La ritualità della caduta del primo dente (quello da latte: u dènde da latte), nel passato, era molto sentita; da parte dei genitori e dei nonni si provvedeva a dare in regalo delle monetine al bambino (o alla bambina). Non solo; ma nelle famiglie abbienti si usava pure introdurre il primo dente in una piccola capsula dorata e farla conservare dai pargoletti. Ma vieppiù era ricorrente far recitare a chi perdeva i denti da latte alcune filastrocche, ed alla fine del canto buttare, con forza, il dentino o sul tetto o sul basolato (a chjangre). Il tutto come auspicio affinché i nuovi denti venissero bianchi, dritti e ben sani, specie in un’area, come quella sipontina, nella quale l’umidità e la salsedine fanno falcidia di denti.
Titte titte, tè llu sturte
e damme u dritte,
dammille forte forte,
cum’u varrone de lla porte
Tetto, tetto eccoti lo storto (malato) e dammi il diritto (sano)/ dammelo forte forte/
come la barra della porta.
Chjangra chjangre:
Tè u nirje e damm’u bbjanghe
Chiangra chiangra (basola)/ prendi il nero e dammi il bianco
Chjangra chjangre:
tè u rutte e damm’u séne)
Chiangra/ chiangra (basola)/ eccoti il rotto/ e dammi il sano
A cura di Pasquale Ognissanti Archivio Storico Sipontino
ricordo molto bene il rituale…grande pasquale
con stima
giacomo salvemini