Manfredonia. Ci siamo ritrovati quasi per caso, o meglio per curiosità, a trascorrere un piacevole pomeriggio in mezzo ad una nidiata di bimbi che anzicché dedicare il proprio tempo libero a tablet e cellulari si sono ritrovati insieme a tirare una fune o a indossare antichi pattini medievali! Che l’inventiva sia una prerogativa tutta italiana ed in particolare meridionale , lo si può sperimentare proprio in occasioni come questa che conciliano storia, sacro, profano e forte senso di aggregazione.
Ad animare il pomeriggio de “Il torneo di giochi medievali” ci ha pensato l’Associazione I Cavalieri di Re Manfredi, coadiuvata dalla Ludoteca Potere ai piccoli, che per diverse ore a partire dalle 16.00 fino a sera inoltrata, ci ha letteralmente catapultato nel passato. Sono state formate più squadre, i componenti di ognuna hanno indossato delle casacche colorate con stemmi e simboli diversi. I giovani atleti in erba, hanno potuto sperimentare l’entusiasmo e la gioia dello stare insieme, dello spirito di squadra e della sana competizione.
I giochi proposti tutti rigorosamente antichi, così come la dimostrazione dei combattimenti, i balli, e infine il menù proposto per coloro che hanno preferito trattenersi anche per la cena, sono stati apprezzati dai piccoli partecipanti che all’imbrunire con le gote rosse e il sorriso stampato sul volto, non volevano proprio rientrare a casa insieme a mamma e papà. Un’iniziativa meritevole di attenzione. La città deve imparare a rinascere e a rivivere a partire dai quartieri, dalle parrocchie. La Chiesa non deve essere solo luogo di preghiera o di ritrovo di credenti adulti o attempati. Preti, frati, parroci dovrebbero attirare i più giovani non solo attraverso la catechesi, accanto ai momenti di preghiera dovrebbero essere sempre pensati e realizzati per i più piccoli, momenti di convivialità, di gioco, di ballo. Con il passare del tempo si è perso nelle nostre città il senso della comunità, iniziative come questa sono utili, in primis, a farci conoscere quel vicino di casa di cui non avevamo mai visto il volto, a farci conoscere quella Chiesa, nella quale eravamo entrati solo di sfuggita e frettolosamente. Fermiamoci per un istante, facciamo un respiro, guardiamo la Croce e ripartiamo. Ci sentiremo molto più leggeri.
(A cura di Mariella La Forgia, Manfredonia 07.10.2016)