L’INDAGINE – L’indagine sarebbe partita inizialmente per una presunta incompatibilità di un medico specialista in gastroenterologia ed endoscopia digestiva in servizio in una struttura ospedaliera del capoluogo foggiano ed impiegato contemporaneamente nella casa di cura privata in questione, struttura convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale (SNN) per 40 posti letto (vedi nota). Già dai primi esiti dell’indagine (partita ad agosto) sarebbero emerse delle ‘gravi irregolarità’ in relazione alle prestazioni della casa di cura, così spingendo il Pm titolare e coordinatore delle indagini a richiedere approfondimenti in relazione agli illeciti supposti. In particolare, nel fabbraio del 2010 sarebbe partito il secondo filone dell’indagine relativo ad accertamenti finalizzati a “verificare l’impiego di alcuni medici” all’interno della casa di cura privata. Dai primi giorni di febbraio è stata invitata, nella sede della Tenenza della Guardia di Finanza di Manfredonia, la quasi totalità del personale dipendente della stessa struttura sanitaria. Si sarebbe parlato anche dell’ascolto di alcuni pazienti ricoverati nella stessa struttura sanitaria privata, oltre al vaglio delle cartelle cliniche relative agli ultimi anni di prestazioni.
L’INCOMPATIBILITA’ DELLO SPECIALISTA SANITARIO – L’inchiesta della Finanza farebbe riferimento ad accertamenti atti a verificare una presunta incompatibilità di un medico specialista impiegato, in passato, nella struttura, e in servizio attualmente in un ospedale del capoluogo foggiano. Il professionista avrebbe prestato servizio nella casa di cura di Manfredonia sin dal febbraio del 2009, assumendo la piena titolarità del reparto in quanto il consulente esterno, da anni impiegato nella struttura, si era dimesso. A causa delle indagini svolte dai militari della Tenenza della Guardia di Finanza il medico specialista indagato avrebbe cessato la sua collaborazione nella casa di cura. Da fonti attendibili si parla di un “compenso cospicuo” per l’attività svolta dal medico in questione, attività giustificata come “apporto di tutoraggio (probabilmente tirocinio ndR)” in favore di due dipendenti (un caposala ed una infermiera professionale) della stessa casa di Cura. Un’ipotesi attualmente al vaglio degli inquirenti, dato che il reparto di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva della casa di cura privata non avrebbe avuto in organico “alcun medico specialista strutturato” nè tantomeno uno esterno “in qualità di consulenza”. In particolare, dalle dimissioni del medico specialista in questione (agosto 2009) sino al novembre dello stesso anno sarebbero stati comunque eseguiti dei ricoveri presso la casa di cura, con relativi esami diagnosticati. Esami eseguiti probabilmente da un medico strutturato ma non risultato essere in possesso, ipoteticamente da indagini svolte, dei giusti requisiti medici per l’adempimento degli esami. Va ricordato in ogni modo che nei primi del novembre 2009 la società che gestisce la casa di cura in questione avrebbe provveduto ad assumere comunque una dottoressa specialista ed affine alla branchia, per la titolarità e responsabilita del reparto in questione. Una specialista che sarebbe attualmente in servizio nella struttura sanitaria privata.
Proprio l’incompatibilità dello specialista in questione avrebbe originato la partenza delle indagini della Guardia di Finanza, il cui proseguo ha aperto altri filoni d’inchiesta, con relativi ipotesi di reato.Di conseguenza l’ipotesi finale emersa dalle indagini degli inquirenti è che per alcuni mesi (probabilmente da agosto ad ottobre) la struttura sanitaria di Manfredonia sarebbe rimasta priva di specialisti sanitari relativi alla branca medica in questione, nonostante regolari ricoveri con centinaia di esami eseguiti e repertati. Indagini sarebbero state svolte anche in relazione ai requisiti medici dello stesso personale della casa di cura, passato e attuale. Il dubbio sarebbe legato pertanto alla presenza di medici chirurghi non in possesso della relativa specializzazione utile per l’esecuzione degli esami relativi. Va riferito inoltre che nel passato, ed antecedentemente all’attività del servizio di chemioterapia antiblastica, la struttura sanitaria di Manfredonia era gestita (in qualità di amministratore delegato) da un noto imprenditore foggiano, con un organico medico composto da 7 unità, tra i quali 4 specialisti che non avrebbero ancora trovato, pertanto, sostituzione. Proprio l’ex amministratore delegato citato sarebbe stato visto, alcuni giorni fa, nella sede della struttura sanitaria citata. La sensazione emersa in generale è quella che il personale attualmente in organico starebbe spingendo, e dunque auspicandosi, per un ritorno alla dirigenza dello stesso imprenditore.
REPARTO DI ONCOLOGIA: Al momento non è ancora emerso se l’inchiesta della Guardia di Finanza abbia riguardato, o meno, la regolarità di altri ricoveri sia nel reparto di pneumologia che in quello di oncologia, reparto dove, dal 2003 (sino al 31 dicembre 2009), si sarebbe praticata la cura dei tumori con preparazione e somministrazione di chemioterapici. Sporadiche domande sarebbero state indirizzate pertanto sul reparto citato (oncologia), in merito al funziomento del servizio.
LA SOMMINISTRAZIONE DI CHEMIOTERAPICI – CONTESTAZIONI GIA’ DAL 2004 – Va inoltre menzionato che nel recente passato il reparto di oncologia e l’attività intrapresa nella somministrazione di chemioterapici, nella casa di cura, sarebbe rimbalzato agli onori della cronaca per lamentele del personale per la mancata attuazione delle norme di sicurezza poste a tutela degli operatori e dei pazienti (vedi in generale D lgs. del 19 settembre del 1994, n.626 e successive modifiche ed integrazioni – ultima modifica inserita Decreto Legislativo, in riferimento alla regolamentazione della sicurezza sui luoghi di lavoro e nello specifico da provvedimento del 5 agosto del 1999 – Documento di linee guida per la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti a chemioterapici antiblastici in ambiente sanitario).
VERSO LA CONCLUSIONE DELLE INDAGINI – LE IPOTESI DI REATO – Come detto, gli esiti dell’indagine dei militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Manfredonia sono attualmente sul tavolo del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Foggia, titolare dell’inchiesta, con deferimento all’autorità giudiziaria e contabile. L’ipotesi finale sarebbe quella di una truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale. Le irregolarità riscontrate nel corso delle indagini avrebbero fatto ipotizzare la costituzione di una associazione per delinquere (delitto contro l’ordine pubblico, previsto dall’art. 416 del codice penale) finalizzata alla truffa al SSN. Come detto, queste le ipotesi che sarebbero emerse finora e già note al personale ascoltato dai militari della Guardia di Finanza. Si attende a giorni una nota ufficiale da parte del Pm titolare dell’inchiesta.
Manfredonia, conclusa indagine su casa di cura: attesa per responso Pm
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