C’é un tempo in cui l’uomo, proprio come in un passato che sembra lontano, si salutava l’inverno seguendo i cicli della natura e ci si preparava alla nuova stagione. Ecco, il Carnevale nasce proprio per queste ragioni.
Origina dalle feste dionisiache greche e dei saturnali, un ciclo di festività religiose che si tenevano nell’antica Roma.
Momenti in cui si sovvertivano gli ordini costituiti, ribaltando le gerarchie sociali.
Un evento che poi assunse una valenza diversa in età moderna sino a diventare un appuntamento fisso e cristallizzato anche grazie alla presenza di maschere tipicizzanti costumi personaggi e caratteri umani, sino a perdere le valenze antropologiche antiche. Ma in pochi conoscono la vera origine di una delle più caratterizzanti maschere carnevalesche: quella di Arlecchino.
sue origini più remote richiamano scenari infernali da incubo. Un primo richiamo alle radici di questa figura è presente nell’Historia ecclesiastica di Orderico Vitale, autore di un imponente cronaca medievale in cui riporta la testimonianza di in monaco di Bonneval che afferma di aver incontrato la “gente di Hellequin”, una turba innumerevole di demoni e dannati, appartenenti ad ogni classe sociale e condotti da un gigante infernale di nome Hellequin. Il monaco riconosce diversi personaggi passati a miglior vita di recente e sottoposti ad un anticipo cruento delle pene infernali. La descrizione ricorda sicuramente le terrificanti visioni infernali che nel Medioevo si diffondono per dissuadere i credenti dalle cattive azioni e che sono state sicuramente utilizzate da Dante quale fonte per descrivere il suo Inferno. Infatti anche nella Divina Commedia compare il demone Alichino.