La Guardia di Finanza di Genova ha arrestato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, uno dei fondatori del partito Noi Moderati. L’accusa mossa nei suoi confronti riguarda corruzione nell’esercizio delle sue funzioni e atti contrari ai doveri d’ufficio. Il procuratore capo di Genova, Nicola Piacente, ha reso nota questa situazione. Attualmente, Toti è agli arresti domiciliari dopo l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare questa mattina all’alba. In precedenza, avrebbe dovuto partecipare a un incontro con Flavio Briatore e il sindaco di Ventimiglia per l’apertura del Twiga. Altri indagati per corruzione riguardo alle elezioni regionali del 2020 e alle concessioni portuali includono l’amministratore delegato di Iren Paolo Emilio Signorini e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli.
Lo riporta fanpage.
L’inchiesta della Procura di Genova evidenzia presunti episodi di corruzione nell’ambito delle elezioni regionali 2020 e delle concessioni portuali. Le misure cautelari erano state richieste già a dicembre. Oltre a Toti, altre nove persone, tra cui il capo di gabinetto Matteo Cozzani, hanno ricevuto ordinanze. È stato sequestrato un importo di 570.000 euro nei confronti di Signorini, Aldo Spinelli e il figlio Roberto, ritenuti proventi di reati di corruzione. Le perquisizioni sono ancora in corso.
Tra gli indagati figura anche l’imprenditore portuale Mauro Vianello e il consigliere di amministrazione di Esselunga Francesco Moncada. Inoltre, due fratelli, Arturo e Italo Testa, sono accusati di corruzione elettorale aggravata per agevolare l’attività del clan mafioso Cosa Nostra.
Le accuse contro Toti riguardano presunti finanziamenti ricevuti dagli Spinelli per un totale di 74.100 euro tra il 2021 e il 2023. In cambio, Toti avrebbe promesso di agevolare la privatizzazione della spiaggia di Punta dell’Olmo e accelerare pratiche edilizie nel complesso immobiliare di Punta dell’Olmo, oltre a velocizzare altre procedure a favore degli Spinelli. Inoltre, Toti e il suo capo di gabinetto avrebbero accettato promesse da Moncada per sbloccare procedure pendenti di Esselunga in Regione in cambio di pagamenti pubblicitari.
L’ad di Iren, Signorini, è accusato di aver accettato favori dagli Spinelli e da altri imprenditori in cambio di agevolazioni nei loro confronti durante il suo mandato all’Autorità portuale. Inoltre, viene ipotizzata la corruzione elettorale per favorire Cosa Nostra, coinvolgendo vari individui tra cui Cozzani e i fratelli Testa.
NESSUNO VIGILA