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Tarquinio (PdL): “Retrocessione di 600 dipendenti, intervenga Consiglio”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
7 Ottobre 2011
Politica //

Lucio Tarquinio (St)
Lucio Tarquinio (St)
Bari – “IN un clima di crescente menefreghismo, se non di prematura e sospetta rassegnazione, si sta consumando alla Regione Puglia un autentico dramma, che sta già riducendo a definitivo collasso la macchina regionale ed infliggendo a 600 lavoratori capaci ed incolpevoli, quasi l’intera e strategica cat.D, una mortificazione senza precedenti né giustificazioni, con danni materiali e psicologici devastanti”. Così in una nota il Consigliere regionale PdL, Lucio Tarquinio.

“Arrendendosi ad un destino tutt’altro che ineluttabile (anche la funzionalità della pubblica amministrazione da un lato, la dignità ed i diritti acquisiti in undici anni ininterrotti di lavoro dall’altro, sono valori costituzionalmente apprezzabili), si stanno scaricando sui lavoratori e sulle loro famiglie i costi delle inadempienze e delle inadeguatezze della politica e della dirigenza regionale. Per di più, si stanno operando odiose ed ingiustificate discriminazioni tra lavoratori di serie A, assurti per esempio alla dirigenza o ad un pensionamento privilegiato soltanto grazie alla partecipazione al concorso in questione, e lavoratori di serie B, cui si infligge la mortificazione di cui sopra”.

“Tutto questo senza apprezzabili reazioni di un Sindacato da cui era lecito attendersi ben altre e più serie iniziative. Rispetto a tutto questo non siamo restati e non resteremo inerti. Siamo pronti a votare in Consiglio regionale un provvedimento risolutivo e non soltanto beffardo, che difenderemmo con tutte le nostre forze a livello di governo centrale, e rispetto al quale crediamo comunque vi siano buoni motivi di difesa anche nel caso non scontato di un nuovo coinvolgimento della Corte Costituzionale. Sappiamo che in Consiglio regionale esiste ancora una sinistra degna di tal nome, né abbiamo dubbi sulla buona fede del Presidente Vendola, che, da campione quale si proclama della lotta alla ‘precarietà’, non può in alcun modo consentire, sotto il suo governo, il massacro morale e materiale di 600 lavoratori di lungo corso, retrocedendoli senza alcuna colpa da parte loro e con gravissimo danno per la funzionalità dell’Amministrazione regionale.

Rivolgiamo pertanto un appello fiducioso al Governo regionale ed a tutti i colleghi del Consiglio per una iniziativa comune ed immediata, che eviti l’altrimenti imminente ed inevitabile apertura di un mega-contenzioso capace di mettere definitivamente in ginocchio la Regione Puglia con contestuale blocco di ogni attività.
Altrimenti faremo da soli il nostro dovere di Consiglieri regionali”.

Retrocessioni, Damone: “La Regione Puglia si è bloccata!”. Il Presidente del Gruppo consiliare de La Puglia prima di tutto Francesco Damone: “La sentenza della Corte Costituzionale emessa nel dicembre scorso ha determinato una situazione drammatica che riguarda la gravissima penalizzazione del personale, ma che causerà il fermo totale di ogni attività gestionale della Regione Puglia. La lungimiranza della Giunta Vendola, invece di affrontare la situazione con immediatezza ha ignorato il problema e qualche mese addietro ha avuto l’esigenza di richiedere un parere alla Corte dei Conti che non poteva che rispondere in aderenza alla motivazione della Corte Costituzionale. Trascurando questa delicata e drammatica vicenda, Vendola ha continuato, come ormai è consuetudine consolidata da ben quattro anni, a girovagare per l’Italia. Infatti i problemi seri della gente per Vendola non esistono in alcuna misura, perché in via prioritaria esistono i suoi sogni, le sue ambizioni personali. Infatti prima ha viaggiato in lungo ed in largo per costruire il suo SEL di cui desideriamo conoscere, sempre inascoltati, la fonte dei finanziamenti; una volta creato il suo giocattolo oggi gira l’Italia e il mondo, a spese nostre, perché vuole governare l’Italia come successore di Berlusconi”.

“Un Presidente responsabile di fronte alla tragedia di circa 800 lavoratori avrebbe dovuto attivare tutti i meccanismi possibili e percorribili per venire incontro alla gente che dopo anni di immobilismo erano riusciti, attraverso un concorso, a conseguire una promozione giuridica ed economica.L’alfiere dei lavoratori, il sodale dei poveri e dei derelitti: che fa, fugge dalla propria responsabilità e come risposta invia una diffida a tutto il personale interessato che il livello giuridico deve tornare indietro e di conseguenza anche il trattamento pensionistico, dopo una vita di dedizione alla Regione, la gente torna a casa con le pive nel sacco. Al danno la beffa di affrontare spese di giudizio. Mi auguro che il dramma trovi una soluzione positiva perché la opposizione voterà a scatola chiusa tutte le proposte che la maggioranza porterà in Consiglio”.


Redazione Stato

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