Foggia. NELL’AMBITO di un servizio degli agenti della Sezione Volanti di Foggia, 19 donne – tutte maggiorenni – sono state fermate e identificate poichè dedite all’attività di meretricio in strada. Le donne avrebbero negato qualsiasi sfruttamento di terzi nell’ambito della proprie attività. Numerose le zone controllate dagli agenti della Questura: via Galliani, via Scillitani e il quartiere ferrovia. Le donne fermate sono principalmente di nazionalità bulgara e rumena, alcune colpite da precedente provvedimento.
L’ORDINANZA SINDACALE. “(…) i soggetti che si apprestano ad usufruire delle prestazioni delle esercenti attività di meretricio su strada sono, spesso, indotti ad un’imprudente condotta di guida, costituita da arresti improvvisi, manovre repentine e/o fermate prolungate che generano situazioni di pericolo per l’incolumità pubblica e per la sicurezza urbana e della circolazione stradale urbana ed extraurbana“. Questo è quanto riportato tra l’altro nell’ordinanza sindacale n.23 del 31.08.2015 del Comune di Foggia con la quale “a decorrere dal 01/09/2015 e fino al 29/02/2016 (..) è’ fatto divieto a chiunque, sull’intero territorio comunale, sulla pubblica via e su tutte le aree soggette a pubblico passaggio, offrire o richiedere prestazioni sessuali a pagamento”.
Come indicato nell’atto “La violazione si concretizza con qualsiasi atteggiamento o modalità comportamentale, compreso l’abbigliamento, che manifesti inequivocabilmente l’intenzione di adescare o di esercitare il meretricio e con l’avvicinare le persone di cui sopra richiedendo e/o concordando prestazioni sessuali a pagamento o appartandosi al fine di porre in essere la condotta. Nei confronti delle persone che risulteranno recidive, a partire dalla seconda violazione accertata in poi, la sanzione verrà sempre applicata nella misura massima di 500 euro. Le persone dedite alla prostituzione, vittime di violenza o di grave sfruttamento ovvero in stato di particolare disagio, potranno essere avviate a programmi di sostegno e reinserimento psicologico e sociale attivi sul territorio comunale per il loro recupero. L’inottemperanza all’ordine impartito di cessare immediatamente il comportamento illecito di cui sopra sarà perseguito ai sensi dell’art. 650 C.P., essendo il provvedimento ascrivibile a materia di sicurezza pubblica”.
Il recente provvedimento riprende quello dell’Ordinanza Sindacale n. 26 del 31 luglio 2014 (5 agosto 2014 – 31 gennaio 2015), periodo durante il quale “si è registrata una significativa azione di contrasto del fenomeno della prostituzione su strada grazie all’intensa attività posta in essere dalle forze di polizia operanti sul territorio; a decorrere dalla data di cessazione della vigenza della precitata ordinanza il fenomeno in argomento si è nuovamente manifestato in misura considerevole e preoccupante, anche in relazione al livello di allarme sociale che desta nella comunità locale ed alla grave compromissione della sicurezza della circolazione stradale sia urbana che extraurbana, con particolare riferimento alla SS.16 adriatica, nel tratto
ricadente nell’ambito territoriale del Comune di Foggia (..) all’ampia diffusione della prostituzione su strada conseguono situazioni di disturbo della quiete pubblica, di offesa alla pubblica decenza, frequentemente spinta all’oscenità, di degrado igienico e urbano, che compromettono le condizioni di normale vivibilità dei luoghi interessati e provocano, a danno dei residenti, esasperate e continue tensioni”.
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Affermo che le Ordinanze Sindacali ed i Regolamenti di Polizia Urbana devono essere conformi ai principi generali dell’Ordinamento, secondo i quali la prostituzione su strada non può essere vietata in maniera vasta ed indeterminata. Di conseguenza, i relativi verbali di contravvenzione possono essere impugnati in un ricorso. In più per le medesime ragioni, i primi provvedimenti suddetti non possono essere emessi per problematiche permanenti ed i secondi non possono riguardare materie di sicurezza e/o ordine pubblico.