“Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito”. (Gabriel Garcia Marquez)
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∞ Lentamente sogna chi… ∞
di Piero Ferrante
C’è un posto, nel giardino sotto l’albero del calicanto, dove le lumache non hanno un nome. C’è un faggio al limitare del prato, dove vive un gufo malinconico, appesantito dagli anni e dalla brutalità dell’uomo. C’è, in un prato vicino, una vecchia tartaruga di nome Memoria che non dimentica nulla. C’è, a pochi passi dal prato, una lingua di notte nera come la morte, che gli umani chiamano strada e che, si dice, stia per ricoprire tutto d’intorno. C’è una lumachina diversa dalle altre, che non resta ferma di fronte al mondo, che vuole avere un nome e sapere il perché della sua lentezza e, nel suo viaggio di conoscenza, scopre del pericolo e si mette a capo di una carovana di giovani compagne con l’intento di ritrovare la libertà che i bipedi hanno tolto loro.
Soprattutto, c’è un autore capace di raccontare questo sogno di liberazione e di piccolo, minuscolo, riscatto, di farsi portavoce delle imprese di chi sussurra tra l’erba o sotto le foglie per non attirare predatori. Il cantore dei piccoli della natura si chiama Luis Sepúlveda e il suo nuovo libro ‘Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza’, appena pubblicato in Italia per Guanda, è il loro manifesto.
Un libro in cui ogni pagina è tana di mistero, nido di sorprese, covo di sogni. Un’armonica fiaba sulla lentezza nella quale, come in tutte le fiabe, non c’è l’assillo di arrivare all’ultima pagina. Anzi, è un invito di maitre Sepulveda al tavolo del tempo ritrovato, per servirsi al vassoio della vita senza l’ansia da grande abbuffata. Una maniera per ritrovare il gusto di abbandonare orologi e sveglie per rintanarsi nei propri immobili gusci di cemento e mattoni senza il cicaleggiare di scatole parlanti e affini, magari riscoprendo la bellezza perduta di una lettura condivisa, ad alta voce.
Perché, una volta di più, in Sepúlveda, le fiabe si fanno democrazia. Per senso di condivisione certo, ma pure per quell’alchimia tutta speciale che Luis ha nella penna di avvicinare lettore e personaggi, fino al punto da farli diventare conduttori degli stessi valori, compartecipanti di tempi e modi di vivere. Lottano insieme ed insieme vincono e perdono. Insieme provano paura ed entusiasmo, insieme attraversano campi di rugiada e strade di periferia. Insieme si è lumache, gufi, tartarughe, scoiattoli, ricci: si va piano e veloce, si rotea tra le correnti del maestrale e si salta di albero in albero. Insomma, quella dello scrittore cileno è una letteratura dal basso, autenticamente popolare, universale, partecipata, aperta al mondo come una porta schiusa alla cima dell’Ojos del Salado.
Come la pioggia che cade e che concilia il sonno. Come la canzone del cuore pizzicata con le corde vocali della donna amata. Come il crepitare del camino nei bui pomeriggi di gennaio. Come il presepe nell’angolo di fondo di una remota chiesa di campagna. Come il respiro del vento che agita le lampare dei pescatori intenti a ricucire le reti. Come l’odore della legna dalla stufa dei nonni. Leggere Sepúlveda è un’azione cui l’anima deve andare abituata per trovarne eterno giovamento, rifugio, consolazione. Per non perdere contatto con i sogni, per non staccarsi da quel trenino che, sbuffando, porta dritto al regno dell’immaginazione, dove tutto non solo è possibile, ma ancor di più, è reale. Perché, in fondo, e nemmeno troppo in fondo, basta crederci.
Luis Sepúlveda, ‘Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza’, Guanda 2013
Giudizio: 4.5 / 5 – vola solo chi osa farlo
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∞ Paese corrotto, paese che ami ∞
di Marilù Oliva
Titolo: Il paese che amo
Autore: Simone Sarasso
Editore: Marsilio
Collana: Farfalle
Il libro: Ljuba Marekovna è soltanto una ragazza cresciuta nei bassifondi di Cracovia, ma è destinata a diventare la Regina della tv privata, una spia senza cuore al soldo del partito comunista e molto altro ancora. Tito Cobra è il primo presidente del consiglio socialista della storia e ha il suo bel da fare a tenere in riga lo Stivale. Andrea Sterling, l’Uomo Nero dei servizi segreti, rischia di smarrire il proprio posto nel mondo dopo il crollo del Muro di Berlino. Salvo Riccadonna detto Dracula, il fiore all’occhiello di Cosa Nostra, è pronto per la mattanza che farà crollare la Cupola. Domenico Incatenato, giudice inflessibile e padre amorevole, si prepara a dar fuoco alla miccia che farà deflagrare il sistema dei partiti e raderà al suolo la prima repubblica. Sul palcoscenico d’un Italia corrotta e malandata sventola un tricolore fatto a pezzi, mentre i protagonisti lottano all’ultimo sangue tra le ultime propaggini della Guerra Fredda e l’alba del mondo nuovo. Sullo sfondo, gli anni rampanti dello yuppismo e del malaffare di Stato, delle bombe di mafia e delle mazzette: un Paese sull’orlo del precipizio, con le mani imbrattate di sangue e le tasche piene di soldi sporchi.
Uscito: settembre 2013
ISTRUZIONI PER L’USO
Categoria farmacologica:
Maalox
Composizione ed eccipienti:
Quarant’anni dell’Italia peggiore, raccontati con uno stile scattante e potente. Un paese in cui la parola “declino” sembra un eufemismo: si assiste al crollo del Palazzo insieme al sistema dei partiti e alla più sanguinosa guerra di mafia del Novecento. Un affresco feroce e veritiero del paese che quotidianamente ci provoca lancinanti dolori gastrici, ma che continuiamo a sognare diverso. Tra tanta corruzione, un inchino all’affascinante polacca Ljuba.
Indicazioni terapeutiche:
Gastrite.
Consigliato a tutti, benefico per:
Chi ama più il suo paese nonostante tutti i nonostante.
Chi ha il voltastomaco quando sente al tiggì le vicissitudini italiote.
Politicanti & corrotti.
Chi, quanto a stragismo, vive di luoghi comuni e non ha ancora capito che esistono mandanti, esecutori e strategie ben precise.
Chi preferisce la TV ai giornali.
Chi “sparge letame sui colleghi e sui nemici”.
Controindicazioni:
Ai mafiosi verrà l’ulcera.
Posologia, da leggersi preferibilmente:
Senza versare tangenti.
Effetti indesiderati:
I castelli di carta cadranno.
Avvertenze:
Conservare assolutamente a completamento della “Trilogia sporca”, dello stesso autore, ovvero alla sinistra di: “Confine di Stato” e “Settanta”.
La recensione completa potete leggerla sul Bugiardino della Community online de l’Unità
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LA CLASSIFICA DEI LIBRI PIU’ VENDUTI IN ITALIA (fonte ibs.it)
1. Michele Serra, “Gli sdraiati”, Feltrinelli 2013
2. Luis Sepùlveda, “Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza”, Guanda 2013
3. Fabio Volo, “La strada verso casa”, Mondadori 2013
Con il ritorno di Macondo, abbiamo ancora più bisogno di sentire la vostra voce. Inviateci suggerimenti, critiche, proposte, consigli a p.ferrante@statoquotidiano.it
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