LA POLPARA PER LA PESCA AL POLPO DI SCOGLIO
Va precisato che la polpara, utilizzata per la pesca al polpo di scoglio, si compone di una “lenza” (un tempo di materiale vegetale, principalmente la canapa, ora di nailon) abbastanza lunga per poterla avere sempre strisciante sul fondale.
All’estremità della lenza va collegato un affondatore (un tempo costituito da un tozzetto di pietra calcarea bianca lavorata a mò di una pera su cui si praticava un’asola per poterla ben fissare alla lenza, ora, da alcuni decenni, si utilizza un cordino su cui vengono fissati da 4 a 5 pezzetti di piombo recuperati dalla lima di fondo delle reti da posta).
GLI ANTICHI TERMINI IN VERNACOLO MANFREDONIANO DEGLI ATTREZZI UTILIZZATI PER LA PESCA AL POLPO DI SCOGLIO SONO: “a pulparole” (lenza completa di affondatore); “a calmarole” (lenza con affondatore composto da un cono di piombo alla cui base viene disposta una corona di grossi ami); “a scatére” (lunga asta utilizzata per la pesca delle scogliere). Va evidenziato, altresì, che per la pesca ai polpi di scoglio nel Golfo di Manfredonia, i pescatori con le barche a vela per ampliare la strisciata di pesca utilizzavano l’antenna ribaltata oltre la prua della “l’andènne de prute” ed il boma ribaltato oltre l’asse di poppa “a mazze de poppe”. Queste due appendici attualmente sono costituite da lunghe pertiche in legno o materiale composito. Le lenze vengono avvolte su tavolette rettangolari in legno “i tacculelle-taulette o tavelélle” delle dimensioni di circa 25 cm x 20 con spessore di 2/3 cm. Capita spesso che i polpi di scoglio vengano pescati con reti da posta utilizzate per la cattura di altre specie ittiche. Sempre non come pesca specifica, ma in modo del tutto casuale, buone catture di polpi vengono fatte con le reti a strascico.
NOMENCLATURA IN VERNACOLO DEL POLPO A MANFREDONIA
“Pòlepe o pòlpe de scugghje” (polpo di scoglio); “muscardine” (moscardino o polpo di fango); “polpe rosse grusse de fonne de fore“ (sempre della famiglia dei moscardini); “polep’abbele” (polpo a vela) di piccole dimensioni e di colore rossiccio con una sola fila di ventose, come tutti i moscardini; “pulpetille” (piccolo polpo); “i masciodde” o “masciuddicchie” o “scesciarille” (piccolissimi polpi di scoglio di 150-200 grammi); “polpe bbiànghe de moschie” o “lambadarie” (polpo bianco). “i mulacchiune”, sono polpi che nascono nelle covate di luglio-agosto e raggiungono prima dell’arrivo dell’autunno il peso di quasi mezzo kg. Durante l’inverno, questi esemplari, vivendo in acqua fredda rimangono dello stesso peso, perché si muovono pochissimo e mangiano poco. Successivamente, con l’arrivo della Primavera, raggiungono solitamente il peso massimo di 1 Kg. Va detto, altresì, che a Manfredonia il polpo che supera i 4-5 kg va sotto il nome de: “a vaccine”.
https://www.youtube.com/shorts/XdKvMYUBliY
IL POLPO DI SCOGLIO
Cari amici, dopo avervi descritto di come la gente di mare si è, nel tempo, ingegnata sui tantissimi modi di pescarlo, ora vi parlerò, in breve, proprio di lui: “il polpo di scoglio – genio marino dal sangue blu”. Proprio così, il sangue del polpo non è rosso come negli umani dove l’ossigeno viene fissato dall’emoglobina ma è blu perché nei polpi il pigmento che fissa l’ossigeno è l’emocianina in cui il ferro presente nell’emoglobina viene sostituito dal rame. Le sue origini si fanno risalire al “Paleozoico”, circa 500 milioni di anni fa.
Il polpo appartiene alla famiglia dei “cefalopodi” in cui sono inclusi i “molluschi” che comprendono oltre ai polpi anche le seppie e i calamari. I primi cefalopodi sono stati le “Ammoniti”. Esse erano dotate di una conchiglia esterna che gli servivano sia per proteggersi dai predatori che come mezzo di propulsione. Gli attuali cefalopodi sono privi di conchiglia. I suoi spostamenti sono dovuti alla spinta dell’acqua attraverso il “sifone”, muovendosi così come avviene per gli aerei a reazione. Il suo cervello è molto sviluppato e gli permette di mimetizzarsi con estrema rapidità. Gli occhi del polpo possono paragonarsi a quelli dell’uomo. Difatti si compongono di una palpebra, un’iride, un cristallino ed una retina. Il polpo di scoglio normalmente si nasconde in piccoli anfratti tra gli scogli, raccogliendo all’ingresso gusci di cozze e conchiglie misti a sassolini. Il corpo del polpo pur essendo molle è nel contempo molto resistente. Dalla testa, (i pescatori manfredoniani la chiamano “u cappocce” in cui sono racchiusi tutti gli organi per la sua sopravvivenza, si diramano otto braccia su cui decorrono due file di ventose (sui bracci dei polpi di fango i cosiddetti “moscardini” vi è una sola fila di ventose). Su ciascun tentacolo si possono contare fino a 240 ventose per un totale di 1920. Il polpo, abile lottatore e formidabile cacciatore, conduce normalmente un’esistenza solitaria tranne nel periodo dell’accoppiamento. Il polpo maschio nella fase di corteggiamento accarezza con i suoi tentacoli la femmina fino a fecondarla, infilando il tentacolo copulatorio nella cavità plateale della femmina per introdurvi pacchetti di spermatozoi. Le uova fecondate vengono attaccate alla volta della tana prescelta e tenute pulite fino alla schiusa. E la riproduzione continua.
IL POLPO COMUNE (OCTOPUS VULGARIS)
Il Polpo è un invertebrato anomalo dotato di otto braccia e tre cuori. Per la complessità del suo comportamento è un animale molto schivo ma dotato di grande “intelligenza”. Ha gli occhi dalla parvenza umana ed ha una capacità incredibile di mimetizzarsi nell’ambiente dove vive. Due scienziati americani Joseph Thompson (professore di biologia alla Saint Joseph’s University di Philadelphia e Janet Voight del Field Museum of Natural History di Chicago), hanno scoperto che anche alcuni tipi di polpi maschi, come i mammiferi, hanno le erezioni.
Il fatto è eccezionale, perché per la prima volta i due ricercatori americani hanno scoperto tessuti erettili di un invertebrato. I due biologi hanno osservato che in alcuni polpi maschi la punta di uno degli otto tentacoli viene utilizzata per introdurre gli spermatozoi nell’ovidotto del tratto genitale della femmina.
I polpi sono animali piuttosto schivi e solitari, tant’è, che osservare come avviene l’accoppiamento è molto difficile. Spesso durante il corteggiamento , le femmine attaccano e mangiano il maschio. Per evitare di diventare preda della femmina, durante la stagione riproduttiva il maschio estrae frettolosamente l’ectocotile (il tentacolo a forma di cucchiaio, leggermente più piccolo degli altri ma particolarmente gonfio) e trasferisce i pacchetti di spermatozoi nella cavità del mantello della femmina. Sinceramente, quando praticavo la pesca subacquea e in particolare la pesca ai polpi nei mesi di settembre-ottobre e novembre, spesso mi sono imbattuto in esemplari di polpi di sesso femminile di 3 – 4 kg che tenevano tra i tentacoli e mangiavano, polpi più piccoli maschi uccisi. Insomma, per dirla in breve, per una forma di cannibalismo, il polpo di sesso femminile “a puttanone” (si fa per dire), dopo la copulazione che dura circa un quarto d’ora in molte occasioni, strangola e mangia il partner. L’atto riproduttivo, può durare anche 1 ora.
IL POLPO: VITA E MORTE
COME SI RICONOSCE IL POLPO MASCHIO DALLA FEMMINA. Il polpo maschio si differenzia dalla femmina, perché uno dei bracci (il polpo ne ha otto) non termina come gli altri sette a punta, bensì a “cucchiaio”. Ebbene, questo braccio modificato differenzia il maschio dalla femmina e viene utilizzato per introdurre nel polpo femmina gli spermatozoi durante l’accoppiamento. Entrambi, successivamente, muoiono tutti e in tempi diversi. Le aspettative di vita del polpo di scoglio sono: 1-2 anni di vita. Dopo aver fertilizzato le uova della femmina, i maschi alla fine muoiono. Va ribadito, che alcuni polpi di sesso maschile, dopo la copulazione “fanne na bbrotta fine” perché spesso vengono uccisi e mangiati dalla partner.
DEPOSIZIONE DELLA UOVA E MORTE DELLA FEMMINA DEL POLPO
La femmina del polpo, dopo aver deposto cordoni di uova, a mò di grappoli d’uva, che restano appese alla volta della tana, fino alla schiusa, il cui numero varia da 50.000 a 400.000 embrioni, le difende da possibili predatori fino alla nascita dei piccolissimi polpi. In questo periodo che dura uno-due mesi non si nutre, perdendo gran parte del suo peso e muore dopo la nascita dei piccolissimi polpi.
LA POLPESSA
Va infine, precisato, che la polpessa, detta anche polpo macchiato o polpo notturno mediterraneo, non è la femmina di Octoptus vulgaris, ma appartiene alla famiglia degli Octopodidae macropus e solitamente vive su fondali sabbiosi.
CURIOSITA’ E PRECISAZIONI RELATIVE AL POLPO
I polpi non hanno i tentacoli, come erroneamente solitamente vengono chiamati ma braccia munite di file di ventose. Mentre le seppie e i calamari hanno 8 braccia e due tentacoli. Nella lingua italiana il polpo si chiama unicamente polpo e non polipo, come molti denominano. I polipi, invece, sono animali acquatici che appartengono alla classe delle anemoni di mare. Inoltre, in medicina generale con il termine polipo, si intende una protuberanza anomala che ricopre i tessuti delle mucose. L’alimentazione del polpo è prevalentemente costituita da bivalvi (cozze, ostriche, vongole), ricci di mare, da altri molluschi e piccoli pesci, mentre i suoi predatori sono le cernie, le murene, i gronchi e anche gli squali.
N.B. -Mi sono avvalso per la pubblicazione del presente articolo della preziosa collaborazione dell’amico, ing. Nicola Del Bravo (appassionato pescatore di polpi di scoglio) e cultore di arte marinaresca della piccola pesca praticata a Manfredonia.
fotogallery
Ma come siete bene informati e studiosi di una specie così affascinante, Soprattutto per motivi di soddisfazione del vostro ventre… Peccato che nella descrizione avete omesso di riportare l’informazione più importante di queste (Ribadisco anch’io) affascinanti creature:
I POLPI SONO ESSERI SENZIENTI E INTELLIGENTI e come tali dotati di sensibilità propria al dolore, così come potreste provarlo voi e i vostri figli.
Pertanto vorrei cortesemente invitare voi e tutti i veri amanti della natura e degli animali ad astenersi persino dall’immaginare tali abominevoli pratiche ormai anacronistiche di infliggere sofferenze a creature innocenti e arrecare ulteriori danni al patrimonio ambientale e naturalistico già gravemente compromesso
Grazie