“Molto significativo, ha osservato De Vincenti, è il rientro in Italia di tre linee produttive. E questo ha un valore molto importante per tutto il settore dell’elettrodomestico. E’ cioè importante che anche in questo caso, come già accaduto nelle vertenze Bridgestone e Natuzzi, imprese in difficoltà riportino in Italia pezzi di produzione. Un bel segnale”.
IL Gruppo si è impegnato a ritirare la procedura di mobilità attivata a seguito della rottura di fine novembre, quindi non ci saranno i 1425 esuberi precedentemente previsti. Saranno utilizzati ammortizzatori sociali di tipo conservativo, ovvero contratti di solidarietà e cassa integrazione (non più di quattro mesi per lavoratore).
L’azienda, per 5 anni, non ricorrerà a licenziamenti e ci sarà il rientro in Italia di produzioni fin qui realizzate in Spagna, Polonia e Turchia; previsti investimenti per oltre 80 milioni di euro. E’ su queste basi che al Mise è stato trovato l’accordo. Tale accordo sarà ora sottoposto, con referendum, al giudizio dei lavoratori.
Fonte: Ministero dello Sviluppo economico