(nota stampa). “Da oltre sessantacinque anni l’Ospedale di San Giovanni Rotondo rappresenta, per la popolazione della capitanata e per tutto il sud Italia, un punto di riferimento per la cura delle malattie.
La gente sa che può fidarsi della bontà dei servizi, grazie a professionisti di primo livello e tecnologie all’avanguardia, ma soprattutto sa che sarà accolta nella “casa”, non in un semplice ospedale.
Questa era la visione del Santo: dare agli ammalati un ospedale dove potersi sentire a casa, dove i professionisti potevano curare ed alleviare le sofferenze dei malati. Questa visione, però, non coincide con i criteri di massima efficienza che sono imposti nella Sanità Pubblica. Noi lo stiamo affermando da tanto tempo: la Sanità non può essere sempre il settore su cui effettuare risparmi, altrimenti l’umanizzazione delle cure rimarrà una chimera. In risposta a tutto ciò, si sta assistendo ad un lento declino dell’Ospedale di Padre Pio, derivante dalla mancata assegnazione di adeguati stanziamenti.
Stiamo assistendo alla proposta di un piano industriale che prevederà una notevole riduzione dei posti letto nelle strutture, il mancato finanziamento della cardiochirurgiaì (reparto già attivo ed egregiamente funzionante), con il conseguente mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato del Personale precario, oltre la mancata applicazione del nuovo contratto della sanità pubblica per il Personale in servizio.
Tutto questo si discosta molto dalla realtà che rappresenta l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Certamente anche il periodo pandemico ha contribuito negativamente nella produzione di falle nei bilanci, alla stessa stregua di ogni altra Azienda sanitaria dove sono stati accolti i malati COVID. Questo non può essere il motivo per cui si lascia morire un ospedale così importante nel sud Italia.
Ospedale che ha un’utenza attiva, proveniente da altre regioni, di notevole entità, che comunque porta degli attivi al bilancio regionale. Noi chiediamo, pertanto, che la Regione intervenga, riconoscendo la bontà del servizio offerto, che ha portato San Giovanni Rotondo ad essere considerato un polo d’eccellenza (riconosciuto IRCCS), stanziando, quindi, adeguate somme atte ad una ripresa di tutte le attività, in modo da avere un piano industriale di rilancio, piuttosto che un piano industriale di riduzione come quello che si andrà a proporre”. (nota stampa).
È anche vero che nei corridoi e spazi in comune ospedaliero, ci sono un po’ troppi medici e infermieri che tutt’altro fanno che lavorare, aggravando sui costi della sanità, per non discutere sulle modalità di ASSUNZIONE del personale.
Dopo che hanno fatto di tutto e di più adesso si lamentano. Dovevano pensare prima a fare meno sprechi. Naturalmente a soffrire di tutta questa situazione sarà l’utenza come al solito.