Sembra fatta apposta la messa in onda oggi della intervista che Meghan ed Harry hanno concesso alla più famosa e potente giornalista statunitense, Oprah Winfrey. Le anticipazioni della rassegna stampa di questa mattina, 8 marzo 2021, giorno in cui si festeggia in qualche modo la giornata della donna e dei suoi diritti, lascia intendere che la duchessa si sia in qualche maniera lamentata del trattamento ricevuto alla corte di Sua Maestà Elisabetta II d’Inghilterra.
Le poche anticipazioni in queste ore parlano di razzismo: al marito Harry, non a lei, si parlava del futuro nascituro, Archie, dei titoli che gli sarebbero spettati come appartenente alla famiglia reale ma, soprattutto, si discuteva dell’imbarazzo generale nel caso in cui la sua pelle fosse risultata alla nascita di colore più scuro rispetto al resto della famiglia reale. Dunque la famiglia reale, la Ditta, come scherzosamente la stessa regina la chiama, non si differenzia tanto dalle altre famiglie dove le donne devono subire qualche disagio in più.
Il problema della pelle del bambino non va sottovalutato. Spesso i più grandi dispiaceri sono resi tali proprio dalle parole incaute con cui in famiglia si parla dei familiari. Proprio nel luogo che per noi rappresenta la sede degli affetti e della sicurezza del conforto trovano posto le più grandi sofferenze. Cui si aggiunge la vita esterna di relazioni; ma la formula “parenti serpenti” non è stata individuata per caso. La giovane duchessa naturalmente racconta la sua verità. Il giovane principe, che la supporta in tutto, ha anche lui una sua visione della verità, nella quale un posto importante occuperà sicuramente aver visto la sofferenza della propria madre, lady Diana, non amata dal marito, tradita prima e dopo il matrimonio, e incapace di accettare questa realtà che probabilmente non si aspettava.
Ogni essere umano focalizza della propria storia i punti che hanno contato di più nella vita personale. Non c’è da biasimare neppure la famiglia reale se, abituata a pensieri tradizionali e difficili da mutare, abbia temuto, con l’arrivo di Meghan Markle, cambiamenti indesiderati: le innovazioni nel mondo dell’aristocrazia sono visti come autentiche rivoluzioni, portatrici di distruzione più che di salutare rinnovamento di mentalità e di comportamenti. Non c’è nulla di più chiuso ai cambiamenti della concezione aristocratica della vita nelle persone che ne fanno parte come casta sociale e che ne condividono gli ideali.
Chi solo scorre le pagine internet dedicate a questi siti si accorge degli schemi che da sempre caratterizzano i matrimoni nelle famiglie ricche, famose, potenti, aristocratiche: la donna è solo merce di scambio fra famiglie, le quali scelgono da sempre di combinare i matrimoni in base alla convenienza, al rango, ad alleanze politiche ed economiche. La parola amore è una variante che si affaccia raramente e soprattutto casualmente.
E in quelle famiglie, che, viste dall’esterno, fanno sognare le ragazze normali di tutto il mondo, ti accorgi non solo che non esiste un minuto di vita privata; che bisogna lavorare ore e ore al giorno, pur nel lusso e nei gioielli fantasmagorici per non dire imbarazzanti; che si è valutate come animali alle fiere: anni, salute (capacità di procreare!!), rango. E quando sei collocata in un matrimonio di tal fatta (dicono che fu la Regina Madre a suggerire al principe Carlo la giovanissima Diana, il cui rango è addirittura superiore ai Windsor, ma la cui giovane età forse avrebbe consentito una normale manipolazione) la meta finale è quasi sempre la infelicità. Quando poi nessun matrimonio si realizza, non sono poche le principesse che si ritrovano a condurre una vita da badanti delle proprie potenti madri o a soffrire di sintomi che con leggerezza estrema venivano curati in veri e propri manicomi. E’ sempre stato facile far passare per follia la sofferenza di una donna schiacciata dalla vita.
Certo, il filosofo Catalano, ospitato da Renzo Arbore (per dire scemenze neanche tanto scemenze) in quel suo programma intitolato “Quelli della notte”, ripeteva che era meglio essere ricchi che poveri! Senza ombra di smentite aggiungiamo pure che è meglio soffrire fra denaro e gioielli invece che in un appartamento di pochi metri quadrati, con figli alla rinfusa, senza lavoro e con genitori in litigio permanente. Ma l’idea della infelicità non consente graduatorie: l’animo umano avverte le sofferenze in ogni ceto e a tutte le latitudini.
Bene ha fatto, dunque, la neoduchessa Meghan Markle, oggetto di tanta invidia e relativi pettegolezzi, ad allontanarsi da una Inghilterra dove per la stessa Diana, madre amatissima di suo marito, la vita fra gli stessi amici del principe consorte era un inferno. Il bullismo è bullismo ovunque appaia.Questa giovane famigliola, per tantissimi versi fortunata, ha cercato altri lidi. La parte normalmente più debole della coppia, la donna, ha saputo in questo caso guidare il consorte in una decisione che appare paritariamente presa, grazie ai percorsi di vita che li hanno portati ad amare e a temere le stesse cose.