StatoQuotidiano, Manfredonia (Fg), 8 febbraio 2023 – “Un problema importante è quello riguardante le carceri di Foggia e provincia. Chi ha commesso dei reati è giusto che paghi, ma le pene devono tendere ad educare il condannato facendo dei corsi. Ma che risvolto pratico hanno questi corsi? C’è chi vuole cambiare la propria vita ma quali strumenti si hanno a disposizione?
Ci sono dei corsi di sartoria e di musica, ma che risvolto pratico hanno? Un detenuto una volta uscito dal carcere dovrebbe essere inserito in un contesto lavorativo da parte di privati, imprese, aziende.
Infatti il lavoro è l’unico mezzo per restituire dignità a tutti, indipendentemente se si sono commessi dei reati”.
È questa la segnalazione della lettrice ‘Roberta’ (nome di fantasia) a StatoQuotidiano.
Non ci sarebbero strumenti concreti per assistere quei detenuti che vogliono realmente cambiare vita, soprattutto mancherebbe un percorso di reinserimento sociale e lavorativo nella provincia di Foggia.
“Ma a Foggia e provincia non ci sono aziende che fanno lavorare e promuovono il reinserimento sociale dei detenuti. Non ci sono comunità che li prendono in custodia per farli lavorare. Questo sarebbe l’unico modo per evitare la recidiva che ha dati elevatissimi nel sud Italia.
Bisognerebbe prendere come esempio le carceri di Padova con Don Marco Pozza dove c’è un reale lavoro di reinserimento sociale e lavorativo. Chi vuole cambiare vita può farlo solo se ne ha la reale possibilità ed è importante che questa venga offerta. Questo è l’unico modo per limitare fortemente la recidiva di reato e togliere manovalanza alla criminalità”, conclude ‘Roberta’.
Bravi ottima osservazione, ma purtroppo questo nn pou essere… perché l’inserimento nella società e una legge che in provincia di Foggia non esiste
Carissima Roberta ,hai fatto benissimo a segnalare una questione importantissima che tocca art 3e4 della costituzione “diritto al lavoro “ma ti voglio ricordare che in Italia la giustizia non funziona! Lo stato di diritto non c’è più !!! Pensa che un ex detenuto non può più lavorare perché il datore di lavoro ha paura di essere colpito da interdittiva antimafia !!! Praticamente finisci con le autorità giudiziarie penalmente scontato,ma inizia con quella giustizia amministrativa che ti porta è ti condanna un intera ,o forse anche più di una generazione alla morte !!!!! Io spero che in Italia possa cambiare la mentalità di tanta gente che pensa solo a discriminare questa gente è i loro familiari ,invito fortemente la chiesa di parlare un po’ di questi argomenti per aiutare queste persone !!!! Grazie Roberta per aver ricordato a tutta l’Italia che questa gente merita una rivincita!!!!!