Manfredonia – “E’ cominciata la rappresaglia del governo nazionale contro le politiche per il lavoro stabile della Giunta Vendola e della Puglia”. Questo il commento della segretaria generale della Funzione Pubblica della CGIL Puglia, Antonella Morga, rispetto alla decisione del Governo di impugnare il cd. Omnibus Sanita’ (Legge Regionale n.4 del 25.2.2010), e legge regionale 5 Precari Puglia, dietrologie regione per scelte governative negli articoli relativi alla stabilizzazione degli ex-LSU e del transito in societa’ 100% partecipate pubbliche (cosiddette societa’ in house) dei lavoratori di cooperative o di imprese affidatarie di servizi da parte delle Aziende Sanitarie pugliesi.”Agiremo in ogni sede a difesa dei processi di stabilizzazione avviati dalla giunta Vendola”, è l’assicurazione di Morga.
MORGA: ILLEGITTIMA L’INVASIONE GOVERNATIVA – “L´instancabile Ministro Brunetta colpisce ancora e ora ha preso di mira le politiche della Giunta Vendola che fatto del lavoro buono e garantito la priorità dell´agenda politica. L´invasione apposta contro i provvedimenti della amministrazione regionale pugliese, per sospetta incostituzionalità, sono a nostro parere illegittimi perché intervengono in una potestà che è completa prerogativa regionale, così come garantito della riforma del titolo V della Costituzione. Si tratta di materie che riguardano la esclusiva competenza regionale e che si occupano di organizzazione e gestione del Servizio Sanitario Regionale”, ha sottolineato Morga.
I provvedimenti che sono stati approvati in Puglia “e che riguardano percorsi di stabilizzazione dei precari di vari Enti regionali e la proposta di assunzione di personale esternalizzato, attraverso la costituzione di società in house afferenti alle ASL pugliesi, hanno seguito e rispettato procedure e norme che assegnano alla Giunta tale potestà”. In particolare per circa 8 mila lavoratori, che sarebbero coinvolti nel processo di internalizzazione di servizi nelle società a totale capitale pubblico delle ASL, “si fa presente che la contestata Legge n. 4/2010 ha inserito una norma definita clausola sociale per evitare che si determinassero estromissioni di personale ,ormai permanentemente occupato attraverso appalti esterni, dalle strutture sanitarie pugliesi”.
La segretaria della FP CGIL Puglia prosegue nel suo atto d’accusa rivolto all’esecutivo nazionale: “Noi difendiamo le norme approvate dal governo regionale pugliese e diciamo a Brunetta, così come lo diciamo a Fitto e Berlusconi, di tenere giù le mani dalla Puglia e dalle leggi che garantiscano un futuro stabile, lavoro a tempo indeterminato, legalità, trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche. La Giunta pugliese non si farà intimidire dalle prese di posizione del Governo nazionale e bene ha fatto a proporre nella ricorrenza del 1° Maggio l’opposizione al provvedimento del Ministro per la P.A. Brunetta”.
LA FP CGIL della Puglia giudica positivamente l´operato della Giunta Vendola perchè in linea con le rivendicazioni sindacali che valorizzano il lavoro ed i servizi pubblici e con la convinzione che per il SSR i processi di esternalizzazione siano dei servizi antieconomici, inefficaci nella qualità e palesemente lesivi dei diritti degli operatori interessati.
In una nota diffusa dal sindacato, si legge che per sostenere la prosecuzione del processo di internalizzazione da parte della Giunta regionale la FP CGIL porrà in essere “ogni possibile azione a sostegno di provvedimenti che emancipano i cittadini pugliesi dalla schiavitù, dal sottosalario, dal precariato e perché sia pienamente affermato il diritto alla salute, attraverso la garanzia di prestazioni e di lavoro di qualità“.
L’IMPUGNAZIONE DEL GOVERNO – Lo scorso 30 aprile su proposta del Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta il Consiglio dei Ministri aveva deciso di impugnare presso la Corte Costituzionale due leggi della Regione Puglia in materia di organizzazione del lavoro pubblico. In una nota diramata dal Governo così era spiegato il ricorso alla Consulta: “In violazione del riparto di competenza tra norme statali e disciplina regionale la legge regionale n. 4 del 2010 consente infatti la stabilizzazione di oltre 8000 precari tra dirigenti medici e personale ex Lsu e proroga gli effetti delle procedure di stabilizzazione previste dalla precedente normativa regionale, ampliando cosi’ i destinatari delle stesse. Inoltre, consente l’illegittimo inquadramento di personale proveniente da imprese o societa’ cooperative all’interno di societa’, aziende o organismi della Regione Puglia in violazione della richiamata disciplina statale in materia di stabilizzazioni. Questa norma si pone altresi’ in contrasto sia con i principi costituzionali di cui agli articoli 3, 97 e 117, secondo comma, lett. l, che riservano alla competenza esclusiva dello Stato la materia dell’ordinamento civile (contratti collettivi), sia con la giurisprudenza costituzionale che ha piu’ volte ribadito come il pubblico concorso costituisca l’unica forma di reclutamento del personale idonea a garantire l’efficienza, il buon andamento e l’imparzialita’ della pubblica amministrazione”.
IL GOVERNO IMPUGNA LE LEGGI CONTRO LA STABILIZZAZIONE, PROTESTE SEL Formazione gruppo consiliare Sel, manifesto pro stabilizzazioni
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IMPIEGO PUBBLICO: LO SCANDALO DELLE STABILIZZAZIONI
Come se non bastassero già i concorsi truccati. Si può farne anche a meno. Assumere gli amici e i parenti con le stabilizzazioni.
Assumi, assumi: qualcosa resterà. Più che la parafrasi del motto di Oscar Wilde (diffama, diffama: qualcosa resterà), a Palazzo Chigi sembra in voga la tattica, tipica della prima Repubblica, di assunzioni nel pubblico impiego. Tattica che veniva rafforzata in vista di un ciclo elettorale. All’epoca, però, non c’erano vincoli di bilancio da rispettare, e il debito volava rapido fino alle vette attuali. Con la legge finanziaria 2007 il governo Prodi sembra aver provato nostalgia per quelle pratiche. Tant’è che per il triennio successivo ha previsto di spendere un miliardo e 161 milioni di euro per ampliare gli organici della pubblica amministrazione (Forze di sicurezza, ma non solo). Risultato: potranno essere assunte più di 41mila persone. Esattamente gli abitanti di Macerata. Al tempo stesso, però, con un blitz lessicale, introduce in uno dei maxi-emendamenti approvati con la fiducia alla Camera, una profonda modifica al regime di sanatoria per i precari. Cambiando qualche avverbio, rende possibile l’assunzione di circa 50mila precari; soprattutto quelli con contratti a termine presenti nelle amministrazioni regionali. Una popolazione pari a quella di Pordenone. I costi di queste nuove assunzioni, che arrivano a un totale virtuale di 91mila (ma potrebbero essere anche di più, fino a sfiorare le 100mila unità), sono garantite dal maggior gettito fiscale. Dai dati sulle entrate tributarie, è evidente come l’andamento del gettito sia estremamente legato alla dinamica del prodotto interno lordo. Ma se la congiuntura dovesse peggiorare (come prevede lo stesso governo), le assunzioni restano assunzioni: contabilizzate come spese certe; mentre le entrate che le garantiscono, inevitabilmente, sono destinate a scendere. E per finanziare gli aumenti di organico, dovranno essere sostituite da nuove tasse. Lamberto Dini non ha votato per la stabilizzazione dei precari della Pubblica amministrazione, da lui definiti “amici degli amici”. Dini parla chiaro. Secondo lui la sanatoria “vuol dire che si assumono gli amici degli amici nei comuni e altrove. E poi si fa la sanatoria per passarli di ruolo. Vi sembra questa – conclude – una cosa seria?”. Insomma, i cittadini pagheranno i raccomandati assunti a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione, che, con falsa contrapposizione delle parti politiche, hanno visto sanare la loro posizione in tempo indeterminato senza concorso. Con una grande presa per i fondelli la sinistra e i sindacati hanno paragonato i lor signori, amici e parenti, ai veri precari del lavoro, loro sì sfruttati e malpagati.
Niki Vendola, Presidente della Regione Puglia ha fatto di meglio prevedendo le internalizzazioni. Assunzione senza concorso pubblico per stabilizzare i precari nella sanità, già afflitta dallo scandalo “Tedesco”, e nell’università. In questo modo migliaia di amici di sinistra vengono stabilizzati senza concorso pubblico, producendo illegalità, consenso politico con voto di scambio e parzialità di trattamento avverso gli avversari politici.
Il 30 aprile 2010 su proposta del ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta, il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare presso la Corte Costituzionale due leggi della Regione Puglia in materia di organizzazione del lavoro pubblico.
«In violazione del riparto di competenza tra norme statali e disciplina regionale, la legge regionale n. 4 del 2010 consente infatti la stabilizzazione di oltre 8000 precari tra dirigenti medici e personale ex LSU e proroga gli effetti delle procedure di stabilizzazione previste dalla precedente normativa regionale, ampliando così i destinatari delle stesse – spiega il ministero in una nota -. Inoltre, consente l’illegittimo inquadramento di personale proveniente da imprese o società cooperative all’interno di società, aziende o organismi della Regione Puglia in violazione della richiamata disciplina statale in materia di stabilizzazioni. Questa norma si pone altresì in contrasto sia con i principi costituzionali che riservano alla competenza esclusiva dello Stato la materia dell’ordinamento civile (contratti collettivi), sia con la giurisprudenza costituzionale che ha più volte ribadito come il pubblico concorso costituisca l’unica forma di reclutamento del personale idonea a garantire l’efficienza, il buon andamento e l’imparzialità della Pubblica Amministrazione».
La seconda legge della Regione Puglia impugnata dal Governo, la n. 5 del 2010, autorizza invece il transito nei ruoli dell’Agenzia per il Diritto allo studio universitario (ADISU) del personale finora in servizio a tempo determinato, con conseguente inquadramento riservato, «in violazione della vigente disciplina statale e dei già citati principi costituzionali di cui agli articoli 3, 97 e 117, secondo comma, lett. l), della Costituzione», sottolinea il ministero.
Grazie dell’attenzione.
Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE