinanza sulla chiusura dei locali prima della mezzanotte.
Spero che l’amministrazione tutta faccia tesoro di questa sua considerazione.
Andrea manca il Rispetto! La pietà è secondaria MANCA IL RISPETTO per i propri simili e non, e qui peccano alla grande le famiglie! Sono padre anche io ma, fortunatamente, ringrazio ogni giorno i miei genitori di avermi insegnato il rispetto per le persone e le buone maniere che, anche se un po’ più alla lunga, ripagano sempre, con esiti ben più grandi del prendere tutto subito senza rispetto alcuno.
Le manie di onnipotenza fanno diventare questi ragazzi degli emeriti imbecilli…..non sanno spiccicare due parole in sequenza compiuta oppure….prova a chiedergli quando hanno letto l’ultimo libro……..Amen.
Lo scenario della Manfredonia attuale mi fa gelare il sangue perché tra qualche anno i miei ragazzi cominceranno a diventare adolescenti, li ci sarà da combattere poiché pur mettendoci tanto impegno, spesso, l’ambiente che frequenteranno li influenzerà per un buon 60%…..mi sa che mi converrà cambiare paese. Occorrerebbero dei veri e propri corsi di ripristino dell’educazione a Manfredonia con contemporaneo ripristino della disciplina a colpi di sanzioni pecuniarie pesanti. Quando vai a toccare le tasche delle persone ….vedi dopo…..come cominciano a rigare dritto.
Rispetto: facile da capire, facile da mettere in pratica, a meno che non si abbia un cervello grande quanto una noce e li non ci resta che piangere.
Si vabbè non riesumiamo atmosfere da medioevo,streghe demoni e sabba.
Si tratta di imbecilli superficiali che dopo essere cresciuti allattandosi a mamma tv ,quella tv dei tronisti,del superfluo,dell’inutile…ditemi un po’ nella zucca cosa possono avere. Ma se sono i genitori che permettono orari impossibili a minorenni e bamboline dodicenni di stare per strada! E poi chi permette la diffusione di alcool droga e chi più ne ha più ne metta ? E’ tutto becero commercio e chi dovrebbe vigilare non vigila.
PS
Sarebbe buona norma inviare lettere differenti alle testate online
Carmen ha sintetizzato bene il tutto. Meglio tralasciare aspetti mistico-religiosi (Sabba e San Michele Arcangelo) anche perché ci sarebbero da fare precisazioni in merito che darebbero un punto di vista differente o cmq più completo.
Evitiamo di aizzare folle inferocite cacciando streghe e stregoni se poi le stesse folle li crescono in casa questi stregoni crudeli, spietati e dediti al demonio, e sono le stesse folle incapaci di agire unitamente pronte a lavarsi la coscienza con una confessione o una messa domenicale, le folle inette e ignoranti che non spendono tempo a capire i disagi dei figli.
Allora va bene tutto quanto detto, però iniziamo a porre rimedio nel nostro piccolo ora, e poi, se c’è bisogno, denunciamo anche le autorità senza paura, senza timori, nel rispetto delle leggi e nel rispetto di noi stessi.
Scusatemi. Un piccolo appunto! Sarebbe sufficiente firmare un articolo con Nome e Cognome. Accentuare con ……Editore, ……Buenaventura …………………….e termini vari, mi da tanto di pubblicità gratuita!
Buonasera, l’ulteriore dicitura è stata inserita dalla Redazione, la ringraziamo e accogliamo naturalmente l’intervento, a presto; Statoquotidiano.it
Io non ho letto “Sanzione amministrativa” in nessun articolo, come mai??
Chiunque, durante il periodo di sospensione della validità della patente, circola abusivamente, anche avvalendosi del permesso di guida di cui al comma 2 in violazione dei limiti previsti dall’ordinanza del prefetto con cui il permesso è stato concesso, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da € 1.842,00 a € 7.369,00. Si applicano le sanzioni accessorie della revoca della patente e del fermo amministrativo del veicolo per un periodo di tre mesi. In caso di reiterazione delle violazioni, in luogo del fermo amministrativo, si applica la confisca amministrativa del veicolo.
Anche chi cede il mezzo ad un individuo privo di patente dovrebbe passare i guai, e come la mettiamo con l’assicurazione del mezzo? Nel senso che le assicurazione pagano i danni a chi guida senza patente?
Manfredonia è in preda al male più assoluto, una volta Cristo si fermo a Eboli ma parebbe che l’anticristo si à fermato a Manfredonia. E il potere ecclesiastico perchè non si pronuncia ufficialmente?
che ce frega…tant ste u manpredonj a basc u camp domenica… e adesso dobbiamo pensare a natale e subito a fare i mega vestiti ai bambini per carnevale…. sale in testa ragazzi! quello ci vuole.. quello che hanno avuto i nostri genitori (anni 60/70) che hanno sgobbato e sapevano cosa significava di parole come: rispetto, famiglia, amicizia, gioco, sport, condivisione… che pukket!!!!