FOGGIA, 08/02/2023 – (di Marisa Ingrosso lagazzettadelmezzogiorno.it) «La gente sottovaluta. Non si ha consapevolezza che dobbiamo essere pronti. Perché la Puglia è esposta a rischio ed è stata colpita da più maremoti, dal primo di cui c’è traccia che risale al 365 dopo Cristo, all’ultimo che è del 1978, passando per quello del 20 febbraio del 1743 sulle coste orientali del Salento a quello del 6 aprile 1667 a Brindisi.
E se alcuni non hanno causato danni, altri invece sì, come quello che il 30 luglio del 1627 fu generato da un terremoto tra San Severo e Lesina e allagò Lesina. Con la differenza che oggi sulla costa vivono migliaia di persone e la scienza riesce sì ad avvisarci dell’arrivo di uno tsunami, ma se non c’è una cultura della prevenzione è tutto inutile». Parlare con Paolo Sansò, professore di Geografia Fisica e Geomorfologia presso l’Università del Salento di Lecce, mette i brividi, rende perfettamente l’idea della ciclopica botta di fortuna o, per chi crede, dell’insperato miracolo, che lunedì ha evitato alla Puglia di doversi confrontare con un maremoto che, con dannatissima probabilità, avrebbe seminato distruzione e morte. lagazzettadelmezzogiorno.it
Anche Manfredonia subì un terribile maremoto.
Dottò…cià fatt murì!!!
Ten’ raggion’ ù professor’: come dimenticare la terribile “onda anonima” che si abbatté su Zambredonia il 28 marzo 2010, spingendo molti cittadini atterriti a fuggire, salvandosi miracolosamente sulle cime di Ruggiano e San Salvatore? 🤣🤦♂️