Stima dei costi compilata dal Direttore dei lavori (responsabile unico dei lavori era stato individuato nell’ingegnere G.Spagnuolo, l’ufficio della direzione dei lavori all’ingegnere G.Di Tullo, anche coordinatore per l’esecuzione della sicurezza) relativa alle attività di ispezione e manutenzione dei pali incapsulati, con la quantificazione della seguente spesa: 4° anno € 88.000,00 di cui 18.000 per oneri sicurezza; 5° anno euro 92.000, con 18.000 per oneri sicurezza; 6° anno € 97.000,00 di cui € 18.000 oneri sicurezza; 7° anno € 105.000,00 di cui € 20.000 oneri sicurezza; 8° anno € 10.000,00 di cui € 20.000,00 oneri sicurezza; 9° anno € 116.000,00 di cui € 20.000,00 oneri sicurezza, imprevisti € 43.753,48 per un totale appunto di € 651.753,48.
L’intervento integrativo proposto è stato inserito nel programma triennale dei Lavori Pubblici.
Per riqualificazione, ammodernamento porto di Manfredonia stanziati nel 2004 quasi 5 milioni di euro. Come riferito in un recente articolo ( Focus testo) nell’ambito degli “interventi infrastrutturali di ampliamento, ammodernamento e riqualificazione dei porti” erano stati stanziati quasi 5 milioni di euro (4.999.995, con decreto n. 3538/3539 in data 03.06.2004 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ) per il porto di Manfredonia, alla voce “interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati”.
Captato il finanziamento il Comune – d’intesa con l’Ufficio del Genio Civile per le Opere Marittime di Bari – individuò al tempo “quali opere prioritarie da bonificare, le tubazioni e i pali installati nel bacino portuale “alti fondali”, per la presenza di amianto”. In data 29.11.2005 l’“Accordo Procedimentale” regolante i rapporti tra Ministero e Comune per la realizzazione del programma individuato dal citato D.M. 3.6.2004.
Due mutui sottoscritti con la B.Monte Paschi di Siena. Dopo la gara indetta ai sensi dell’art. 4 dello stesso Accordo di Programma, il Comune di Manfredonia deliberava di contrarre con la Banca “Monte dei Paschi di Siena S.p.A.” due mutui rispettivamente di € 1.200.000,00 ed € 3.799.995,00, con limite di impegno di 30 rate semestrali a carico del Ministero, dell’importo di € 40.000,00 per il periodo 2007 – 2021 (1° mutuo) e di € 126.666,50 per il periodo 2007 – 2021 (2° mutuo), rispettivamente. I contratti dei due mutui venivano sottoscritti in data 22.02.2006 per notaio Filippo Rizzo Corallo. Sulla base dei limiti di impegno sopra citati, della ipotizzata tempistica di realizzazione degli investimenti di cui all’Accordo Procedimentale (5 anni) e del tasso applicabile, il finanziamento concesso dalla Banca mutuante al Comune ammonta a € 950.000,00 con il 1° mutuo e a € 3.000.000,00 con il 2° mutuo, con la clausola che l’esatto ammontare sarebbe risultata nell’atto di ricognizione del debito – di cui all’art. 4 – dei due contratti di mutuo, con l’obbligo da parte del Comune a pervenire con la Banca mutuante, una volta completato l’utilizzo del mutuo, al perfezionamento di un atto di ricognizione del debito (come avvenuto) con notifica al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Con deliberazione G.C. n. 27 del 18.01.2007 veniva approvato il progetto definitivo, della spesa complessiva di euro 3.500.000, relativo ai lavori di bonifica (dunque con rimanente somma dai fondi stanziati dal Ministero di 1,5 milioni). Dunque il parere favorevole del C.T.A. presso il Provveditorato Interregionale alle OO.PP. di Bari il 30.03.07. Il progetto approvato aveva previsto, in sostanza, la bonifica per presenza di amianto, dei pali del pontile di approccio a terra, lungo 2.120 m circa, della diga frangiflutti, delle banchine di attracco A1, A2, A3, A4, A5 e del pontile di collegamento tra A1 – A2 e A3 – A4, attraverso due tipi di intervento: 1) rimozione camicia in eternit e successivo trattamento del palo con rivestimento epossi-poliamminico; 2) incapsulamento della camicia in eternit con miscela chimica a base di resine epossidiche ed indurenti; l’intervento di tipo (2) in alcuni pali si doveva completare con un sistema di monitoraggio della tenuta della camicia di protezione.
Con D.D. n. 293 del 7.12.2007 veniva affidato all’ing. Giuseppe Di Tullo, Capo Servizio impianti del Settore OO.PP., l’incarico di direttore dei lavori e di coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione; esperita la procedura di gara indetta con D.D. n.215 del 18.09.2007, con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa l’appalto integrato in parola veniva aggiudicato alla ditta “Dalena Eco-Trend srl” di Putignano per un totale di 2.981.832,65 (Progettazione esecutiva: ingegnere V.Trassari di Napoli. Ditte subappaltatrici: Cogit, costruzioni generali italiane Spa, di Brindisi. Importi lavori subappaltati: 796mila euro. – Partenza lavori: 22 dicembre del 2008, con termine iniziale previsto dopo 281 giorni).
In data 19.03.08 la stipula del relativo contratto d’appalto. In data 5.05.08, la trasmissione del progetto esecutivo; testualmente ”dopo lunga istruttoria, acquisizione integrazioni, conferenze di servizio, pareri ASL– SPESAL e validazione Rina Industry, il progetto esecutivo veniva approvato con D.D. n.292 dell’11.11.2008. Iin data 22.12.2008 la Direzione Lavori procedeva alla formale consegna. “I lavori si sono svolti sotto costante sorveglianza dello SPESAL e dell’Autorità Marittima – è scritto nella delibera – e hanno comportato varianti in corso d’opera (la rimozione, vedi testo, sarebbe stata infatti evitata) per adeguamento del piano di lavoro, nonché la riduzione del numero dei pali sottoposti a trattamento di tipo 1 ed il conseguente incremento dei pali sottoposti a lavorazione di tipo 2 (incapsulante)”. Dunque niente rimozione a favore dell’opzione incapsulamento.
L’ultimazione dei lavori soltanto il 18.08.2011 (dall’ottobre 2009), con importo contrattuale ridotto da € 2.981.832,65 a € 2.879,829,49 (vedi delibera per ripartizione). Con i contratti di mutuo, le Parti contraenti si sono impegnate tra l’altro a stipulare un atto aggiuntivo entro il 15 dicembre 2011 (termine del previsto periodo di utilizzo dei mutui) che evidenzi gli importi erogati, gli interessi maturati e le rate semestrali corrisposte, nonché le quote dei contributi destinate al rimborso del risultante debito residuo che sarà regolato al tasso fisso. Dal raffronto del quadro economico del progetto, a lavori ultimati, con l’importo netto del finanziamento concesso dalla Banca mutuante, è risultata un’economia pari a € 651.753,48, che il Comune ha stabilito di destinare ad “interventi integrativi”. Dato che il contratto d’appalto prevedeva anche il monitoraggio e la manutenzione triennale dell’incapsulante posto in opera, a partire dal collaudo dei lavori eseguiti, per l’importo contrattuale di € 203.132,40, da corrispondere in tre rate, al termine di ciascun anno e dopo il visto dal parte del RUP sul “verbale di manutenzione e controllo”, è stato deciso di prorogare il periodo di utilizzo del mutuo, secondo quanto disposto dall’Accordo Procedimentale e dai contratti di mutuo, con l’utilizzo del residuo finanziamento di € 651.753,48 per “il monitoraggio e la manutenzione dell’incapsulante” nel periodo successivo al triennio contrattuale.
La deliberazione è stata inviata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al fine dell’approvazione del programma integrativo proposto e della proroga dell’utilizzo del finanziamento al 31.12.2020.
Il report. Le palificate come detto sarebbero state oggetto di un recente monitoraggio. Tecnici regionali e degli organismi di competenza avrebbero svolto negli ultimi giorni dei controlli per verificare la sussistenza, la qualità e l’integrità nel tempo dei lavori svolti. Le immagini sono evidenti: alcune palificate sembrano soffrire già le mareggiate, per altre l’incapsulamento sarebbe stato minimo. Incapsulamento nonostante i lavori – con relativi stanziamento – avevano previsto la rimozione totale dell’amianto.
Video-Report
g.defilippo@statoquotidiano.it
questo è il bene per la popolazione tanto sbandierata nella campagna elettorale. si continua a fare quello che si vuole.
adesso vediamo ci sarà qualcuno che darà spiegazioni per questi lavori?
mi dispiace veder i cani mordersi la coda e mordersi tra di loro… “è colpa di Riccardi”… “no la colpa è di Campo”.
La colpa di tutto questo è solo nostra che abbiamo permesso e permettiamo di fare tutto questo.
noi come i tifosi dell’ultima ora a morderci come cani e loro a spassarsela alla faccia della brava gente.
aspettiamo che cada un pezzo di pane tosto. e aspettiamo.
RIDATE VITA AL PORTO.
IL PORTO COME UNICA SPERANZA VERA PER QUESTO TERRITORIO.
Il bello che ci sono pure delle vasche d’ allevamento vicino,immaginate tra amianto e merda rimasta della ex enichem.Per non parlare delle cozze che vanno a tirare vicino i pali e che mettono sul mercato settimanale…Sottolineando che al centro del porto sono mesi che si buttano litri e litri di acqua potabile da un tubo dell’acquedotto dannegiato e nessuno fa niente.I camion gareggiano ad alta velocità ,ed al loro passaggio in pieno carico lo fanno ballare il porto.Per non parlare dei mezzi dell’acquacoltura che sfrecciano ad alta velocita’. Un porto senza CONTROLLO….Volete sapere l’ultima?????Stanno recintando l’entrata del porto con muri in cemento armato tipo base militare perche’ non deve entrare piu’nessuno a pescare…..li’ ci stanno i soldi…CHE SCHIFO!!!!!!!!
Come vede direttore gli utenti stessi di questa testata hanno fatto capire quale sia una delle soluzioni da portare sul piatto di un piano anti-crisi per il nostro territorio.
Dare uno sbocco vero a traffici da e per il sud-est del mondo.
Praticamente, Direttore, sarebbe un ritorno sui passi dei nostri antenati Sipontini.
Economie basate sfruttando la naturale propensione del territorio.
Economie basate sulla esperienza di generazioni intere.
La invito Direttore a investigare, con l’aiuto di tutti noi lettori, su che fine abbia fatto il tanto citato in questi commenti “CORRIDOIO 8”.
Un invito a prodigarsi anche agli amici di Monte Sant’Angelo, di Mattinata, di Cerignola, di Foggia della Capitanata intera perché bene è stato detto “VERO SVILUPPO PER TUTTA LA PROVINCIA”
Per non parlare poi della famosa “ZONA FRANCA”!
Ma questa è un’altra storia.
Se qualcuno ha la bacchetta magica vada avanti!
Se qualcuno pensa che amministrare la cosa pubblica sia come barattare al mercato vada avanti!
Il Porto Alti Fondali avrà il suo riconoscimento.
L’amministrazione di un paese non può dimenticare per nessuna ragione una delle più importanti risorse del suo territorio.
Credo sia proprio l’amianto a donare quel sapore particolare per cui il pesce di Manfredonia è così rinomato altrove…e che dire delle cozze dei pali, altro che quelle depurate…stiamo messi veramente male signori!
non so chi tu sia Solo Angelo ma so che la bacchetta magica l’hanno avuta i nostri amministratori e i tre desideri se li sono realizzati per loro.
se il porto può portare lavoro non capisco perché non viene messo in condizioni di funzionare se è così importante perché lasciarlo morire e lasciare morire di fame anche noi.
vi prego un atto di clemenza per chi si trova in difficoltà.
Penso che nessuno abbia la bacchetta magica.
Se si amministrerebbe come il mercato barattando, senza offesa per le nostre massaie che con il loro contributo mantengono le sorti della famiglia e di conseguenza dello Stato, si vedrebbero i fatti e non chiacchiere campate in aria e più di tutto sperpero di denaro pubblico, un esempio?
la denuncia del direttore della testata sui lavori del Porto Alti Fondali.
Spero sig. Solo Angelo che per informazioni in Vostro possesso si dia effettivamente riconoscimento ad una struttura mantenuta sempre lontana dal cuore dei cittadini di Manfredonia (non posso affermare se volutamente o meno).
Qualche intervento di riqualificazione permetterebbe di fare sistema, l’area del Porto Alti Fondali, con il nodo ferroviario di Foggia e, quindi con la piattaforma logistica di Incoronata e l’interporto di Cerignola. Perchè sottovalutare, allora, l’enorme potenzialità di un’infrastruttura che permette la realizzazione di un sistema rete che tiene assieme, valorizzandone le sinergie, le modalità di trasporto acqua-ferro-gomma ?
Vorrei una risposta da chi di competenza!
Gentile Direttore, ormai è risaputa la Vostra abnegazione per i problemi che affliggono questo territorio, allora su queste colonne Le chiedo di dare ancora risalto alla questione Porto Alti Fondali.
Pochi forse sanno, ecco dunque Direttore il vostro aiuto, che fino a qualche tempo fa c’erano due opzioni per il Porto Alti Fondali:
“il rilancio della struttura con un costo stimato di 50 milioni di euro”
e “la demolizione con un costo sempre stimato di 15 milioni di euro”.
Personalmente ritengo responsabile e percorribile solo la prima ipotesi, può apparire oneroso solo se non si tiene conto del fatto che questa scelta s’inserisce perfettamente in una politica di sviluppo complessivo del territorio anche in prospettiva della rivitalizzazione del progetto Corridoio 8 e, quindi, dell’intera realtà regionale Pugliese e del Mezzogiorno.
Gentilissimo Direttore a Lei la scelta!
Un saluto a tutti, ho a cuore la Struttura Porto Alti Fondali poiché direttamente interessato per motivi di lavoro e per questo mi chiedo perché la la Regione Puglia ha, di fatto, delegato ad altri le sorti del porto. E’ chiaro, quindi, che il Piano Regionale dei Trasporti debba essere modificato. Di fatto, si è limitato a descrivere l’esistente senza proporre alcun piano valido di sviluppo programmato.
Sarebbe auspicabile, in questo momento di crisi, che tra le Istituzioni locali e regionali, una linea di attenzione al territorio ed alle sue peculiarità, si mettano in atto tutte le energie possibili, coinvolgendo le forze sociali e gli operatori dei vari settori economici, per dare al nostro territorio la dignità che merita. Solo così potremmo dare risposta al grido di dolore lanciato sulla stampa.
Manfredonia, Foggia, l’intera Provincia, la nostra regione in generale hanno bisogno di questo porto, affinché con sforzi da mettere in atto attraverso la programmazione negoziata si possa scongiurare una visione assistenzialistica per questo territorio che, invece,ha dimostrato di saper camminare con le proprie gambe.
Grazie!
Il motivo di questo mio intervento, intende essere solo un contributo alla discussione.
Salvare il Porto di Manfredonia è un imperativo a cui tutti dobbiamo rispondere per dare risposte alla nostre popolazioni ed alle generazioni future.
La capacità di attrarre investimenti passa, e questo lo hanno capito tutti, attraverso la dotazione di infrastrutture di un territorio.
Solo l’attrazione di investimenti può darci una mano per invertire un trend negativo.
Oggi non sono solo i giovani a lasciare la nostra terra in cerca di occupazione. E non sono solo i lavoratori meno specializzati a partire ma anche quelli che, dopo anni di sacrificio, sono riusciti a qualificarsi e a conseguire titoli scolastici e professionali medio-alti. Ma, e questo è il dato più preoccupante, oggi devono partire anche lavoratori ultra quarantenni espulsi dal mondo del lavoro per la crisi delle aziende in cui erano occupati.
Nella nostra terra il tasso di occupazione rimane tra i più bassi del Paese anche per responsabilità del Governo centrale, la questione del nostro territorio (profondo sud) si sta riproponendo in tutta la sua drammaticità.
Ringrazio Lei sig. Troiano per la gentilezza.
Cercheremo di continuare ad approfondire la questione Alti Fondali. Cercheremo di farlo nella massima libertà e professionalità del caso. Grazie. Attendiamo naturalmente le vs segnalazioni e proposte, anche con un contatto diretto in redazione. Il giornale siete voi. Grazie, G.de Filippo. Red,
Vi sembra normale un Paese in cui, in piena crisi finanziaria, di occupazione e sviluppo, si sperperi denaro pubblico con così superficialità?
E’ arrivata l’ora di indignarsi, ma veramente, per far capire a chi ci governa di non confondere il “rispetto” per le Istituzioni con il “servilismo”!
La zavorra che impedisce il decollo economico del nostro territorio è rappresentato, in gran parte, dalla scarsa dotazione infrastrutturale che, soprattutto per quanto attiene le strutture portuali, collocano la nostra provincia molto distante dalle medie nazionali e regionali. Il grado di apertura al mercato del nostro sistema produttivo locale è mortificato dalle scarse tipologie di movimentazione delle merci. Il costo del trasporto delle merci, in termini di competitività per le imprese, rappresenta un handicap di partenza che, di fatto, incide in negativo le nostre attività produttive.
In tempi di globalizzazione in cui le rampanti e disinvolte (senza regole) economie dei Paesi emergenti dell’est europeo e sud est asitico invadono i nostri mercati, anche nelle filiere tipiche della nostra terra (agroalimentare vedi olio, pomodoro ecc.) il quadro descritto non può lasciarci indifferenti, soprattutto se si tiene conto del fatto che, proprio Manfredonia è interessata da un’azione di smantellamento delle attività produttive, innestate dal Contratto d’Area giunto al III^ protocollo, dovuto proprio alla scarsa competitività.
Il Porto di Manfredonia, per la sua collocazione e la sua naturale vocazione, rappresenta il punto mediano di interconnessione tra l’intera area adriatica meridionale e i Balcani, e punto di raccordo tra le vie ferroviarie e stradali verso il nord Italia e la dorsale tirrenica: il nodo ferroviario di Foggia è il punto di accesso obbligato per i trasporti ferroviari verso Napoli-Roma. E’quanto detto che ci incalanerà esclusivamente per calcoli imprenditoriali che prescindono da forzature politiche(forzature verso Bari). Per la prima volta nella storia, dopo le crociate, il corridoio 8 permetterà un flusso incalcolabile di uomini e merci che si muoverà lungo l’area adriatica meridionale e la direttrice tirrenica proveniente dall’oriente e dai Balcani. All’appuntamento ci si deve far trovare preparati per caaptare questi traffici. Offrire porti con servizi e vie di trasporto intermodale all’altezza delle aspettative del mercato.
Le grandi potenzialità del Porto Alti Fondali sono una certezza per la posizione, per i collegamenti, per il fatto che i porti mercantili del basso Adriatico sono soggetti a periodi di congestione.
Che l’Autorità Portuale di Bari sia un’ente principalmente volto allo sviluppo della città cui appartiene è scontato.
Che il Porto Alti Fondali possa essere una struttura indipendente ed efficente è possibile, se gestito da gente competente, capace di individuare le problematiche, porre obiettivi, pianificare strategie e investimenti dopo aver reperito le risorse necessarie.
Finora l’Autorità Portuale locale non sembra aver fatto molto di tutto questo.
L’opzione di inglobare il Porto di Manfredonia tra le strutture gestite dall’Autorità del Levante andava valutata attentamente: è vero che avremmo avuto una gestione esterna, ma poteva essere un’occasione per far ripartire un nuovo ciclo economico, creare posti di lavoro, convogliare fondi e sovvenzionamenti e iniziare a pensare in grande; credo anche che il legame con Bari non sarebbe durato a vita ma si sarebbe potuto programmare di rendere la struttura gestionalmente indipendente nel momento opportuno, invece così non è stato e in pratica non è cambiato nulla se non 2 megastipendi in più (quelli dei 2 Dirigenti dell’Autorità Portuale) a carico dei contribuenti.
Porto Alti Fondali.
Io sono un semplice lettore, manfredoniano ma attualmente lontano da Manfredonia e quel che so l’ho appreso dai media e, per quanto io mi sforzi di recepire informazioni, mi è stato difficile reperire una versione dei fatti diversa da quella esposta, con dati alla mano, è descritta una penosa situazione dei fatti che riguardano il Porto Alti Fondali.
Detto questo, credo che per avere una visione completa e poter giudicare l’operato si debba prima sentire cosa ne pensano e come lo documentano “l’altra campana”.
I nostri governatori non sanno cosa significa un Porto che produce benessere questo e’ vero, quantomeno lo sapevano. Volevo ricordare che fino agli anni novanta, il golfo era pieno di navi alla fonda,in attesa per lo scarico dele loro merci (ricordate Casillo?). Il punto credo sia quello di centrare la spesa di eventuali finanziamenti dallo stato centrale per ripristinare quello esistente, che come abbiamo visto oggi non ha portato alcun beneficio, e nell’ammodernamento ed ampliamento della banchina alti fondali, vedi nuove banchine di stoccaggio e smistamento su gomma e rotaia di granaglie, ricettività croceristica etc. ma credo la cosa piu’ importante per un giusto utilizzo di quella struttura, sono i conduttori di risorse del genere, sto parlando della Autorità portuale di Manfredonia ( e non di Bari come commentato) composta da tecnici del settore ( non cariatidi reimpastati dai vari partiti) capaci e preparati alle sfide del futuro, aggressivi sul mercato e procacciatori di aziende che hanno bisogno dello sbocco al mare per poter esportare le loro merci, perche’ noi abbiamo il porto si, ma non basta, le aziende non ci conoscono sul mercato se non ci facciamo pubblicità!!
Gentile lettore,
per il bacino Alti Fondali abbiamo fatto riferimento ai lavori di bonifica dell’amianto, con somme per la riqualificazione del sito (ufficialmente 4,9 milioni nel 2004 dal Ministero) e condizione attuale della struttura. Per la bonifica: dalla rimozione si è passati all’incapsulamento, alla protezione sulle palificate. Veda lei. “L’altra campana” – per la bonifica dell’amianto – è stata ascoltata. “Le somme a disposizione non sono risultate sufficienti per la rimozione dell’amianto”. Abbiamo ascoltato anche operatori del settore: le visioni contrastano. Decisamente. Grazie. Red.
Finalmente, nel bene o nel male, un po’ di interesse per il Porto Alti Fondali di Manfredonia, ma innanzitutto bisogna sapere che:
a) Il Porto di manfredonia è un porto non è adatto al traffico container per questione di fondali, anche se come pochi del settore sanno il Porto Alti Fondali di Manfredonia è incompleto poiché mancante del terzo braccio, ma escluso ciò, ha notevoli potenzialità come traffico rinfuso e traghetti,
b) uno dei problema del Porto è la vigilanza doganale: di sera la zona doganale, a ridosso del porto fino alla linea di controllo, è terra di nessuno e se ciò può risultare vantaggiso per qualche imprenditore poco previdente per altri, vedi “amadori” e “san marco petroli”, è una situazione inaccettabile;
c) non risula che l’Autorità Portuale di Manfredonia abbia svolto alcuna attività promozionale, che, secondo la legge istitutiva delle Autorità, è l’attività principlae ed innovativa a cui tali enti sono preposti.
Con ciò vengo a dire che il Porto Alti Fondali di Manfredonia è e rimane l’unica certezza solida di sviluppo del nostro territorio, chiunque l’abbia a cuore, sinistra o destra, si dia da fare per risollevarlo fattivamente dallo stato di abbandono in cui versa.
Sul Porto Alti Fondali di Manfredonia è assolutamente necessario che tutte le forze, economiche e sociali e tutte le Istituzioni del territorio in sinergia agiscano, anche mobilitando le masse. Si cerchi di mettere fine al ripetersi di balletti e balzelli che puntualmente si rinnovano con l’assunzione di impegni che poi non vengono mantenuti. Occorre la vera svolta per non fare definitivamente default!
Mai come in questo momento di crisi Mondiale le opportunità per risollevare le sorti dello sviluppo dell’intero territorio passano dalla funzionalità di infrastrutture come il Porto Alti Fondali di Manfredonia.
Di ciò, visti i numerosissimi commenti,ne siamo consapevoli un po tutti.
Perciò tutti gli attori del territorio, Amministrazioni Pubbliche, Enti Economici, Organizzazioni Sociali, le varie Associazioni imprenditoriali si devono finalizzare per stringere la Regione Puglia in impegni più adeguati per il rilancio del nostro territorio, individuando nel Porto Alti Fondali di Manfredonia una delle priorità su cui basare lo sviluppo.
Non possiamo esimerci dal dare il nostro appoggio per la rivitalizzazione del Porto Alti Fondali di Manfredonia vista la vocazione principale di Zapponeta: produzione e commercializzazione di prodotti agricoli.
Porto Alti Fondali? Mi chiedo perché i responsabili politici e tecnici più volte e pubblicamente hanno promesso di risolvere i problemi di funzionalità, manutenzione e gestione del Porto Alti Fondali e distanza di tempo risponde con efficacia alla deplorevole situazione di collasso della struttura. Come è possibile che si istituisca l’Autorità Portuale e poi si lasci passare tutto facendo peggiorare le condizioni della struttura? Perché si continua semplicemente ad ignorare il Porto Alti Fondali di Manfredonia nelle politiche reali della mobilità e nelle azioni reali mirate allo sviluppo?
Le domande fatte nei commenti devono trovare risposte immediate e concrete. Vi sono imprenditori (da voci di corridoio) che sicuramente sono interessati ad operare nelle aree comunali di pertinenza del porto e la realizzazione di queste attività hanno destini vincolati alla piena ed efficace funzionalità del Porto Alti Fondali e che intendono direttamente coinvolgersi nei processi gestionali. Vi è un territorio, il nostro, che ha bisogno di aprirsi maggiormente all’esterno. Vi sono operatori che ce la mettono tutta per dimostrare che le potenzialità sono notevoli: muovere un milione di tonnellate di merci nelle attuali condizioni significa poter fare almeno tanto se venissero affrontati e risolti i problemi operativi di manutenzione e di gestione.
Il riscatto economico del nostro territorio passa attraverso la valorizzazione dello stesso territorio, valorizzazione delle sue potenzialità: produttive, ambientali e sociali.
E’ solo in questa ottica che può essere vista una struttura come il Porto Alti Fondali di Manfredonia.
E’ in un momento in cui le emergenze dettate dalla crisi finanziaria mondiale che si richiedono misure urgenti per sostenere le politiche produttive locali.
Solo un’impiego positivo del nostro grande patrimonio e la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni può portarci fuori da una situazione di “default” certo.
Saluti.